Annunciazione (Francesco Mochi)

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1leftarrow.png Voce principale: Annunciazione a Maria.
Orvieto MoDo F.Mochi Madonnaannunciata 1603.jpg
Francesco Mochi, Madonna annunciata (1608), marmo
Annunciazione
Opera d'arte
Stato

bandiera Italia

Regione Flag of Umbria.svg Umbria
Regione ecclesiastica Umbria
Provincia Terni
Comune

Stemma Orvieto

Località
Diocesi Orvieto-Todi
Parrocchia o Ente ecclesiastico
Ubicazione specifica Museo dell'Opera del Duomo
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Orvieto
Luogo di provenienza Cattedrale di Santa Maria Assunta, altare maggiore
Oggetto gruppo scultoreo
Soggetto San Gabriele arcangelo annunciante; Madonna annunciata
Datazione 1605 - 1608
Datazione
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Ambito culturale
Autore

Francesco Mochi

Altre attribuzioni
Materia e tecnica marmo
Misure h. 185 cm (Angelo); h. 210 cm (Madonna)
Iscrizioni
Stemmi, Punzoni, Marchi
Note

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Collegamenti esterni
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26Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: "Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te". 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine"....
34Allora Maria disse all'angelo: "Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?". 35Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio". 38Allora Maria disse: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola". E l'angelo si allontanò da lei.
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L'Annunciazione è un gruppo scultoreo, costituito da due statue, venne realizzato tra il 1605 ed il 1608, in marmo, da Francesco Mochi (15801654), proveniente dall'altare maggiore della Cattedrale di Santa Maria Assunta di Orvieto ed ora conservato presso il Museo dell'Opera del Duomo di questa città.

Descrizione

Soggetto

Il gruppo scultoreo è costituito da due statue raffiguranti:

  • San Gabriele arcangelo annunciante, è colto nel momento in cui sta scendendo dal cielo, appoggiato su una nuvola che lo sorregge, dando così anche una dimensione spaziale alla scena. Il panneggio è turbinosamente mosso dal volo, mentre con il braccio sinistro addita quella che all'interno del Duomo sarebbe stata la fonte di luce, ossia la Cappella Nuova, indica quindi Dio. Il marmo è lavorato con estrema perizia e perfetta armonia delle proporzioni, mentre i dettagli e l'agilità della scena rendono la figura viva e possente nella sua grazia ed esuberanza. Il volto è estremamente espressivo e magnetico nella sua perfetta bellezza. Questa scultura è stata riconosciuta da vari studiosi, come la prima statua barocca, sia per il linguaggio usato sia per la sua composizione alquanto teatrale.
  • Madonna annunciata, non è un'ascoltatrice paziente del messaggio divino, ma viene colta in piedi, appena alzata dalla sedia, che è ancora in bilico e alla quale rimane impigliato l'abito, con il libro di preghiere stretto al seno come protezione, e con le gambe rivolte nel senso opposto di san Gabriele arcangelo, quasi pronta per fuggire. L'espressione non è di rassegnazione ed unisce il timore per il sopraggiungere dell'Arcangelo ad uno sdegno fiero e quasi altero, che ne fa una reale "regina dei cieli".

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

  • Scarni elementi sono gli che connotano la scena dal punto di vista spaziale e realistico: una sedia ed un libro. Infatti, la parte inferiore della sedia sembra sfondata, a sottolineare la massa possente della Madonna, che non è certo una presenza esile a confronto dell'Arcangelo, il quale presente dimensioni minori, perché è egli è mostrato ancora in cielo e quindi più lontano dallo spettatore.
  • L'accostamento tra il dinamismo centrifugo di san Gabriele arcangelo e la concentrazione dello scatto allarmato della Madonna produce un'insieme di sorprendente complementarietà ed equilibrio. Il formidabile movimento dell'Arcangelo è frutto di uno schema compositivo profondamente innovativo sostenuto da una capacità tecnica che precorre i temi e i valori del barocco. Il volume compatto di Maria Vergine, in apparenza meno impegnato, è al contrario un saggio di analisi psicologica e di indagine naturalistica, in particolare nel dettaglio della sedia.
  • Le due statue hanno un buono stato di conservazione anche se l'Arcangelo presenta una piccola mutilazione dell'indice della mano destra con la quale reggeva un giglio di cui rimane solo lo stelo. Nel panneggio di entrambe le statue è presente qualche lieve frattura, in punti in cui il marmo è più sottile, che probabilmente serviva a provocare un riverbero della luce che filtrava attraverso la Cappella di San Brizio.

Notizie storico-critiche

Le statue del gruppo dell'Annunciazione vennero commissionate dall'Opera del Duomo a Francesco Mochi, su raccomandazione del suo protettore, il duca Mario Farnese, la cui famiglia era originaria del territorio ed aveva una forte influenza sulla città.

La prima opera realizzata dall'artista fu il san Gabriele arcangelo annunciante, commissionato nel 1603 e collocato nel 1605 sopra la balaustra dell'altare maggiore, accanto alla piccola porta verso la Cappella nuova del Duomo.

La Madonna annunciata fu scolpita nel 1608, ma non collocata immediatamente all'interno del Duomo per l'opposizione del cardinale Giacomo Sannesio, vescovo di Orvieto (1605 - 1621), anche se la committenza era rimasta soddisfatta del lavoro dell'artista.

Le due figure sono indissolubilmente legate, sia dal punto di vista formale che spirituale, ma nel XIX secolo furono rimosse dalla loro ubicazione originaria all'interno della Cattedrale e sistemate nei depositi del Museo dell'Opera del Duomo, in una posizione che non aiutava la comprensione di alcuni valori importanti come quello della luce.

Attualmente, il gruppo scultoreo è conservato presso la Chiesa di Sant'Agostino, sede distaccata del Museo dell'Opera del Duomo.

Bibliografia
  • Carlo Bertelli et. al., Storia dell'Arte Italiana, vol. 3, Editore Electa-Bruno Mondadori, Milano 1990, pp. 301 - 302 ISBN 9788842445234
Voci correlate
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 25 agosto 2019 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.