Ultima Cena (Juan de Juanes)

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
ESP MuPrado J.deJuanes UltimaCena 1562ca.jpg

Juan de Juanes, Ultima Cena (1562 ca.), olio su tavola
Opera d'arte
Stato bandiera Spagna
Comunità Escudo de Madrid.svg Madrid
Regione ecclesiastica [[|]]
Provincia Madrid
Comune Escudo de Madrid.svg Madrid
Diocesi Madrid
Ubicazione specifica Museo del Prado
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Valencia
Luogo di provenienza Chiesa di Santo Stefano, altare maggiore
Oggetto dipinto
Soggetto Ultima Cena
Datazione 1562 ca.
Ambito culturale
Autore Juan de Juanes
Materia e tecnica olio su tavola
Misure h. 116 cm; l. 191 cm
Virgolette aperte.png
19Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 20Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi».
Virgolette chiuse.png

L’Ultima Cena, detta anche Istituzione dell'Eucaristia, è un dipinto, eseguito nel 1562 circa, ad olio su tavola, del pittore spagnolo Juan de Juanes (1507 ca. – 1579), proveniente dall'altare maggiore della Chiesa di Santo Stefano di Valencia ed attualmente conservato al Museo del Prado di Madrid (Spagna).

Descrizione

Soggetto

La scena dell'Ultima Cena è ambientata nella sala del Cenacolo, dove compaiono intorno ad una tavola imbandita:

  • Gesù Cristo in modo solenne innalza l'ostia: questo è il momento dell'istituzione dell'Eucarestia nel quale egli offre il proprio corpo ed il proprio sangue agli Apostoli sotto forma di pane e vino.
  • Apostoli si comunicano l'un l'altro la propria sorpresa, creando un movimento in cui risuona la rivelazione dell'evento mistico: ogni loro movimento si origina da Gesù e su di lui di nuovo converge seguendo una serrata concatenazione ritmica dalla quale solo Giuda Iscariota, isolato nella propria colpevole consapevolezza.
  • Giuda Iscariota, seduto su una panca, tiene con la mano destra, nascosto dietro la schiena, il sacchetto contenete i trenta denari, il prezzo del proprio tradimento.

Inoltre, nella scena sono presenti alcuni dettagli, resi con grande cura, spesso di valore simbolico, come:

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

Santo Calice (coppa: I secolo; piede: X - XI secolo; nodo: ante 1399), oro, calcedonio, perle e pietre preziose; Valencia, Museo della Cattedrale

Iscrizioni

Nel dipinto figurano undici iscrizioni dorate, in lettere capitali, poste entro le aureole di ciascun apostolo, per identificarli:

  • a sinistra:
« THADEUS »
« MATHEUS »
« BARTOLOMEUS »
« IACOBUS MAIOR »
« ANDREAS »
« PETRUS »
  • a destra:
« IOANNES »
« IACOBUS MINOR »
« THOMAS »
« SYMON »
« PHILIPUS »

Inoltre, vi è un'altra iscrizione, sempre in lettere capitali, collocata sulla panca ove siede Giuda Iscariota, che lo identifica:

« IUDAS SCARIOTH. »

Notizie storico-critiche

Il dipinto venne commissionato intorno al 1562 al pittore Juan de Juanes per l'altare maggiore della Chiesa di Santo Stefano di Valencia.

Nel 1801, l'opera venne acquistata da re Carlo IV di Spagna (17481819), che nel 1818 la fece trasferire al Museo del Prado, entrò così a far parte delle collezioni qui conservate.

Bibliografia
  • AA.VV., Museo del Prado: catálogo de las pinturas, Editore: Ministero dell'Educazione e della Cultura, Madrid 1996 ISBN 8487317537
  • Amedeo Giampaglia, Il Rinascimento in Europa. Durer, Bruegel, El Greco: la riscoperta di Dio nell’uomo, col. "La Bellezza di Dio. L'Arte ispirata dal Cristianesimo", Editore San Paolo, Palazzolo sull’Oglio (BS) 2003, pp. 72, 77
Voci correlate
Collegamenti esterni