Basilica di San Francesco (Assisi)

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Basilica di San Francesco
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Assisi San Francesco BW 2.JPG
Assisi, Basilica di San Francesco (1228 - 1253)
Stato bandiera Italia
Regione Flag of Umbria.svg Umbria
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Umbria
Provincia Perugia
Comune Stemma Assisi
Diocesi Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino
Religione Cattolica
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione basilicale
Dedicazione San Francesco d'Assisi
Sigla Ordine qualificante O.F.M. Conv.
Sigla Ordine reggente O.F.M. Conv.
Fondatore papa Gregorio IX
Data fondazione 1228
Stile architettonico Gotico
Inizio della costruzione 1228
Completamento 1253
Data di consacrazione 1253
Note Zone extraterritoriali della Santa Sede in Italia
Coordinate geografiche
43°04′29″N 12°36′20″E / 43.074722, 12.605556 bandiera Italia
Patrimonio UNESCO.pngPatrimonio dell'umanità
Denominazione principale UNESCO
Basilica di San Francesco d'Assisi
Assisi, the Basilica of San Francesco and other Franciscan sites
Tipologia Architettonico
Criterio C (i)(ii)(iii)(iv)(vi)
Pericolo Nessuna indicazione
Anno 2000
Scheda UNESCO inglese
francese

La Basilica di San Francesco è situata ad Assisi (Umbria), ed è stata dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità. Il 16 luglio del 1228, a soli due anni dalla morte, Francesco venne proclamato santo da papa Gregorio IX; il giorno dopo, 17 luglio, lo stesso Papa e il generale dell'Ordine minoritico, frate Elia da Cortona, posero le prime pietre per la costruzione di quella imponente basilica, futuro scrigno dei resti mortali di Francesco e anche sede dell'Ordine appena nato.

Storia

Secondo la tradizione fu lo stesso Francesco ad indicare il luogo in cui voleva essere sepolto. Si tratta della collina inferiore della città dove, abitualmente, erano sepolti i "senza legge", i condannati dalla giustizia (forse anche per questo era chiamata Collis inferni). Su quel colle, che poi fu chiamato Collis paradisi fu edificata la basilica che porta il nome del santo.

Assisi, Basilica di San Francesco (1228 - 1253)

La chiesa, che fu uno dei capisaldi della diffusione del gotico in Italia aveva molteplici finalità. Prima di tutto era il luogo di sepoltura del fondatore dell'ordine, che già dopo due anni dalla sua morte era considerato una delle figure più significative della storia del Cristianesimo: per questo si predispose una dimensione adeguata ad una meta di pellegrinaggio e devozione popolare. Le reliquie dei santi erano di solito collocate in una cripta, ma nel caso di san Francesco si fece in modo che la struttura inferiore fosse ampia quanto un'intera chiesa, tanto da parlare di una vera e propria "basilica inferiore". Un secondo ordine di interessi era più strettamente legato al papato, che vedeva ormai nei francescani, dopo la diffidenza iniziale, gli alleati per rinsaldare i legami con i ceti più umili e popolari. Per questo nella basilica si fusero esigenze legate ai flussi di pellegrini (ampiezza, corredo di rappresentazioni didascaliche) con lo schema di una cappella palatina (la basilica era infatti Cappella pontificia) secondo i più aggiornati influssi gotici, come la Sainte-Chapelle di Parigi, dove sono presenti due chiese sovrapposte ad aula unica. La costruzione della basilica fu avviata nel 1228 da papa Gregorio IX e conclusa nel 1253 da Innocenzo IV. Per completare la basilica arrivarono offerte da ogni parte del mondo e furono chiamati maestri architetti, decoratori e pittori tra i migliori dell'epoca. Il 25 maggio 1230 la salma di Francesco fu traslata dalla chiesa di San Giorgio (la futura Basilica di Santa Chiara) per essere tumulata nella nuova basilica costruita in suo onore. Assisi divenne così, per tutti i pellegrini, una tappa fondamentale lungo il viaggio per Roma. Essendo il santo sepolto sotto l'altare maggiore in un luogo inaccessibile nei secoli, si perse memoria del punto preciso dove si trovava il suo corpo, che fu ritrovato nel XIX secolo, quando fu scavata una cripta. La struttura abbastanza semplice che si intendeva dare all'inizio, è quasi subito modificata secondo linee più maestose, ispirandosi in parte all'architettura romanica lombarda, con nuove suggestioni gotiche legate agli edifici costruiti dall'ordine cistercense. Entrambe le due chiese sovrapposte, nel progetto iniziale, avevano navata unica con transetto sporgente e abside, poi in seguito quella inferiore fu arricchita di cappelle laterali. A ridosso del fianco absidale si alza l'altissima torre campanaria, con un gioco di cornici e archetti pensili che ne spezzano la corsa verso l'alto. Di fronte all'atrio che precede l'ingresso della basilica inferiore si trova l'ex Oratorio di San Bernardino, costruito per il Terz'Ordine francescano da maestranze lombarde intorno alla metà del XV secolo. Dietro il portale si entra nel Sacro Convento che, oltre alla comunità dei frati minori conventuali, attualmente ospita l'Istituto Teologico, un Centro di documentazione ed un importante fondo archivistico e bibliotecario, specializzato in cose francescane.

Il terremoto del 1997

Il terremoto del 26 settembre 1997 causò profonde lesioni alla basilica superiore, con il crollo della volta in due punti (che provocò la morte di quattro persone ricordate con un'iscrizione nel pavimento all'ingresso della basilica) e ingenti danni al timpano del transetto: 130 metri quadrati di affreschi medievali furono ridotti in migliaia di frammenti. La basilica rimase chiusa per due anni per i lavori di restauro. Il sisma causò il crollo di parte degli affreschi sulla volta della prima campata: il San Girolamo (attribuito da alcuni a Giotto giovane), dove erano raffigurati i Quattro dottori della Chiesa; la figura di San Matteo, sulla volta raffigurante i Quattro Evangelisti di Cimabue; inoltre, la volta stellata, ridipinta nell'Ottocento. Sull'arco di contro facciata e sul costolone, anch'essi crollati, sono rovinate a terra otto figure di santi e altre decorazioni.

Descrizione

Basilica inferiore

L'altare maggiore della basilica inferiore

La basilica inferiore fu iniziata sotto la soprintendenza di frate Elia nel luglio del 1228. I lavori dovevano essere terminati nel 1230 quando vi fu traslato il corpo del santo deposto in un sarcofago sotto l'altare maggiore, dov'è tuttora conservato in una piccola cripta. Inoltre, ai quattro angoli della cripta, sono stati sistemati i corpi dei beati frati Angelo, Leone, Masseo e Rufino e, lungo la scala che dalla basilica conduce alla cripta, il corpo della beata Jacopa dei Settesoli nobildonna romana moglie di Graziano Frangipane. Quell'edificio, corrispondente all'odierna seconda, terza e quarta campata dell'odierna chiesa, era probabilmente un'aula rettangolare, nella sua semplicità vicina al modello francescano. Alle splendide decorazioni della basilica hanno collaborato i più illustri artisti del tempo da Giotto a Cimabue a Simone Martini. Sempre nella basilica inferiore è situato un locale che ospita le reliquie di san Francesco, un piccolo ma significativo insieme di oggetti appartenuti al santo. La basilica inferiore ha la funzione di chiesa commemorativa, sottolineata anche dalla presenza della cripta. Appare ancora quasi romanica: è priva di elevazione, le crociere sono larghe, i costoloni hanno una sezione quadrangolare, i pilastri sono bassi e grossi per sostenere il grave peso della chiesa superiore. Ma che siamo ormai in un periodo gotico è reso palese dal forte distacco dei costoloni dalle vele,che fa risaltare l'ossatura in maniera più sentita che nel romanico. Tra i sepolcri monumentali, degno di nota quello di Giovanni di Brienne, imperatore latino di Costantinopoli (IV Crociata)

Basilica superiore

Basilica superiore

La basilica superiore presenta una facciata semplice a "capanna". La parte alta è decorata con un grandioso rosone centrale, con ai lati i simboli degli Evangelisti in rilievo. La parte bassa è arricchita dal maestoso portale strombato. Sul lato sinistro della facciata è stata collocata, nel Seicento, la "Loggia delle benedizioni" dalla quale, in epoca passata, si mostrava il "Velo santo" della Madonna. Sullo stesso lato, poco dopo la costruzione della chiesa superiore, è stato innalzato il campanile, un tempo cuspidato. L'architettura interna mostra invece i caratteri più tipici del gotico italiano: archi a sesto acuto che attraversano la navata, poggianti su semi pilastri a fascio, dai quali si diramano costolature delle volte a crociera ogivali e degli arconi laterali che incorniciano le finestre. La fascia inferiore è invece liscia, e venne predisposta fin dall'inizio per la creazione di una "bibbia per i poveri", rappresentata dalla decorazione didascalica ad affresco. Rispetto ad esempi marcatamente schiacciati (come la Basilica di Sant'Ambrogio a Milano) o ad altri orientati verso il verticalismo (gotico d'Oltralpe), la basilica francescana presenta un bilanciato equilibrio in alzato, con lo slancio dei pilastri e delle volte interrotto dall'orizzontalità del ballatoio che corre sotto le finestre, che dà un sofisticato ritmo di linee perpendicolari.

Basilica superiore, facciata, Rosone con simboli degli evangelisti

Una certa somiglianza viene evidenziata con alcuni edifici francesi, come la cattedrale di Angers, che presenta affinità sia in alzato sia in pianta: il collegamento potrebbe essere effettivamente La basilica superiore contiene la più completa raccolta di vetrate medievali d'Italia[senza fonte]. Quelle della zona absidale (antecedenti al 1253) sono attribuite ad artisti della Germania nord-orientale, mentre quelle del transetto e della navata sono in parte di francesi e in parte di una bottega nata nell'ambito dell'officina del Maestro di San Francesco, databili nella seconda metà del XIII secolo. Quasi contemporaneamente alla fine dei lavori di costruzione della chiesa superiore, sarebbero iniziate anche le decorazioni ad affresco. La decorazione di entrambe le basiliche corrisponde ad una serie di programmi (in qualche caso, in parte, distrutti), ciascuno dei quali è stato pensato in vista di un piano decorativo integrale, finalizzato all'esaltazione della figura di san Francesco. Lo straordinario risultato finale è dovuto al contributo essenziale di artisti di altissimo livello, le cui sperimentazioni hanno fatto, della basilica di Assisi, uno dei luoghi più importanti per l'evoluzione dell'arte italiana ed europea tra il Duecento e il Trecento. La basilica superiore è adibita alle funzioni liturgiche di carattere ufficiale, come testimonia la presenza del trono papale nell'abside. La basilica superiore fu modello e ispirazione per le chiese francescane, anche se talvolta venne liberamente reinterpretato, per esempio usando una copertura a capriate invece delle volte. Tra le derivazioni più dirette la basilica di Santa Chiara, sempre a Assisi, le chiese di san Francesco a Arezzo e a Cortona, la basilica di San Lorenzo Maggiore a Napoli. Fuori dall'Italia si riscontrano somiglianze per esempio nella Cattedrale di Angers in Francia, dove probabilmente ci furono contatti tramite Haymo di Faversham, generale dei francescani dal 1240 al 1244.

La vita di san Francesco negli affreschi attribuiti a Giotto

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Storie di san Francesco (Giotto)

La fascia inferiore della navata della basilica superiore è occupata dal ciclo di affreschi più famoso, quello sulla Vita di san Francesco: 28 scene tratte dalla Legenda maior di san Bonaventura che, alla fine del XIII secolo, costituiva la biografia ufficiale del santo. Il Vasari riporta che gli affreschi furono terminati da Giotto, chiamato ad Assisi dopo il 1296 da Giovanni da Murlo, generale dell'Ordine. La paternità a Giotto di tutto il ciclo è contestata da molti studiosi. È accertato che l'esecuzione del primo affresco e degli ultimi tre siano da attribuire ad un allievo, il cosiddetto Maestro della Santa Cecilia. Altri studiosi sostengono la mano di Giotto nella maggior parte delle scene e giustificano le variazioni stilistiche con la maturazione formale dello stesso autore unita all'aiuto dei numerosi allievi di bottega.
Unanime, invece, è l'attribuzione ad una sola mente dell'impianto generale e dei disegni preparatori. Le storie, ognuna con il suo titolo in basso, sono ambientate nel mondo medievale della fine del XIII secolo. I personaggi si muovono all'interno di splendidi paesaggi cittadini e rurali con un formidabile senso realistico. Gli episodi, inoltre, racchiusi all'interno di un finto portico, trasmettono l'effetto illusionistico di uno sfondato spaziale che oltrepassa le pareti della chiesa. Le storie del Poverello non iniziano dalla nascita, ma dalla giovinezza; la sequenza narrativa procede dalla prima scena della navata destra e termina con la ventottesima della navata sinistra. Secondo i più recenti studi, il ciclo di Assisi sembra essere suddiviso in tre gruppi distinti: il primo e l'ultimo di sette quadri ciascuno, il mediano di sette coppie, quattordici in tutto. I primi sette episodi rappresentano l'iter della conversione di san Francesco sino all'approvazione della regola. Il gruppo centrale, considerato evidentemente il principale, mostra tutto lo sviluppo dell'Ordine con san Francesco, sino alla sua morte. Gli ultimi sette sono le esequie e la canonizzazione del santo, compresi i miracoli post mortem ritenuti necessari a questa. Nel primo gruppo, san Francesco è senza l'Ordine, nel secondo è insieme all'Ordine, nel terzo è l'Ordine che prosegue l'opera di san Francesco.

Bibliografia
  • Bonelli R., Francesco d'Assisi. Chiese e conventi. Milano, 1982
  • Boskovits M., Pittura umbra e marchigiana tra Medioevo e Rinascimento. Firenze, 1973
  • Rusconi R. (a cura di), Francesco d'Assisi. Storia e arte. Milano, 1982
  • Bonsanti G., La volta della Basilica superiore di Assisi. Modena, 1997
  • Lunghi E., La Basilica di San Francesco d'Assisi. Antella, 1996
  • Rocchi G., La Basilica di San Francesco ad Assisi. Firenze 1982
  • Boskovits M., Studi recenti sulla Basilica di Assisi, in "Arte cristiana", 71, pp. 203 214 - 1993
  • Milizia U., Struttura di una Leggenda, Roma 2002
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 20 luglio 2017 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.