Unione Apostolica del Clero
Unione Apostolica del Clero - UAC, è "un'associazione aperta ai ministri ordinati (vescovi, presbiteri e diaconi) che si impegnano nell'aiuto vicendevole per realizzare in pienezza la vita secondo lo Spirito, mediante l'esercizio del ministero".[1]
L'Associzione, inoltre, "invita i suoi membri a vivere il Sacramento dell'Ordine attraverso la spiritualità della Chiesa particolare in cui sono incardinati, con la convinzione che nell'appartenenza e dedicazione alla propria Comunità diocesana, trovano una fonte di comprensione della loro vita e del loro ministero".[2]
In sintesi, l'Unione Apostolica del Clero promuove in Italia le finalità dell'omonima Confederazione internazionale, le cui caratteristiche essenziali sono;
- la fraternità;
- la diocesanità.
L'associazione, dal 2005 al 2013, è stata presieduta da mons. Vittorio Peri, attualmente è guidata da mons. Luigi Mansi.
Storia
Le tappe storiche fondamentali dell'associazione sono:
- 1862, 26 agosto: a Parigi, presso il Seminario delle Missioni Estere viene fondata l'Unione Apostolica del Clero per opera di undici presbiteri diocesani, rappresentanti di rispettive associazioni di clero locali;
- 1880, 18 novembre: a Vicenza, presso il Santuario della Madonna del Monte Berico, si forma il primo circolo dell'Unione Apostolica Italiana.
- 1962, 18 ottobre: l'associazione è unita alla Pontificia Opera per le Vocazioni Sacerdotali della Congregazione per l'Educazione Cattolica.
- 1965, 5 settembre: ottiene il riconoscimento della personalità giuridica.
- 1998, 10 febbraio: il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Camillo Ruini, erige la Federazione come "associazione di fedeli clericale e pubblica espressiva, a livello italiano, della corrispondente Unione Internazionale".
- 2012, 1 aprile: la Conferenza Episcopale Italiana approva il nuovo Direttorio.
Finalità ed obiettivi
Le finalità e gli obiettivi dell'Unione Apostolica del Clero sono:
- promuovere la spiritualità diocesana dei ministri ordinati per aiutarli a vivere in pienezza la loro speciale dedicazione pastorale alla propria Chiesa particolare e far crescere nelle comunità ecclesiali l'esigenza di "sentire la Chiesa, sentire con la Chiesa e sentire nella Chiesa";
- evidenziare la radicale forma comunitaria del ministro ordinato, facendo crescere la fratenità nel presbietrio diocesano e nella comunità diaconale a servizio del popolo di Dio, in comunione con il vescovo;
- incentivare la fraternità sacramentale tra i ministri ordinati nelle sue varie forme e secondo le indicazioni del decreto Presbyterorum Ordinis del Concilio Vaticano II, pubblicato il 7 dicembre 1965;
- operare per la valorizzazione dei diaconi permanenti nell'azione pastorale e per una loro comunione effettiva con il presbiterio diocesano;
- favorire iniziative di formazione personale dei ministri ordinati sotto i profili umano, spirituale, telogico e pastorale;
- attivare esperienze di spiritualità e di dialogo tra gli iscritti, attraverso incontri (convegni, assemblee, corsi di spiritualità e formazione, seminari, ecc.);
- collaborare per l'animazione della pastorale vocazionale, con particolare riferimento al ministero ordinato.
Note | |
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