Utente:Quarantena/Misericordia1

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Balthasar van Cortbemde, Il Buon Samaritano, (1647)

La misericordia è un sentimento prodotto dalla compassione per la miseria morale o spirituale degli altri. Tale virtù morale, tenuta in grande considerazione dai cristiani, si mette in pratica facendo opere di pietà o di misericordia.

La Misericordia, scritta in maiuscolo, si riferisce alla persona di Gesù Cristo che è la Misericordia incarnata; infatti invochiamo Maria dicendo: “Madre della Misericordia, prega per noi”. È solo per Gesù che anche noi possiamo essere misericordiosi davvero anche perché, questa misericordia è associata ad una delle beatitudini insegnate da Gesù: Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia!

Operando la misericordia verso il nostro prossimo andiamo allora incontro alla misericordia divina verso di noi, cioè, facciamo entrare Gesù nella nostra vita e nelle nostre azioni. Nella Lettera ai Romani di san Paolo, al capitolo 12 dal verso 1 al verso 21, viene spiega tutto questo.

Per praticare la misericordia non c’è bisogno di essere dei cristiani super-convertiti o super-istruiti, basti pensare che la possibilità di praticare la più grande opera di misericordia, cioè l'annunzio del Vangelo, viene riconosciuta dalla Chiesa anche ai bambini cristiani, in forza del Battesimo ricevuto. Se Gesù Cristo, attraverso la Chiesa, affida anche ai bambini l'opera più grande, evangelizzare, vuol dire che si fida molto più di noi di quanto noi ci fidiamo di noi stessi.

Come praticare la misericordia

Bisogna far sì che queste opere diventino atti quotidiani iniziando a praticarle verso i propri genitori, come recita il quarto Comandamento: onora il padre e la madre.

Le opere di Misericordia ci spingono ad aprire la porta del nostro cuore allo Spirito Santo e ci preparano a diventare ciò che Dio ha scelto per ognuno di noi; è pertanto importante capire che i veri misericordiosi sono coloro che, offrendo se stessi, portano agli altri i doni di Dio, doni corporali quanto spirituali, e non sono coloro che vogliono imporre agli altri le proprie opinioni spacciandoli come doni.

Chi vuole insegnare efficacemente al suo fratello infatti, deve dapprima togliere la trave dal proprio occhio e solo dopo dire pieno di amore: “Mio carissimo fratello, io vedo che una pagliuzza infastidisce il tuo occhio. Lasciami venire da te, affinché te la tolga delicatamente!”.

Per diventare tutto questo la Chiesa, ha voluto, in un certo senso, “catalogare” le opere di misericordia dividendole in due parti: sette opere di misericordia corporali e sette opere di misericordia spirituali. Questo perché noi siamo esseri costituiti da anima (o meglio spirito) e corpo. Ciò che dà vita al nostro corpo è lo spirito dell'uomo che è in noi tanto che molti autori cristiani, ma soprattutto il grande domenicano san Tommaso d’Aquino insegna che è la carne che è vivificata dallo spirito e non il contrario.

Quando il corpo perde il contatto con lo spirito, nella morte, il corpo muore. Lo spirito, questa anima che viveva dentro il corpo invece, non muore mai, come diciamo anche nel Credo: credo nella risurrezione della carne, la vita eterna. Così ci ha voluto e pensato Dio ed è meraviglioso, ma per avere questa vita eterna nella gioia piena, saremo giudicati su queste opere.

La Chiesa pertanto distingue – ma non separa – tra opere di misericordia spirituale, dirette allo spirito dell'uomo, e opere di misericordia corporale, dirette al corpo dell'uomo. Questa è solo una distinzione semplificata per aiutarci ad applicarle tutte insieme, perché sia le une che le altre coinvolgono l'anima e il corpo e perciò non possono essere separate.

Elenco delle sette opere di misericordia corporali:

  1. Dar da mangiare agli affamati
  2. Dar da bere agli assetati
  3. Vestire gli ignudi
  4. Alloggiare i pellegrini
  5. Visitare gli infermi
  6. Visitare i carcerati
  7. Seppellire i morti

e le sette opere di misericordia spirituali:

  1. Consigliare i dubbiosi
  2. Insegnare agli ignoranti
  3. Ammonire i peccatori
  4. Consolare gli afflitti
  5. Perdonare le offese
  6. Sopportare pazientemente le persone moleste
  7. Pregare Dio per i vivi e i morti

Le opere buone sono uno dei mezzi per cancellare la pena che resta nell'anima per i nostri peccati già perdonati. Conoscere Gesù, pertanto, significa renderci conto che la nostra vita non può avere altro senso che quello di darci al servizio degli altri. Un cristiano non può fermarsi ai suoi problemi personali, perché deve vivere al cospetto della Chiesa universale, pensando alla salvezza di tutte le anime.

Se veramente siamo figli di Maria, riusciremo a comprendere il comportamento del Signore, il nostro cuore si dilaterà e avremo viscere di misericordia. Ci dorranno allora le sofferenze, le miserie, gli errori, la solitudine, l'angoscia, le pene degli uomini nostri fratelli. E sentiremo l'urgenza di aiutarli nei loro bisogni e di parlare loro di Dio, perché imparino a trattarlo da figli e possano conoscere la delicatezza materna di Maria.

La nostra vita deve accompagnare quella degli altri perché nessuno sia o si senta solo. La nostra carità deve essere anche affetto, calore umano.

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