Giuda Iscariota

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Giuda Iscariota
Personaggio del Nuovo Testamento
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battezzato
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Apostolo
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Anonimo pittore romano, Bacio di Giuda Iscariota (fine XIII secolo), affresco
Assisi, Basilica di San Francesco, Chiesa Superiore
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Giuda Iscariota (ebraico: יהודה איש־קריות, Yəhûḏāh ʾΚ-qəriyyôṯ; † 30) è stato uno dei dodici apostoli di Gesù, che tradì per trenta denari (Mt 26,14-16 ).

L'esatto significato del nome "Iscariota" è sconosciuto; alcune intepretazioni hanno suggerito che il termine potrebbe indicare "uomo di Kariot" (Ish Kariot)[1]. Secondo altri potrebbe derivare dal persiano Isk Arioth, ovvero "colui che serve" oppure "colui che sa".

Dati dei Vangeli

Giuda è menzionato solo nei Vangeli e all'inizio degli Atti degli Apostoli. Egli teneva il denaro dei discepoli (cfr. Gv 12,6 ) e tradì Gesù indicandolo ai soldati del Sinedrio ebraico per farlo arrestare (Mt 26,47-49 ). Le trenta monete che costituivano il compenso ricevuto da Giuda in cambio del suo tradimento con tutta probabilità non erano, come comunemente noto, denari ma più modesti sicli d'argento di Tiro, le uniche monete accettate al Tempio di Gerusalemme per motivi religiosi dato che gli ebrei non tolleravano la riproduzione di animali o uomini neanche sulle monete.

Giotto di Bondone, Bacio di Giuda Iscariota (1303 - 1305), affresco; Padova, Cappella degli Scrovegni

Giuda Iscariota, figlio di Simone, non deve essere confuso con Giuda Tommaso detto Didimo, cioè l'apostolo Tommaso, o con Giuda Taddeo, che era un altro dei dodici apostoli e fratello di Giacomo di Alfeo.

Morte di Giuda

Il solo Matteo narra, all'interno degli eventi del processo di Gesù, un fatto emblematico che ha per protagonista l'apostolo traditore: questi, non appena seppe che il maestro era stato condannato, si pentì e decise di riportare ai sommi sacerdoti le trenta monete d'argento ricevute in cambio della vita del maestro. Caifa ed Anna però non accettarono il denaro e cacciarono in malo modo il traditore. E Giuda, lanciate contro di loro le monete preferì impiccarsi piuttosto che continuare a vivere con quel rimorso.

Le monete, abbandonate nel tempio, vennero utilizzate dai sommi sacerdoti per comprare il cosiddetto "campo del Vasaio" (in ebraico Aceldama), riservato alla sepoltura degli stranieri. Matteo sottolinea che ciò avvenne come per adempimento di una profezia di Zaccaria[2]. Luca, negli Atti degli Apostoli, dà un'altra versione dell'avvenimento: secondo l'evangelista infatti Giuda comprò con il profitto del suo tradimento un campo ma mentre si trovava lì precipitò in un dirupo, morendo sventrato a causa dell'urto[3]. Altre versioni traducono: "...poi, essendosi precipitato, gli si squarciò il ventre..."[4]. Le due versioni sembrano contraddirsi ma Giuseppe Ricciotti, storico biblista, ipotizza che le due relazioni si riferiscano in realtà a due momenti diversi: "dapprima Giuda si impiccò, quindi il ramo dell'albero o la corda a cui egli era appeso si stroncò, forse per le scosse convulsive, e allora il suicida precipitò in basso; è legittimo immaginare che l'albero fosse sull'orlo di qualche burrone, cosicché la caduta produsse nel corpo del suicida le conseguenze di cui parla la relazione di Luca"[5].

Gli Atti continuano dicendo che il suo posto fu poi occupato da San Mattia.

Questioni teologiche

Giuda impiccato fa da sfondo alla Via Dolorosa

Giuda è stato una figura di grande interesse per molti gruppi esoterici e molte sette gnostiche, a causa dell'apparente contraddizione nell'idea del "tradimento di Dio". Infatti questa idea implica una delle seguenti alternative: a) Gesù non poté prevedere il tradimento di Giuda; b) Gesù non fu in grado di impedire la sua azione; c) Gesù consentì a Giuda di tradirlo; d) Giuda fu un complice informato sul destino programmato di Gesù.

Ireneo registra il pensiero di una setta gnostica, i cainisti, i quali credevano che Giuda fosse uno strumento della Sophia, perciò avvantaggiato dall'odio del Demiurgo. Il suo tradimento di Gesù fu perciò una vittoria sul mondo carnale. I cainisti successivamente si divisero in due gruppi, entrambi lodanti Giuda sopra Gesù Cristo, ma in disaccordo circa il significato di Gesù nella loro cosmologia.

I Vangeli canonici suggeriscono che Gesù fosse a conoscenza del tradimento di Giuda e che lo consentì; l'apocrifo Vangelo di Giuda lascia intendere addirittura che vi fosse un'intesa in proposito tra Cristo e il discepolo.

Questioni filosofiche

Giuda è inoltre il soggetto di molti trattati filosofici, compreso The Problem of Natural Evil, Il Problema della Malvagità Naturale di Bertrand Russell e Three Versions of Judas, Tre Versioni di Giuda, una breve storia di Jorge Luis Borges. Entrambi dichiarano le varie contraddizioni ideologiche problematiche, con la discrepanza fra le azioni di Giuda e la sua punizione eterna.

  • Se Gesù prevede il tradimento di Giuda allora Giuda non ha nessun libero arbitrio e non può evitare di tradire Gesù.
  • Se Giuda non può controllare il suo tradimento di Gesù, allora, la sua punizione e rappresentazione come traditore nella cultura occidentale non è meritata.
  • Se Giuda è stato mandato all'Inferno per il suo tradimento, ed il suo tradimento era un gradino necessario nella morte di Gesù Cristo per la salvezza umana, allora Giuda è stato punito per la salvezza umana.
  • Se Gesù ha sofferto soltanto mentre moriva sulla croce ed è quindi asceso al Paradiso, mentre Giuda deve soffrire per l'eternità nell'Inferno, allora Giuda ha sofferto per i peccati dell'umanità molto più di Gesù ed il suo ruolo nella penitenza è quindi molto più importante.

La Bibbia inoltre dichiara che sulla croce Cristo perdonò coloro che avevano contribuito alla sua morte, dicendo che "non sanno quello che fanno", tuttavia Giuda sembra non essere incluso in questo perdono, poiché invece di chiederlo si suicidò.

Interpretazioni moderne

Giuda impiccato assediato dai demoni; Autun, Cattedrale

La maggior parte dei Cristiani moderni, siano essi laici, facenti parte del clero o teologi, considerano ancora Giuda come un traditore. Infatti il termine Giuda è entrato nel linguaggio comune come sinonimo di traditore. Tuttavia, alcuni studiosi hanno abbracciato una teoria alternativa secondo cui Giuda sarebbe stato solamente il negoziatore di un prestabilito scambio di prigionieri (susseguente alla rivolta dei cambiavalute) che consegnò Gesù alle autorità romane di comune accordo, e il successivo ritratto di Giuda come traditore sarebbe una alterazione storica. Nel suo libro Il complotto di Pasqua, il teologo britannico Hugh J. Schonfield sostiene che la crocifissione di Cristo è stato un auto-complotto, mirato al riavverarsi della profezia biblica, e che Giuda agì di concerto con Gesù, il quale consentì al discepolo di consegnare il suo maestro alle autorità.

L'ipotesi di Schonfield - che trova anche riscontro nell'apocrifo Vangelo di Giuda - riconosce nelle note azioni di Giuda l'avverarsi della profezia, senza ammettere che le profezie si siano realmente avverate nella storia. Questa interpretazione divenne molto conosciuta al pubblico dal controverso film L'ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese. Nel film Dracula 2000, si suggerisce che Dracula fosse Giuda Iscariota. Questo spiega perché Dracula tema la croce, l'argento e la Bibbia, e perché sia condannato a stare nel mondo in eterno.

Nel film di Norman Jewison Jesus Christ Superstar (1973), tratto dal musical di A. L. Webbern e T. Rice, l'apostolo traditore - interpretato dal cantante di colore Carl Anderson - si mostra dapprima confuso dall'amicizia fra Gesù e Maria Maddalena e poi preoccupato dalla commozione generale che il Maestro sta creando a Gerusalemme. Si disse che il film gettava una luce favorevole su Giuda, il più saggio e moralista dei personaggi che tra l'altro nella scena precedente la crocifissione torna dal paradiso (dove era evidentemente salito in seguito al suicidio di poche ore prima...) e chiede a Gesù di spiegargli il perché del suo comportamento da superstar. Ma la scena più controversa è quella dell'ultima cena: quando Gesù dice agli apostoli (brilli) che qualcuno di loro sta per andare a tradirlo, Giuda gli risponde: "Sei tu a volere che lo faccia. Meriteresti che restassi qui a rovinare le tue ambizioni".

Perfino lo sceneggiato Gesù di Nazareth (1976) di Franco Zeffirelli, realizzato con la consulenza di due teologi, ridimensionò notevolmente la malvagità presunta dell'apostolo. Giuda (interpretato da Ian McShane) si presenta al Maestro come erudito (traduce testi latini e greci in ebraico e aramaico), lo rappresenta presso gli zeloti (e accoglie per primo il futuro apostolo Simone il Cananeo, dopo la sua decisione di non condividere l'ostilità dei compagni) e desidera che Gesù si metta d'accordo con Caifa e i Farisei; per questo decide di costringerlo ad andare con le guardie del tempio. Ma quando chiede allo scriba Zerah di essere ammesso a quello che credeva un dibattito, ottiene come risposta che ci sarà invece un processo per bestemmia. In aggiunta, Zerah decide solo in quel momento di consegnargli i trenta denari, facendo capire che non erano stati affatto messi in conto. Dapprima sbalordito e incredulo, poi presa coscienza dell'inganno, Giuda non può fare a meno di provare rimorso: benché le sue intenzioni fossero buone, la conseguenza è stata comunque un tradimento. Giuda si impicca all'alba del giorno della crocifissione. La scena termina col particolare dei trenta denari sparsi sull'erba. Dopo la crocifissione, poi, allorché gli apostoli si trovano nascosti nel cenacolo per sfuggire agli arresti (e sono restii a credere a Maria Maddalena che rivela loro che Cristo è risorto), Pietro dice: "Anche noi abbiamo tradito il Maestro".

In una omelia pronunciata il Giovedì santo del 1958, don Primo Mazzolari, pur senza discostarsi dalla tradizionale versione della Chiesa cattolica, propone un'interessante riflessione sulla figura dell'apostolo, appellato "Giuda, fratello nostro" [1].

Beato Angelico, Cattura di Gesù Cristo (1437 - 1446 ca.), affresco; Firenze, Museo di San Marco

Studiosi moderni hanno invece tentato di cogliere anche nell'atto del suicidio la ricerca di ripristinare la propria fedeltà nei confronti del maestro, pagando persino con la propria vita questa sua ricerca di perdono. Secondo Andrea Tornielli all'origine di questo gesto estremo non ci fu tanto il tradimento di Gesù, quanto piuttosto il ritenere che il Maestro non l'avrebbe perdonato, al contrario di quanto fece Pietro dopo il triplica rinnegamento[6]. C'è addirittura chi riesce a considerare sotto una luce positiva il suicidio, come fa ad esempio l'avvocato parigino Remy Bijaoui ritenendo che il suicidio di Giuda fosse non una negazione della misericordia divina ma bensì un atto di speranza e di fede nel perdono[7].

Sul fatto sembrano contraddirsi persino le visioni mistiche di alcune sante riconosciute dalla Chiesa cattolica. Anna Katharina Emmerick, le cui rivelazioni ispirarono Mel Gibson nel suo "La Passione di Cristo" svela in una delle sue visioni:[8]

« Giuda giunse in una zona fangosa piena di immondizie e, in questo lurido luogo, Satana la fece finita con lui sussurrandogli: Lo stanno conducendo a morte perché tu l'hai venduto! Miserabile, come potrai sopravvivere?. Spinto dall'estrema disperazione, il traditore prese la cintura e si impiccò a un albero. Subito dopo il suo corpo crepò e io vidi le sue viscere spargersi per terra. »

Secondo la santa tedesca il traditore è dunque inevitabilmente dannato. Secondo Caterina da Genova invece Gesù, ricordandole quanto grande fosse la sua misericordia, le rivelò che anche Giuda era stato perdonato.

Etimologia di "Giuda Iscariota"

Nikolaj Ge, La coscienza di Giuda Iscariota (1891), olio su tela; Mosca

In greco, nel Nuovo Testamento, Giuda Iscariota è chiamato Ιουδας Ισκαριωθ (Ioudas Iskariôth) e Ισκαριωτης (Iskariôtês).

"Judas" è la forma greca del nome comune Giuda (יהודה, Yehûdâh, in ebraico "lodato"). Cosa significhi "Iscariota" non è chiaro, a parte il suffisso greco "-otes", che è simile all'italiano "-iano" o "'-iota". Tuttavia nessun territorio di nome "Iscaria" è mai esistito.

Un possibile luogo di nascita è Keriot-Chezron, menzionato solo in Gs 15,25 : era una delle città poste all'estremità della tribù dei figli di Giuda, verso il confine di Edom, nel Neghev. Keriot non è comunque ricordato in nessun altro testo.

Ci sono due ipotesi principali sul significato di questo nome, ciascuna delle quali deve soddisfare alcune aspettative per essere credibile: una etimologia deriva "Iscariota" dall'ebraico איש־קריות, Κ–Qrîyôth, cioè "uomo di Kerioth", la città (o più probabilmente l'insieme di città) di Kerioth, in Giudea, in nessun altro modo collegata a nessun evento o personaggio nel Nuovo Testamento, né menzionata in alcun documento del periodo. Poiché l'aramaico era la lingua del tempo, e tutti gli altri personaggi biblici hanno cognomi e soprannomi aramaici, questo nome ebraico-giudaico avrebbe marcato Giuda come diverso rispetto agli altri discepoli della Galilea.

Nella seconda, "Iscariota" sarebbe la traduzione dall'ebraico di Ekariot che significa sicario. Durante la dominazione romana della Palestina, il soprannome di Ekariots veniva dato agli zeloti più oltranzisti i quali eseguivano azioni di terrorismo anche in forma isolata.

« In Gerusalemme nacque una nuova forma di banditismo, quella dei così detti sicari (Ekariots), che commettevano assassini in pieno giorno nel mezzo della città. Era specialmente in occasione delle feste che essi si mescolavano alla folla, nascondevano sotto le vesti dei piccoli pugnali e con questi colpivano i loro avversari. Poi, quando questi cadevano, gli assassini si univano a coloro che esprimevano il loro orrore e recitavano così bene da essere creduti e quindi non riconoscibili »
(Giuseppe Flavio, Guerra Giudaica II- 12)

Al tempo di Gesù, anche a seguito della dominazione straniera in atto per opera dell'Impero Romano, la maggior parte di coloro che attendevano il Messia supponeva che si sarebbe trattato di una personalità in grado di restituire l'autonomia politica agli Ebrei e di restaurare il Regno di Israele. La fede in un Messia-Liberatore era propria, probabilmente, di tutte le principali correnti spirituali giudaiche, sebbene con differenti implicazioni e sfumature. Gli Zeloti ritenevano che occorresse in ogni modo favorire le circostanze dell'avvento del Messia, anche con il ricorso alla violenza. Il gesto di Giuda, può essere allora visto come un metodo per indurre Gesù a scatenare la rivolta contro i romani.

Bom Jesus di Braga, Il bacio di Giuda Iscariota (XVII secolo)

I termini che indicano i combattenti messianisti sono:

  • in ebraico: Qanana e Bariona,
  • in greco: Zelotes e Lestes,
  • in latino: Sicarii, Latrones e Galilaei (Sicari, Ladroni e Galilei).

È possibile che la voce latina sia stata tradotta in aramaico in un termine simile a "Iscariota".

Per certo sappiamo che su alcuni manoscritti antichi anche a questo apostolo si affianca l'appellativo Zelotes (vedi S.G.F. Brandon, Gesù e gli Zeloti, Rizzoli Editore, 1983, Milano e vedi anche Novum Testamentum Graece et latine, E. Nestle, Stuttgart, 1957, in cui l'apostolo è definito Ιονόας ζελοτες).

Giuda, assieme a Simone Zelota, è il secondo apostolo da annoverare nella cerchia dei messianisti. Inoltre, prova della familiarità con l'uso delle armi nella cerchia degli apostoli, di seguito sono riportate alcune citazioni:

« ...Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro »

« Poi disse loro: "Quando vi mandai senza borsa, senza sacca da viaggio e senza calzari, vi è forse mancato qualcosa?" Essi risposero: "Niente". Ed egli disse loro: "Ma ora, chi ha una borsa, la prenda; così pure una sacca; e chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico che in me dev'essere adempiuto ciò che è scritto: "Egli è stato contato tra i malfattori". Infatti, le cose che si riferiscono a me, stanno per compiersi". Ed essi dissero: "Signore, ecco qui due spade!" Ma egli disse loro: "Basta!"... »

Infine "Iscariota" potrebbe anche derivare dall'aramaico sheqarya' o shiqrai, che indica una persona che froda; "un falso" può essere tradotto come ishqaraya. Un'altra ipotesi fa derivare il termine da sakar, cioè colui che consegna.

A causa del suo ruolo nel tradimento di Gesù, il nome di Giuda, che fu molto comune al tempo in cui visse, ha quasi interamente perso il suo uso di nome proprio presso i cristiani, mentre è ancora utilizzato in Ebraico (Yehuda) ed esiste il nome Jude, che ha la stessa etimologia.

Giuda nei testi sacri Ortodossi

Negli inni del Mercoledì santo degli ortodossi (il mercoledì prima di Pasqua), Giuda è messo in contrasto con la prostituta che ha unto Gesù con dei profumi costosi e ha lavato i suoi piedi con le proprie lacrime. Secondo i Vangeli Giuda protestò a questa apparente stravaganza, insinuando che il denaro speso per il costoso profumo poteva essere dato ai poveri, sebbene fosse in realtà seccato di non poterli intascare di nascosto. Dopo di ciò Giuda si recò dai Capi del Sinedrio ed offrì di tradire Gesù per denaro. L'inno del Mercoledì santo pone le due figure a contrasto, incoraggiando i fedeli a non seguire l'esempio del falso discepolo e a seguire l'esempio di pentimento della prostituta. Il mercoledì è tradizionalmente un giorno di astinenza da carne, latticini, vino e olio di oliva per tutto l'anno in memoria del tradimento di Giuda. Le preghiere per prepararsi a ricevere l'Eucaristia menzionano il tradimento di Giuda: Non rivelerò i tuoi misteri ai tuoi nemici, né, come Giuda, ti tradirò con un bacio, ma testimonierò la mia fede in te come il Buon Ladrone.

Interpretazioni nell'arte e nella letteratura

Nella cultura occidentale, Giuda è diventato l'archetipo del traditore, con alcuni ruoli in quasi tutte le letterature che raccontano la storia della Passione di Cristo. Nella Divina Commedia di Dante Alighieri, è condannato al più basso cerchio dell'Inferno, dove è una delle tre anime dannate che vengono masticate per l'eternità da Lucifero. Gli altri due sono Bruto e Cassio, traditori di Giulio Cesare che rappresenta la Maestà Terrena. Mentre questi due subiscono la masticatura delle gambe e del basso ventre, Giuda, che ha tradito la Maestà Divina, è infilato al contrario, cioè per la testa, nelle fauci del diavolo, e gli vengono così risparmiate solo le gambe.

Nella cultura contemporanea

Caravaggio, Cattura di Gesù Cristo (1602), olio su tela; Dublino, National Gallery of Ireland

Alcune opere contemporanee stravolgono completamente la figura di Giuda:

  • Le Tre versioni di Giuda di Jorge Luis Borges danno alcune interpretazioni alternative della storia di Giuda e una di esse conclude che Giuda è il vero salvatore dell'umanità, in quanto essenziale per il sacrificio salvifico di Gesù Cristo.
  • Ne Il maestro e Margherita di Michail Bulgakov, l'intera storia di Cristo è rappresentata in maniera diversa. Per quanto riguarda Giuda, Bulgakov presenta una parodia del traditore di Cristo, come se la Gerusalemme del I secolo fosse la Mosca degli anni venti-trenta. Ponzio Pilato, parlando di Giuda con il capo dei suoi servizi segreti, commenta: «Mi aspetto che tu faccia del tuo meglio per aiutarlo». Dopo l'uccisione di Giuda («Un peccato, capisco che hai fatto del tuo meglio...»), Pilato si chiede retoricamente «può essersi ucciso?», cominciando il racconto biblico del suo suicidio.
  • Nel film musicale Jesus Christ Superstar Giuda, impersonato dall'attore afroamericano Carl Anderson, viene rappresentato come un uomo che crede e ama Gesù, ma vuole un'organizzazione di carità duratura più che un ordine religioso. Ha paura dell'emergenza che una religione incentrata su Gesù causerebbe una reazione dei romani su tutti gli ebrei. Dilaniato dall'amore per Cristo e dalla paura della distruzione imminente, preferisce tradire Gesù.
  • Nel 2007 lo scrittore Jeffrey Archer, aiutato dal professor Francis J. Moloney, dottore in teologia, ha scritto Il Vangelo secondo Giuda, una personale versione immaginaria degli eventi della passione di Cristo visti dal punto di vista di Giuda. Il libro non ha nulla a che vedere, in ogni caso, con i contenuti del cosiddetto Vangelo di Giuda.

Varie pezzi di musica leggera si ispirano, peraltro in maniera discutibile, alla figura di Giuda:

  • La canzone di Bob Dylan With God on Our Side contiene alcuni versi riferiti a Giuda.
  • Anche gli U2 hanno scritto nel 1991 una canzone che sarebbe un dialogo tra Cristo e Giuda. Il pezzo in questione è Until The End Of The World, contenuto nell'album Achtung Baby del 1991.
  • La compilation di brani B-side degli Smashing Pumpkins è chiamata in suo onore Pisces Iscariot. Nell'album di Rick Wakeman Criminal Record vi è una canzone di 10 minuti chiamata Judas Iscariot.
  • Jovanotti, nelle canzoniPenelope e Fuori Due contenute nel doppio album Buon Sangue-Extra F.U.N.K., canta ...e Giuda non si è mai capito bene / se quel bacio fu un tradimento o la più grande fedeltà...
Note
  1. Alcune interpretazioni di Iscariota (file pdf) di G. Bastia
  2. 11,12-13
  3. 1,18
  4. In greco Φρη _vi_η_nu_ _cdot_ γενωμο_vi_
  5. Giuseppe Ricciotti, Vita di Gesù Cristo, par.575 pag.656
  6. Andrea Tornielli, La Passione, cap.1 pag.49
  7. Remy Bijaou, Processo a Giuda, Marietti 1820 editore
  8. Anna Katherine Emmerich, La Passione del Signore, edizioni San Paolo 2004
Bibliografia
  • Giuseppe Ricciotti, Vita di Gesù, Editore Mondadori, Milano 1941
  • Mario Brelich, L'opera del tradimento. Milano, Adelphi, 1975.
  • Massimo Centini, Indagine su Giuda. Editore Castelvecchi, Roma 2008 - ISBN 9788876152528
Voci correlate
Collegamenti esterni