Basilica di San Simplicio (Olbia)
Basilica di San Simplicio (Olbia) | |
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Basilica di San Simplicio, esterno | |
Stato | Italia |
Regione | Sardegna |
Provincia | Olbia-Tempio |
Comune | Olbia |
Diocesi | Tempio-Ampurias |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Via San Simplicio - 07026 Olbia (OT) |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | basilicale |
Dedicazione | San Simplicio di Olbia |
Stile architettonico | Romanico sardo |
Inizio della costruzione | XI secolo, fine |
Completamento | XII secolo, metà |
Strutture preesistenti | Necropoli romana e chiesa paleocristiana |
Materiali | granito, laterizi |
Altezza Massima | 12 m |
Larghezza Massima | 13 m |
Lunghezza Massima | 33 m |
Coordinate geografiche | |
Italia |
La Basilica di San Simplicio è una chiesa che sorge ad Olbia ed è una delle più imponenti e significative del romanico sardo.
Storia
La chiesa, costruita tra la fine dell'XI secolo e la metà del XII secolo, sorge su una collina, situata ad occidente della città, ed in corrispondenza dell'antica necropoli romana, utilizzata fino all'Alto Medioevo. Sull'area esisteva già una piccola chiesa paleocristiana, eretta probabilmente tra il 594 e il 611, che a sua volta era situata accanto ad un Tempio romano.
La basilica fu edificata in tre fasi:
- fine dell'XI secolo, vengo costruiti l'abside, i muri perimetrali e la maggior parte delle colonne interne;
- primo quarto del XII secolo, viene realizzata la copertura a volta a botte delle navate laterali, il prolungamento delle campate anteriori ed il rialzamento in muratura dei muri perimetrali;
- metà del XII secolo, vengono completate la copertura e la facciata.
L'edificazione della basilica si deve probabilmente ai primi Giudici di Gallura, come centro di un nucleo burocratico ed amministrativo che per alcuni secoli divenne capitale del Regno giudicale. Accanto alla chiesa - unico elemento superstite della Civita (antico nome di Olbia) medievale - sorgevano probabilmente la cancelleria giudicale, il palazzo vescovile e altri edifici, secondo un'idea di Insula episcopalis tipicamente bizantina. Di tale centro si trova testimonianza indiretta, attraverso alcuni atti giudicali, come quello di Ittocorre dell'8 maggio 1116, redatto in cimiterio Sancti Semplicii; nel Compartiment de Serdenya del XIV secolo che descrive la Cort Royal come un insieme di edifici terreni e non, protetti da una particolare recinzione munita di due porte d'accesso ed, infine, da una testimonianza tarda (datata 1644) resa dall'arciprete di Terranova, il quale scriveva:
« | Archipresbyteratus non est situs in Civitate Civitae, quae cathedralis erat, sed in parvo Castro Terrae novae nuper extructo ... quod maneat adhuc Cathedra in Civitate Civitae, quae a multo tempore fuit destructa, seu quo traslata ad Castrum Terrae novae, quod nuper extructum fuit, et Civitas non est. » |
L'edificio sacro fu cattedrale della Diocesi di Civita fino al 1503.
La chiesa, parrocchiale dal 1955, il 29 luglio 1993 papa Giovanni Paolo II l'ha elevata alla dignità di Basilica minore.[1]
Descrizione
Esterno
La chiesa presenta una facciata a salienti, tripartita da due lesene, caratterizzata da:
- al centro:
- in alto, trifora, costituita da due colonnine marmoree a nodo, inserita nel campo incassato di un arco cieco;
- in basso, portale architravato sormontato da un arco a tutto sesto.
- a sinistra, sotto un archetto, si nota:
- Lastra marmorea, databile all'Alto Medioevo, proveniente da un edificio scomparso che presenta una scena di difficile interpretazione: secondo alcuni studiosi raffigurerebbe Gesù Cristo che entra in Gerusalemme, mentre secondo altri un Combattimento tra cavalieri.
- a destra, il campanile a vela di gusto spagnoleggiante, costruito in epoca successiva alla facciata stessa.
L'abside, in esterno, è tripartita da due lesene, e decorata da da una cornice ad archetti.
Interno
La chiesa presenta una pianta rettangolare absidata, suddivisa in tre navate da pilastri che si alternano con colonne, in granito, alcune delle quali presentano capitelli figurati zoomorfi (teste di capra o ariete) o antropomorfi (teste umane). All'interno, si nota:
- nella navata centrale, copertura a capriate lignee;
- al centro dell'abside, tre frammenti di dipinti murali ad affresco, databili al XV secolo, che raffigurano:
- San Simplicio di Olbia;
- San Vittore di Fausania;
- Corteo processionale di fedeli.
- sotto l'altare, Reliquiario a busto di san Simplicio di Olbia (XVII secolo), in legno intagliato policromo e dorato;
- alla base dell'altare, Reliquiario a cassa di san Simplicio di Olbia (XVII secolo), nel quale sono conservati i resti del Santo, che furono rinvenuti nel 1614, durante degli scavi archeologici nella cripta, ed in quell'occasione trasferiti nella chiesa parrocchiale di San Paolo, dove rimasero fino al 2001, quando il vescovo, Paolo Mario Virgilio Atzei, ne decise il ritorno nella basilica.
Note | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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