Equipollenza
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L'equipollenza, dal tardo latino æquipollentia, col significato di corrispondenza, equivalenza, è una procedura utilizzata dalla Chiesa per le canonizzazioni e le beatificazioni.
La canonizzazione equipollente
La canonizzazione equipollente è proclamata quando il Santo Padre con un semplice decreto approva un culto nato spontaneamente da tempo remoto, senza indagini, processi e senza il verificarsi di un miracolo; quando le virtù eroiche (o martirio) e miracoli del servo di Dio sono raccontati da storici affidabili e la fama della sua miracolosa intercessione è ininterrotta.
A partire dalla dottrina intrinseca al De Servorum Dei Beatificatione et Beatorum Canonizatione di Benedetto XIV la Chiesa applica tutti i criteri previsti per le beatificazioni e le canonizzazioni, compresi quelli per la canonizzazione equipollente.
Esempi
Alcuni esempi di canonizzazione equipollente sono i santi Romualdo, Norberto, Bruno, Pietro Nolasco, Raimondo Nonnato, Giovanni de Matha, Felice di Valois, la regina Margherita di Scozia, il re Stefano d'Ungheria, Venceslao duca di Boemia e Gregorio VII. Nel XXI secolo si hanno due esempi con Papa Francesco che il 9 ottobre 2013 ha canonizzato con equipollenza la Beata Angela da Foligno[1] e Papa Benedetto XVI il 10 maggio 2012 la Beata Ildegarda di Bingen[2].
Tali casi offrono una buona prova della cautela con cui la Chiesa romana procede in queste canonizzazioni equipollenti. San Romualdo non fu canonizzato fino a 439 anni dopo la sua morte e l'onore gli venne prima che a chiunque altro menzionato. Possiamo aggiungere che la canonizzazione equipollente consiste solitamente nel prescrivere da parte del papa un Ufficio e una Messa in onore del santo e che il solo comparire nell'elenco del Martirologio Romano non implica in alcun modo tale onore[3].
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