Trattato di Costanza

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Il trattato di Costanza fu siglato tra papa Eugenio III e Federico Barbarossa. Prende il nome dalla città di Costanza, dove Federico giurò il 23 marzo 1153 di adempiere agli accordi pattuiti con la Santa Sede.

Dopo l'elezione di Federico a re dei Romani, iniziarono i negoziati tra la corte regia e la Curia romana per determinare le condizioni di un'incoronazione imperiale. Il risultato fu il trattato di Costanza.

Contesto

Nel 1143, sotto la guida di Giordano Pierleoni, i Romani si ribellarono all'aristocrazia e al governo ecclesiastico, e proclamarono Comune di Roma, restaurazione del Senato e della Repubblica Romana. Uno dei principali leader della rivolta fu il predicatore Arnaldo da Brescia, che sosteneva la secolarizzazione dello Stato Pontificio.

Quando fu eletto re nel 1152, Federico I Barbaroja comunicò la notizia a papa Eugenio III, ma non aveva chiesto la conferma papale. Nel marzo 1153, Federico si accordò con il Vaticano sui termini della sua incoronazione, che furono messi per iscritto e firmati a Costanza.

I negoziatori di Federico furono i vescovi Anselm von Havelberg(ch), O.Praem. e Hermann von Arbon(ch), O.S.B., il conte Ulrico IV di Lenzburg[1] e due rappresentanti della nobiltà italiana settentrionale. Il papa e i cardinali dichiararono il loro accordo in presenza dei negoziatori, e un alto ministeriale imperiale giurò l'accordo in nome del re, come previsto dal trattato.

Testimoni del documento di ratifica furono, oltre ai negoziatori tedeschi, l'arcivescovo di Colonia Arnold von Wied (ch), il vescovo di Como Ardizzone I, il vescovo Coira Adalgott (ch), O.Cist., il già citato abate Wibaldo di Stavelot e il cappellano Goffredo da Viterbo. Tra i principi laici figurano il duca Guelfo I di Toscana[2], il margravio Ermanno III di Baden[3], il conte Guarniero di Lenzburg e il ministeriale e tesoriere Anselmo.

Contenuti

Nel trattato, il re Federico promise di sottomettere il Comune romano ribelle, di restituire la città al dominio del papa e di non fare pace con i Romani o i Normanni in Sicilia senza l'approvazione papale, di ripristinare e assicurare al papa il dominio sulla Chiesa romana e di opporsi alle rivendicazioni bizantine in Italia.

Nell'ambito dei negoziati per il trattato, Federico I ottenne anche che il papa rimuovesse l'arcivescovo di Magonza Heinrich Felix von Harburg (ch), il vescovo di Minden Heinrich (ch), il vescovo di Hildesheim Bernhard von Hildesheim (ch) e il vescovo di Eichstätt Burchard von Memlem (ch), vicini alla fazione Welfen, a lui ostile, a favore di titolari alle suddette cariche a lui più graditi. Inoltre, il matrimonio di Barbarossa con Adelaide di Vohburg fu annullato. Poiché anche la doppia elezione di Magdeburgo si risolse poco dopo nell'interesse di Federico, nulla più si oppose al suo viaggio a Roma da parte papale.


Note
  1. Ulrico IV di Lenzburg (prima del 1120 † 5 gennaio 1173) fu conte di Argovia e Reichsvogt di Zurigo. Il conte Ulrico IV era figlio del conte Rodolfo I di Lenzburg. La famiglia era ricca soprattutto in Argovia, Uri e in quello che oggi è il cantone di Glarona. Il conte Ulrico IV non lasciò alcun discendente avente diritto alla successione. Nel suo testamento lasciò in eredità i suoi beni all'imperatore Federico I.
  2. Guelfo I (1115 – Memmingen, 15 dicembre 1191) è stato marchese di Toscana (1152-1173) e duca di Spoleto (1152-1162) e membro della stirpe dei Welfen.
  3. Ermanno III di Baden, soprannominato Il Grande (1105 circa – 16 gennaio 1160), fu margravio di Verona e di Baden.
Bibliografia
  • Peter Rassow: Honor imperii. Die neue Politik Friedrich Barbarossas 1152–1159. Durch den Text des Konstanzer Vertrages ergänzte Neuausgabe. Oldenbourg, München 1961.
  • Johannes Laudage: Alexander III. und Friedrich Barbarossa (Beihefte zu J.F. Böhmer, Regesta Imperii 16). Böhlau, Köln / Weimar / Wien 1997, S. 33–62.
  • Ulrich Knefelkamp: Das Mittelalter. Geschichte im Überblick. Ferdinand Schöningh Verlag 20183, S. 209-212.
  • Heinz Zatschek: Beiträge zur Geschichte des Konstanzer Vertrages vom Jahre 1153. Akademie der Wissenschaften in Wien philosophisch-historische Klasse. Sitzungsberichte, 210. Band, 3. Abhandlung. Hölder-Pichler-Tempsky A.-G., Wien / Leipzig 1930, S. 209–212, S. 1, 3, 7, 11–14.
  • Walter Ribbeck: Friedrich I. und die Römische Curie in den Jahren 1157–1159. Untersuchungen über die Vorgeschichte der Kirchenspaltung von 1159. De Gruyter, Berlin / Boston 2021, S. 3–5, https://doi.org/10.1515/9783112396421
Collegamenti esterni