San Rafael Guízar y Valencia
San Rafael Guízar y Valencia Vescovo | |
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Santo | |
Età alla morte | 60 anni |
Nascita | Cotija, Michoacán 26 aprile 1878 |
Morte | Città del Messico 6 giugno 1938 |
Ordinazione presbiterale | Zamora, 1º giugno 1901 |
Consacrazione vescovile | L'Avana, 30 novembre 1919 |
Incarichi ricoperti | Vescovo di Veracruz |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 29 gennaio 1995, da Giovanni Paolo II |
Canonizzazione | 15 ottobre 2006, da Benedetto XVI |
Ricorrenza | 6 giugno |
Attributi | Mitra, Pastorale, Tricorno |
Nel Martirologio Romano, 6 giugno, n. 18:
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San Rafael Guízar y Valencia (Cotija, Michoacán, 26 aprile 1878; † Città del Messico, 6 giugno 1938) è stato un vescovo messicano. Beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 1995, è stato canonizzato il 15 ottobre 2006 da papa Benedetto XVI.
Biografia
Figlio di Prudenzio e Natività, ferventi cristiani che diedero ai loro 11 figli un'ottima educazione religiosa, rimase orfano di madre all'età di nove anni.
Raffaele fece i primi studi nella scuola parrocchiale e in seguito presso un collegio dei padri gesuiti. Maturò durante questi anni la sua vocazione sacerdotale e nel 1891 entrò nel seminario minore di Cotija, nel 1896 passò al seminario maggiore di Zamora, dove fu ordinato sacerdote il 1º giugno del 1901.
Nei primi anni di ministero sacerdotale si dedicò con grande zelo alle missioni popolari nella città di Zamora e in diverse regioni del Messico. Nel 1905 fu nominato missionario apostolico e direttore spirituale del seminario di Zamora, dove lavorò instancabilmente per far crescere nei seminaristi l'amore all'Eucaristia e la devozione alla Madonna.
Nel 1911, per opporsi alle ostilità del governo anticlericale messicano, pubblicò a Città del Messico un giornale cattolico che fu chiuso presto dai rivoluzionari. Fu condannato a morte più volte e visse durante alcuni anni senza dimora fissa, sopportando ogni specie di pericoli e privazioni. Per poter esercitare il proprio ministero, si travestiva da venditore ambulante, da medico omeopatico o da suonatore di chitarra, per poter avvicinare quante più persone poteva, portando loro conforto nella fese, amministrare loro i sacramenti ed assistere i moribondi.
Non potendo rimanere più a lungo nel Messico per l'imminente pericolo di essere catturato, si rifugiò alla fine del 1915 negli Stati Uniti e l'anno seguente in Guatemala, dove predicò un gran numero di missioni. La sua fama di missionario raggiunse anche la vicina isola di Cuba, ove fu invitato a tenere delle missioni.
Il 1º agosto del 1919, mentre esercitava a Cuba il suo apostolato missionario, fu nominato vescovo di Veracruz. Ordinato nella cattedrale de L’Avana il 30 novembre 1919. Ritornò in Messico e prese possesso della propria diocesi il 9 gennaio del 1920. I due primi anni li dedicò alla visita pastorale dell'esteso territorio della diocesi, convertendo le visite in vere missioni e in un'opera di assistenza ai disastrati del violento terremoto che aveva portato distruzione e morte fra la povera gente di Veracruz.
Una delle sue principali preoccupazioni era la formazione dei sacerdoti. Nel 1921 riuscì a riscattare restaurandolo il vecchio seminario di Xalapa, che nel 1914 era stato confiscato. L'edificio fu nuovamente confiscato al termine dei restauri. Il vescovo trasferì allora il seminario a Città del Messico dove funzionò clandestinamente durante 15 anni. Fu l'unico seminario a sopravvivere durante la repressione anticlericale del governo, riuscendo a formare fino a trecento seminaristi.
Dei diciotto anni di episcopato, nove li passò in esilio o vivendo in clandestinità perché lo cercavano per ucciderlo. Diede tuttavia prova di grande fortezza andando a presentarsi di persona a uno dei suoi persecutori e a offrirsi come vittima personale in cambio della restituzione della libertà religiosa.
Morì il 6 giugno del 1938 a Città del Messico. Il giorno dopo i suoi resti mortali furono portati a Xalapa.
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