Basilica di San Simplicio (Olbia)

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Basilica di San Simplicio (Olbia)
San Simplicio (Olbia).jpg
Basilica di San Simplicio, esterno
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Sardegna
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Sardegna
Provincia Olbia-Tempio
Comune Stemma Olbia
Diocesi Tempio-Ampurias
Religione Cattolica
Indirizzo Via San Simplicio - 07026 Olbia (OT)
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione basilicale
Dedicazione San Simplicio di Olbia
Stile architettonico Romanico sardo
Inizio della costruzione XI secolo, fine
Completamento XII secolo, metà
Strutture preesistenti Necropoli romana e chiesa paleocristiana
Materiali granito, laterizi
Altezza Massima 12 m
Larghezza Massima 13 m
Lunghezza Massima 33 m
Coordinate geografiche
40°55′32″N 9°29′48″E / 40.9255, 9.496611 bandiera Italia


La Basilica di San Simplicio è una chiesa che sorge ad Olbia ed è una delle più imponenti e significative del romanico sardo.

Storia

La chiesa, costruita tra la fine dell'XI secolo e la metà del XII secolo, sorge su una collina, situata ad occidente della città, ed in corrispondenza dell'antica necropoli romana, utilizzata fino all'Alto Medioevo. Sull'area esisteva già una piccola chiesa paleocristiana, eretta probabilmente tra il 594 e il 611, che a sua volta era situata accanto ad un Tempio romano.

La basilica fu edificata in tre fasi:

  • fine dell'XI secolo, vengo costruiti l'abside, i muri perimetrali e la maggior parte delle colonne interne;
  • primo quarto del XII secolo, viene realizzata la copertura a volta a botte delle navate laterali, il prolungamento delle campate anteriori ed il rialzamento in muratura dei muri perimetrali;
  • metà del XII secolo, vengono completate la copertura e la facciata.

L'edificazione della basilica si deve probabilmente ai primi Giudici di Gallura, come centro di un nucleo burocratico ed amministrativo che per alcuni secoli divenne capitale del Regno giudicale. Accanto alla chiesa - unico elemento superstite della Civita (antico nome di Olbia) medievale - sorgevano probabilmente la cancelleria giudicale, il palazzo vescovile e altri edifici, secondo un'idea di Insula episcopalis tipicamente bizantina. Di tale centro si trova testimonianza indiretta, attraverso alcuni atti giudicali, come quello di Ittocorre dell'8 maggio 1116, redatto in cimiterio Sancti Semplicii; nel Compartiment de Serdenya del XIV secolo che descrive la Cort Royal come un insieme di edifici terreni e non, protetti da una particolare recinzione munita di due porte d'accesso ed, infine, da una testimonianza tarda (datata 1644) resa dall'arciprete di Terranova, il quale scriveva:

« Archipresbyteratus non est situs in Civitate Civitae, quae cathedralis erat, sed in parvo Castro Terrae novae nuper extructo ... quod maneat adhuc Cathedra in Civitate Civitae, quae a multo tempore fuit destructa, seu quo traslata ad Castrum Terrae novae, quod nuper extructum fuit, et Civitas non est. »

L'edificio sacro fu cattedrale della Diocesi di Civita fino al 1503.

La chiesa, parrocchiale dal 1955, il 29 luglio 1993 papa Giovanni Paolo II l'ha elevata alla dignità di Basilica minore.[1]

Descrizione

Basilica di San Simplicio, pianta

Esterno

La chiesa presenta una facciata a salienti, tripartita da due lesene, caratterizzata da:

  • al centro:
    • in alto, trifora, costituita da due colonnine marmoree a nodo, inserita nel campo incassato di un arco cieco;
    • in basso, portale architravato sormontato da un arco a tutto sesto.
  • a sinistra, sotto un archetto, si nota:
    • Lastra marmorea, databile all'Alto Medioevo, proveniente da un edificio scomparso che presenta una scena di difficile interpretazione: secondo alcuni studiosi raffigurerebbe Gesù Cristo che entra in Gerusalemme, mentre secondo altri un Combattimento tra cavalieri.
  • a destra, il campanile a vela di gusto spagnoleggiante, costruito in epoca successiva alla facciata stessa.

L'abside, in esterno, è tripartita da due lesene, e decorata da da una cornice ad archetti.

Interno

La chiesa presenta una pianta rettangolare absidata, suddivisa in tre navate da pilastri che si alternano con colonne, in granito, alcune delle quali presentano capitelli figurati zoomorfi (teste di capra o ariete) o antropomorfi (teste umane). All'interno, si nota:

Basilica di San Simplicio, interno
Note
Bibliografia
  • R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300, col. "Storia dell'arte in Sardegna", Editore Ilisso, Nuoro 1993, sch. 14
  • R. Coroneo, R. Serra, Sardegna preromanica e romanica, col. "Patrimonio artistico italiano", Editore Jaca Book, Milano 2004, pp. 111 - 122
  • R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico culturali, Cagliari 2005, p. 65
  • A. Pistuddi, La chiesa di San Simplicio ad Olbia: contributo allo studio dei capitelli, in "Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Cagliari", n.s. XXI (vol. LVIII) - 2003, Cagliari 2004, pp. 155 - 173
  • Renata Serra, La Sardegna, col. "Italia Romanica", Editore Jaca Book, Milano 1989, pp. 322 - 329
  • Touring Club Italiano (a cura di), Sardegna, col. "Guide Rosse", Editore Touring, Milano 2008, pp. 617-618 ISBN 9770390107016
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 15 maggio 2017 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.