Totius Orbis

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Totius orbis
Lettera apostolica di Benedetto XVI
in forma di Motu proprio
Stemma Pontificio Benedetto XVI.svg
Data 9 novembre 2005
(I di pontificato)
Argomenti trattati nuove disposizioni circa le Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli in Assisi
Lettera apostolica precedente L'approvazione e la pubblicazione del Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica
Lettera apostolica successiva Ripristino della norma tradizionale circa la maggioranza richiesta nell’elezione del Sommo Pontefice

(IT) Testo integrale sul sito della Santa Sede.
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La Totius orbis è una lettera apostolica motu proprio di Papa Benedetto XVI. Contiene disposizioni circa le basiliche papali di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli in Assisi. È datata 9 novembre 2005.

Contenuti

Basilica papale di Santa Maria degli Angeli (Assisi)
Basilica papale di San Francesco (Assisi)

La lettera aggiorna le norme giuridiche stabilite da Paolo VI con la decisione ex audientia del 12 maggio 1966 per quanto riguarda la Basilica di Santa Maria degli Angeli ed annesso Convento e con il motu proprio Inclita toto dell'8 agosto 1969 riguardante la Basilica di San Francesco con l'annesso Convento[1].

Benedetto XVI assegna alle Basiliche un Cardinale Legato pontificio il quale ha il compito di rendere evidente il legame tra i luoghi storici francescani e la Sede Apostolica. Il legato ha la facoltà di impartire la Benedizione papale nelle solennità liturgiche. Il Cardinale legato non ha potere di giurisdizione sulle basiliche.

La Lettera riconduce alla giurisdizione del Vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino la responsabilità pastorale delle attività svolte all'interno delle due basiliche e dei rispettivi conventi. Ai Conventuali e ai Minori, quindi, viene espressamente prescritta la necessità del consenso del Vescovo per tutte le iniziative di carattere pastorale.

Note
  1. Nella Visita Pastorale che Benedetto XVI fece ad Assisi in occasione dell'VIII centenario della Conversione di San Francesco il 17 giugno 2007 così il papa si rivolse nella Cattedrale di San Rufino ai sacerdoti, ai diaconi e ai religiosi parlando del motu proprio e spiegandone l'intenzione:
    « Con il Motu Proprio Totius Orbis ho stabilito che le due grandi Basiliche papali di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, pur continuando a godere di un'attenzione speciale della Santa Sede attraverso il Legato Pontificio, sotto il profilo pastorale entrassero nella giurisdizione del Vescovo di questa Chiesa. Sono davvero lieto di sapere che il nuovo cammino è iniziato all’insegna di una grande disponibilità e collaborazione, e sono certo che sarà ricco di frutti. Era in realtà un indirizzo ormai maturo per diverse ragioni. Lo suggeriva il nuovo respiro che il Concilio Vaticano II ha dato alla teologia della Chiesa particolare, mostrando come in essa si esprima il mistero della Chiesa universale. [..] L'opportunità di un assetto unitario quale è stato assicurato dal Motu Proprio era anche consigliata dal bisogno di un'azione pastorale più coordinata ed efficace. Dal Concilio Vaticano II e dal successivo Magistero è stata sottolineata la necessità che le persone e le comunità di vita consacrata, anche di diritto pontificio, si inseriscano in modo organico, in conformità alle loro Costituzioni e alle leggi della Chiesa, nella vita della Chiesa particolare [..]. Tali comunità, se hanno diritto di aspettarsi accoglienza e rispetto per il proprio carisma, devono tuttavia evitare di vivere come "isole", ma integrarsi con convinzione e generosità nel servizio e nel piano pastorale adottato dal Vescovo per tutta la comunità diocesana. »
Fonti
Bibliografia
Voci correlate