Compianto su Gesù Cristo morto (Giovanni Bellini)

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MuVa PinVa G.Bellini CompiantoCristomorto 1473-1476.jpg

Giovanni Bellini, Compianto su Gesù Cristo morto (1473 - 1476), olio su tavola
Pietà o Unzione del corpo di Gesù Cristo
Opera d'arte
Stato bandiera Città del Vaticano
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Comune bandiera Città del Vaticano
Diocesi Roma
Vicariato Generale dello Stato della Città del Vaticano
Ubicazione specifica Pinacoteca Vaticana, sala IX
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Pesaro
Luogo di provenienza Chiesa di San Francesco, altare maggiore
Oggetto dipinto
Soggetto Compianto su Gesù Cristo morto
Datazione 1473 - 1476
Ambito culturale
scuola veneta
Autore Giovanni Bellini
detto Giambellino
Altre attribuzioni Bartolomeo Montagna, Giovanni Buonconsiglio, Andrea Mantegna
Materia e tecnica olio su tavola
Misure h. 107 cm; l. 84 cm
Note
Il dipinto costituiva la cimasa della celebre Pala di Pesaro
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38Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. 39Vi andò anche Nicodemo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. 40Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura.
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Il Compianto su Gesù Cristo morto (detto anche Pietà o Unzione del corpo di Gesù Cristo) è un dipinto, che costituiva la cimasa della celebre Pala di Pesaro, eseguita tra il 1473 ed il 1476, ad olio su tavola, da Giovanni Bellini (1433 ca. - 1516), proveniente dall'altare maggiore della Chiesa di San Francesco a Pesaro ed attualmente conservato nella Pinacoteca Vaticana, presso i Musei Vaticani.

Descrizione

Soggetto

Nel dipinto compaiono:

  • Gesù Cristo morto, già deposto dalla croce, è seduto sul sarcofago: egli non è presentato come di consueto in posizione frontale, ma in tralice.
  • Giuseppe d'Arimatea lo tiene per la schiena.
  • Nicodemo tiene l'ampolla degli ungenti della Maddalena.
  • Santa Maria Maddalena, inginocchiata davanti a Gesù, gli sta improfumando una mano.

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

  • La composizione (che suggerisce un punto di vista da sotto in su) si distingue per l'intonazione assorta e dolente della rappresentazione e per l'intimo rapporto emozionale che lega i protagonisti.
  • Nel dipinto si legge un profondo senso del dramma del sacrificio divino, espresso dai volti corrucciati e dall'espressione composta, ma gonfia di pianto che sembra per esplodere della Maddalena. Il silenzio corale e pensoso dei tre e il complesso gioco di intreccio delle loro mani esprimono un senso di comunione che ha un che di sacramentale.

Notizie storico-critiche

L'opera costituiva la parte alta (cimasa) della celebre pala d'altare che Giovanni Bellini dipinse a Pesaro per l'altare maggiore della Chiesa di San Francesco fra il 1473 e il 1476. La pala, attualmente conservata nei Musei Civici di Pesaro, raffigura l’Incoronazione di Maria Vergine tra san Paolo, san Pietro, san Francesco d'Assisi e san Girolamo.[1]

La pala restò nella sua collocazione originale fino alle soppressioni napoleoniche del 1797; con il passaggio dell'edificio alla proprietà comunale e dopo varie vicissitudini, approdò nei Musei Civici. La Pietà invece venne trasferita a Parigi, dove fu recuperata nel 1815 da Antonio Canova; arrivata a Roma pervenne alla Pinacoteca Vaticana, dove si trova tutt'oggi, ricevendo nel tempo numerose attribuzioni, da Bartolomeo Montagna a Giovanni Buonconsiglio fino ad Andrea Mantegna. Nel 1913, Gustavo Frizzoni la riconobbe come il coronamento della Pala di Pesaro, che all'epoca era stata rimpiazzata da un dipinto con San Girolamo.

Note
Bibliografia
  • Giorgio Cricco et. al., Itinerario nell'arte, vol. 2, Editore Zanichelli, Bologna 1999, pp. 366 – 367 ISBN 9788808079503
  • Renato Ghiotto, T. Pignatti, L'opera completa di Giovanni Bellini (detto il Giambellino). Apparati critici e filologici , Editore Rizzoli, Milano 1969, pp. 93 - 94
  • Mauro Lucco, Giovanni Carlo Federico Villa (a cura di), Giovanni Bellini, Editore Silvana, Milano 2008, pp. 202 - 203 ISBN 9788836611331
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 15 giugno 2017 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.