Beato Tommaso Holland
Beato Tommaso Holland, S.J. Presbitero · Martire | |
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Beato | |
Età alla morte | 42 anni |
Nascita | Sutton 1600 |
Morte | Londra 12 dicembre 1642 |
Professione religiosa | 29 dicembre 1633 |
Ordinazione presbiterale | XVII secolo |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 1929, da Pio XI |
Ricorrenza | 22 dicembre |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 22 dicembre, n. 6:
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Beato Tommaso Holland (Thomas) (Sutton, 1600; † Londra, 12 dicembre 1642) è stato un presbitero e martire inglese.
Biografia
Nacque nel 1600 a Sutton, Lancaster, dopo aver studiato al collegio di Sant'Omer, nel 1633 entrò nella Compagnia di Gesù. Fece il noviziato a Watten, nel Belgio e frequentò gli studi di teologia a Liegi, da dove, ordinato presbitero, fu inviato subito come direttore spirituale del collegio di Sant'Omer. La sua pietà e la sua cultura ascetica gli avevano meritato il titolo di Bibliotheca Pietatis.
Per la salute debolissima, fu mandato dai superiori in Inghilterra, dove giunse nel 1635. Non ne ricavò alcun miglioramento, anzi, i suoi disturbi si aggravarono sia per una ostinata inappetenza, sia per il fatto che doveva esercitare il suo ministero soprattutto di notte. Riuscì tuttavia a resistere per sette anni, esercitando un continuo apostolato attraverso peripezie di ogni genere. Dedicava tutto il tempo libero alla preghiera e ciò spiega come chi lo avvicinava avvertisse subito un'atmosfera soprannaturale.
Sospettato come sacerdote, sebbene senza prove, fu condotto in carcere a Newgate, il 4 ottobre 1642. Fu molto abile nel difendersi durante il processo e nessuna prova fu raccolta contro di lui, ma quando gli fu chiesto di giurare che non era un presbitero cattolico, si rifiutò e fu condannato a morte il 10 dicembre. Alla condanna rispose con gioia e, giunto in carcere, volle cantare il Te Deum.
Per due giorni la prigione fu assiepata di visitatori a cui egli rivolgeva parole piene di fede e di elevata spiritualità. Non volle che l'ambasciatore francese chiedesse per lui la grazia della liberazione, come si legge in una lettera da lui scritta ai superiori.
La mattina del 12 dicembre poté celebrare la Messa in carcere e poi fu condotto al patibolo del Tyburn. Qui manifestò pubblicamente la sua qualifica di sacerdote e di gesuita, fece atti di fede e di contrizione, offri a Dio la sua vita, perdonò tutti, diede poi al carnefice il poco denaro che possedeva, ricevette l'assoluzione da un confratello nascosto tra la folla. Fu impiccato mentre teneva le mani giunte.
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