San Godescalco

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San Godescalco
Laico · Martire
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battezzato
Santo
Re dei Vendi
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 66 anni
Nascita 1000
Morte Lenzen
7 giugno 1066
Sepoltura
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Proclamazioni
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Eventi
Venerato da Chiesa cattolica
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Ricorrenza 7 giugno
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
Sovrano Obodrita
Samtherrscher
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In carica 1043 - 1066
Incoronazione
Investitura
Predecessore

Ratibor

Erede
Successore

Budivoj

Nome completo
Trattamento
Onorificenze
Nome templare {{{nome templare}}}
Nomi postumi
Altri titoli
Casa reale
Dinastia Naconidi
Padre
Madre
Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione Cristiana
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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San Godescalco, re dei Vendi, in lingua tedesca: Gottschalk der Wende (1000; † Lenzen, 7 giugno 1066), è stato un sovrano e martire tedesco. Fu un re obodrita dei Vendi appartenente alla stirpe nobiliare dei Naconidi.

Biografia

Prigionia ed esilio

Figlio del principe obodrita Udo e di una principessa danese, fu educato nel convento di San Michele a Luneburgo. Nel 1028 il padre venne ucciso e Godescalco lasciò il convento.

Non è chiaro se egli abbia effettivamente condotto una campagna militare per vendicare la morte del padre, come sostiene il cronista Helmold di Bosau. Nel 1030 fu preso prigioniero da Bernardo II di Sassonia e bandito dalla Sassonia.

Si recò quindi in Inghilterra, dove divenne seguace di Canuto il Grande, re di Danimarca ed Inghilterra. Dopo la morte di quest'ultimo, avvenuta nel 1035, egli divenne seguace del futuro (1047) re di Danimarca, Sweyn II, sposandone la figlia Sigrid.

Nel 1043 il principe dei Polari Ratibor, che si era conquistato la posizione di capo dei clan delle popolazioni di stirpe obodrita e che minacciava la Danimarca, fu sconfitto da Magnus I di Norvegia. Perciò Godescalco lasciò Sweyn, accordandosi con Magnus per rientrare in patria.

Rientro in patria

Godescalco poté così divenire signore degli Obodriti. Per imporsi sui nobili, in prevalenza pagani, egli si appoggiò sia ai suoi predecessori naconidi che al duca di Sassonia Bernardo II ed all'arcivescovo di Brema Adalberto, sostenendo gli sforzi missionari nel territorio slavo. Così nelle sue terre nacquero le diocesi di Oldenburg per i wagri, quella di Ratzeburg per i polabi e quella del Meclemburgo per gli obodriti in senso stretto.

Il decesso

Dopo che nel 1066 l'arcivescovo Adalberto fu spodestato, scoppiò una rivolta dei nobili pagani, nel corso della quale Godescalco rimase ucciso. La sua vedova Sigfrid fuggì con il figlio, il futuro principe Enrico, in Danimarca presso il padre, il re Sweyn II. Il secondo figlio di Godescalco, Budivoj, fuggì presso il duca di Sassonia, ma cadde infine in una trappola tesagli dal capo dei nobili pagani, Kruto, e venne ucciso.

Il figlio Enrico cercò ancora una volta di concretizzare infine la visione di Godescalco di uno stato cristiano degli slavi dell'Elba organizzato secondo il modello polacco, sconfiggendo il pagano Kruto.

Bibliografia
  • (DE) Ekkart Sauser, Gottschalk in: Biographisch-Bibliographisches Kirchenlexikon (BBKL), Band 16, Herzberg 1999, ISBN 3-88309-079-4, Sp. 610–611;
  • (DE) Ernst Steindorff, Gottschalk in: Allgemeine Deutsche Biographie (ADB), Band 9. Duncker & Humblot, Leipzig 1879, S. 489–493
Collegamenti esterni