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- Lettura - Es 34, 27-35, 1 : Mosè rimane con il Signore, riceve le due tavole della Testimonianza e il suo viso diviene raggiante.Più che alla descrizione dei fatti, anche questa pagina tende a valorizzare la figura di Mosè: privo di sostegni umani (il digiuno), egli riceve da Dio, sulla montagna e nella tenda sacra, la luce della parola e della legge. Questa gli illumina mente, volto e parole. Eppure era una luce passeggera e limitata, oltre che aggiornabile di volta in volta, di tempi in tempi. Così fu la Torah degli ebrei.
- Salmo - Sal 35, 6-11 - Rit.: Signore, nella tua luce vediamo la luce.
- Epistola - 2Cor 3, 7-18 : Non velàti come Mosè, riflettiamo come in uno specchio la gloria del Signore.Brano complesso, in cui Paolo enuncia sia gli splendori dell'antica Torah e del suo ministro Mosè, sia i loro limiti. La vera luce di Dio risplende sul volto di Cristo e si riverbera nel suo apostolo, nella sua Chiesa. Paolo si augura che un giorno anche altri ebrei come lui possano arrivare, senza più veli, alla luce piena della Parola del loro Dio. Ciò sta avvenendo ai nostri giorni.
- Vangelo - Gv 9, 1-38b : Il cieco nato.Con la sua arte Giovanni ci coinvolge in un fatto illuminante. Gesù si proclama, scandalosamente per i suoi, «luce del mondo», ma fa del fango con la saliva! Difatti egli illumina la vicenda del nato cieco, gli procura la vista degli occhi e del cuore, lo libera dai giudizi materiali della sua gente di cui smaschera la profonda cecità. Il brano allude anche alla luce della parola che dal battesimo in poi ci è donata.