Sant'Abramo anacoreta

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Sant'Abramo anacoreta
Presbitero
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battezzato
Santo
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Titolo
Incarichi attuali
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Nascita Edessa
inizio IV secolo
Morte 366
Sepoltura
Appartenenza
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Ordinazione presbiterale
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Incarichi ricoperti
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
Elezione
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Consacrazione {{{consacrazione}}}
Fine del
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi
Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 29 ottobre
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
Nome completo {{{nome completo}}}
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 29 ottobre, n. 5:
« A Edessa nell'antica Siria, sant'Abramo, anacoreta, la cui vita fu descritta dal diacono sant'Efrem. »

Sant'Abramo anacoreta (Edessa, inizio IV secolo; † 366) è stato un sacerdote, anacoreta e missionario siriano inviato nella regione pagana di Beth-Kiduna.

Biografia

Nato da una ricca famiglia, molto giovane gli venne combinato un matrimonio di interesse.

Durante la cerimonia delle nozze fuggì e si murò in una piccola cella, da dove poteva comunicare con l'esterno solo attraverso un pertugio.

Da questa fortezza poté spiegare ai familiari che egli intendeva dedicare la propria vita a Dio e non alla vita matrimoniale. La famiglia comprese le motivazioni profonde della sua scelta e il matrimonio venne revocato. Il giovane quindi visse per una decina di anni recluso in questa cella.

Il vescovo di Edessa, ancora una volta contro la volontà dell'anacoreta, dopo averlo ordinato sacerdote gli ordinò di partire missionario per la città di Beth-Kiduna, i cui abitanti si erano mostrati poco inclini alla conversione.

Sant'Abramo in un anno riuscì tra molte difficoltà a convertire un gran numero di persone e a edificare una chiesa. Per questa sua grande opera di conversione viene ricordato anche con il nome di Kidunaia.

Ma il santo anacoreta pregava Dio che mandasse nel paese un missionario migliore di lui. Le sue preghiere vennero esaudite e un anno dopo poté ritornare alla sua cella, dove trascorse il resto dei suoi giorni.

Ne uscì solo due volte: la prima per convincere la nipote Maria a cambiare vita e a convertirsi. Per avvicinarla si travestì da soldato e si fece accogliere in casa di lei.

Durante la cena riuscì a convincere la giovane dei suoi errori. Da quel giorno ella cambiò vita e divenne una buona cristiana.

La seconda volta fu per il suo funerale, a cui partecipò un gran numero di persone che lo avevano amato e apprezzato per la sua testimonianza di fede.

La vita di questo anacoreta ci è stata tramandata dalla biografia scritta da un suo ammiratore e amico, Sant'Ephrem.

La Chiesa ne fa la memoria il 29 ottobre.