Sant'Ildegarda di Bingen
Santa Ildegarda di Bingen, O.S.B. Religiosa | |
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Santa | |
Dottore della Chiesa | |
Età alla morte | 81 anni |
Nascita | Bermersheim vor der Höhe 1098 |
Morte | Bingen 17 settembre 1179 |
Vestizione | 1147 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerata da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 1324 |
Canonizzazione | 10 maggio 2012, da Benedetto XVI |
Ricorrenza | 17 settembre |
Santuario principale | Cappella del priorato benedettino di Bingen |
Attributi | penna, libro, cetra, bastone pastorale |
Patrona di | filologi ed esperantisti |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 17 settembre, n. 7:
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Santa Ildegarda di Bingen (Bermersheim vor der Höhe, 1098; † Bingen, 17 settembre 1179) è stata una religiosa, mistica e scrittrice tedesca. Nella sua vita fu, inoltre, scrittrice, musicista, cosmologa, artista, drammaturga, guaritrice, linguista, naturalista, filosofa, poetessa, consigliera politica, profetessa e compositrice.
Il 7 ottobre 2012 è stata proclamata dottore della Chiesa da papa Benedetto XVI[1].
Biografia
Nacque, ultima di dieci fratelli, vicino ad Alzey, nell'Assia-Renana, nell'estate del 1098, un anno prima che i crociati conquistassero Gerusalemme.
Ebbe il dono di avere visioni dalla tenera età fino a tutto il corso della sua esistenza. All'età di otto anni, a causa delle visioni, fu fatta entrare nel monastero di Disibodenberg dai suoi nobili genitori, Ildeberto e Matilda di Vendersheim; nel monastero fu educata da Jutta di Sponheim, giovane aristocratica ritiratasi in monastero. Emise la professione monastica tra il 1112 e il 1115, nelle mani del Vescovo Ottone di Bamberg.
Studiò sui testi dell'enciclopedismo medievale: San Dionigi l'Areopagita e Sant'Agostino. Iniziò a parlare e a scrivere delle sue visioni (che definiva visioni non del cuore o della mente, ma dell'anima) intorno al 1136, quando aveva ormai quasi quarant'anni.
Nel 1150 fondò il monastero del Rupertsberg, presso Bingen.
Dotata di un carattere energico; esercitò la sua attività non solo nel silenzio del monastero, ma anche in lunghe peregrinazioni attraverso città, paesi e istituti religiosi, mirando alla riforma morale del clero, dei monaci e del popolo cristiano. Nell'arco di una dozzina di anni, tra la fine del 1159 e il 1170, compì quattro viaggi pastorali, predicando nelle cattedrali di Colonia, Treviri, Liegi, Magonza, Metz e Werden. vescovi e abati, re e principi entrarono in corrispondenza epistolare con lei e ne sollecitarono i consigli.
In contatto epistolare con il San Bernardo di Chiaravalle, sfidò con parole durissime l'imperatore Federico Barbarossa, fino ad allora suo protettore, quando questi oppose due antipapi ad Alessandro III. L'imperatore non si vendicò dell'affronto, ma lasciò cadere il rapporto di amicizia che fino ad allora li aveva legati.
Al sinodo di Treviri (1148) San Bernardo propugnò con calore davanti al Papa Eugenio III l'approvazione di Ildegarda e della sua opera Scivias.
Nel 1169 effettuò un esorcismo su una tale Sigewize, che aveva fatto ricoverare nel suo monastero dopo che altri monaci non avevano potuto liberarla: nel rito, condotto da lei personalmente - cosa del tutto inusuale per una donna - volle tuttavia la presenza di sette sacerdoti.
Una posizione centrale nel pensiero di Ildegarda è occupato dalla Viriditas, l'"energia vitale", intesa come rapporto tra l'uomo, con le sue riflessioni e le sue emozioni, e la natura, preziosa alleata anche per guarire dalle malattie.
Morì il 17 settembre 1179, a Bingen, per cause naturali.
Il culto
Fu beatificata e proclamata santa a furor di popolo, sebbene il processo di canonizzazione avviato da papa Gregorio IX una cinquantina di anni dopo la sua morte si sia concluso solo il 10 maggio 2012 quando Benedetto XVI ha esteso alla Chiesa Universale il Culto liturgico in suo onore iscrivendola nel catalogo dei Santi.
Molti calendari la ricordano il 17 settembre, giorno della sua morte che, secondo la leggenda devozionale, le sarebbe stato predetto in una delle sue ultime visioni.
Fu seppellita nel monastero di Rupertsberg, dove le fu elevato un ricco mausoleo.
Quando però nel 1632, durante la Guerra dei Trent'anni, il monastero fu distrutto e bruciato dagli Svedesi, i monaci benedettini portarono con sé le reliquie nella cappella del priorato di Bingen, dove ancora oggi si trovano.
Papa Giovanni Paolo II, in una lettera per l'ottocentesimo anniversario della sua morte, salutò in Ildegarda la "profetessa della Germania", la donna "che non esitò a uscire dal convento per incontrare, intrepida interlocutrice, vescovi, autorità civili, e lo stesso imperatore", cioè Federico Barbarossa. E al genio di Ildegarda fece ancora cenno nell'enciclica sulla dignità femminile Mulieris Dignitatem.
La sua memoria liturgica è stata celebrata per lungo tempo dalla Chiesa tedesca[2], finché, il 10 maggio 2012, papa Benedetto XVI con una canonizzazione equipollente l'ha iscritta nel catalogo dei santi e ne ha esteso il culto alla Chiesa universale[3].
Il 7 ottobre 2012 è stata proclamata dottore della Chiesa da papa Benedetto XVI[4].
Opere
Ildegarda lasciò molte opere:
- Scivias ("Conosci le vie"), Adelgundis Fuhrkotter, CCCM, XLIII; XLIIIA, Turnhout, 1978
- Liber Vitae Meritorum ("Libro dei meriti della vita"), in Sanctae Hildegardis Opera, a cura di J.B. Pitra, Montecassino, 1882
- Liber Divinorum Operum ("Libro delle opere divine"), in Patrologia Latina, vol. 197
- Physica; edizione a cura di C. Darenberg e F. A. Reuss, in Patrologia Latina, vol. 197 (testo del manoscritto parigino); "Frammento berlinese", a cura di H. Schipperges, "Sudhoffs Archiv" 40 (1956), 41-77
- Causae et curae, a cura di P. Kaiser, Leipzig, 1903
- Symphonia harmoniae celestium revelationum, a cura di P. Barth, M.-I. Ritscher e J. Schmidt-Gorg, Salzburg, 1969
- Ordo virtutum: edizione critica a cura di Peter Dronke, in Poetic Individualities in the Middle Ages, Oxford, 1970
- Epistolae, In Patrologia Latina, vol. 197; altre lettere in J. B. Pitra, Sanctae Hildegardis Opera, Montecassino, 1882; le lettere del manoscritto di Stoccarda sono state edite da F. Haug in Revue Bénédictine 43 (1931), 59-71; altre lettere dal manoscritto B sono state edite da Peter Dronke in Women Writers of the Middle Ages, Cambridge, 1984, p. 256-264
- Vita Sancti Disibodi
- Vita Sancti Reperti
- Expositio Evangeliorum
- Explanatio Simboli S. Athanasii
- Explanatio Regulae Sancti Benedicti
Lasciò anche una notevole quantità di lavori musicali, raccolti sotto il nome di Symphonia harmoniae celestium revelationum ("sinfonia delle rivelazioni celesti dell'armonia"), diviso in due parti: i Carmina ("canti") e l'Ordo Virtutum ("La schiera delle virtù"), opera drammatica musicata.
Diede un notevole contributo anche alle scienze naturali, scrivendo due libri che raccoglievano tutto il sapere medico e botanico del suo tempo, e che vanno sotto il titolo di Physica ("Storia naturale" o "Libro delle medicine semplici") e Causae et curae ("Libro delle cause e dei rimedi" o "Libro delle medicine composte").
Ebbero anche grande fama le sue lettere a vari destinatari, nelle quali tratta di diversi argomenti, ma dove risponde soprattutto a richieste di consigli di ordine spirituale.
La Lingua Ignota
Ildegarda fu l'autrice di una delle prime lingue artificiali di cui si abbia notizia, la Lingua ignota[5], da lei utilizzata probabilmente per fini mistici. Essa utilizza un alfabeto di 23 lettere, definite le ignotae litterae.
Ildegarda descrisse parzialmente tale lingua in un'opera intitolata Lingua Ignota per hominem simplicem Hildegardem prolata ("Lingua ignota parlata dalla persona semplice di Ildegarda"), di cui sono sopravvissuti solo due manoscritti, entrambi risalenti al 1200: il Codice di Wiesbaden e un manoscritto di Berlino. Il testo è un glossario di 1011 parole in Lingua Ignota, con traslitterazione per la maggior parte in latino, e in tedesco medioevale; le parole sembrano essere a priori conii, per lo più nomi con qualche aggettivo. Sotto l’aspetto grammaticale, la lingua ignota sembra essere una parziale rilessificazione del latino: sembra infatti che la lingua ignota sia stata ideata adattando un nuovo vocabolario alla grammatica latina preesistente.
Non è noto se altri, oltre la sua creatrice, abbiano avuto familiarità con essa. Nel XIX secolo alcuni credevano che Ildegarda avesse ideato il suo linguaggio per proporre una lingua universale che unisse tutti gli uomini[6]. Oggi è generalmente accettato che la lingua ignota sia stata concepita come un linguaggio segreto, simile alla "musica inaudita", della quale ella avrebbe avuto conoscenza per ispirazione divina.
La lingua ignota può essere considerata una delle più antiche lingue artificiali oggi conosciute.
Nella filmografia
La regista tedesca Margarethe von Trotta girò il film Vision- Aus dem Leben der Hildegard von Bingen, dove Barbara Sukova interpreta Ildegarda. Il giorno della prima del film, 17 settembre 2009, fu scelto in coincidenza con il giorno della morte di Ildegarda.
Nel film Barbarossa, di Renzo Martinelli, Ildegarda predice all'Imperatore le ragioni della sua sconfitta e la causa della sua futura morte.
Note | |
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Fonti | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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