Mirra

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Mirra
Myrrh.JPG

Grani di mirra
Tipologia Elemento naturale
Etimologia dal latino murra o myrrha; nel greco dei LXX σμύρνα, smýrna in ebraico מוֹר, môr con significato di amaro
gomma odorosa
Personaggi biblici
Simboli
correlati
  • Oro
  • Incenso
  • Fonti bibliche e cristiane
  • Bibbia
  • Episodi biblici e cristiani
  • Visita e adorazione dei Magi
  • Sepoltura di Gesù
  • Cantico dei Cantici
  • Virgolette aperte.png
    Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
    Virgolette chiuse.png

    La mirra (dal latino murra o myrrha; nel greco dei LXX σμύρνα, smýrna[1]; in ebraico מוֹר, môr: la radice semitica è correlata all'idea di "amaro") è una specie di gomma odorosa, che emana, spontaneamente o mediante incisioni, in forma liquida, da una pianta di genere del balsamodendron che cresce in Arabia[2].

    Nella Bibbia

    Nell'Antico Testamento la mirra si trova citata come uno dei componenti dell'olio utilizzato per l'unzione di Aronne (Es 30,23 ) e dei suoi successori.

    Ne è attestato l'uso come profumo: con tale significato il Cantico dei Cantici la menziona per ben sette volte (1,13; 3,6; 4,6.14; 5,1.5.13). Altri passi parlano di letti e di vesti profumate con la mirra (Sal 44,9; 48,8 ; Pr 7,17 ).

    Il Libro di Ester afferma che erano purificate per sei mesi con olio di mirra le fanciulle destinate ad essere concubine del re Assuero (2,12). La Sapienza personificata si paragona infine, nell'autoelogio di Sir 24 , a mirra scelta che sparge buon odore.

    Nel Nuovo Testamento la mirra è menzionata in tre situazioni:

    Nella tradizione della Chiesa

    I Padri della Chiesa hanno interpretato la mirra donata dai Magi a Gesù in riferimento alla sua sepoltura. Dom Prosper Guéranger riporta le parole con cui San Leone Magno esprime, in uno dei suoi Sermoni sull'Epifania, il significato dei tre doni:

    « (I magi) prima di intraprendere le fatiche d'un lungo viaggio, avevano già conosciuto Colui al quale erano dovuti, con l'oro, gli onori di Re; con l'incenso, il culto divino; con la mirra, la fede nella sua mortalità. »

    Guéranger attualizza tale significato in riferimento alla vita del cristiano; egli spiega che la mirra significa:

    « La rinuncia, la sofferenza, la mortificazione, mediante le quali siamo sottratti alla schiavitù della natura corrotta»
    (ibid., online)

    L'uso odierno

    Oggi la mirra si trova in commercio sotto forma di granuli tondeggianti o di masse di colore bruno, di tintura e di olio essenziale, ma, a differenza dell'antichità, è ricavata dalla commiphora abyssinica, che cresce in Arabia e in Africa.

    Note
    1. Così Bellarmino Bagatti (1952) 1080. Il Vocabolario Treccani online riporta invece la forma greca μύρρα, mýrra.
    2. Bellarmino Bagatti (1952) 1080.
    3. A livello del testo di Matteo non sembra sostenibile l'interpretazione patristica della mirra come preannuncio della sepoltura di Gesù (cfr. Gv 19,39 ). Vedi Rudolf Schnackenburg, Dio ha inviato il suo Figlio, Queriniana, Brescia 1991, ISBN 8839914951, p. 61.
    Bibliografia
    Voci correlate
    Firma documento.png

    Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 6 gennaio 2014 da don Paolo Benvenuto, baccelliere in Teologia.

    Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.