Culda

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Culda (in ebraico חֻלְדָּה, Chuldàh, "ratto") è una profetessa dell'Antico Testamento.

Quando il re Giosia ascoltò le parole del libro della Legge ritrovato nel Tempio di Gerusalemme[1] e si rese conto del peccato dei figli di Giuda (2Re 22,10-13 ), mandò i suoi collaboratori a consultare YHWH, e questi andarono da Culda, moglie del guardarobiere Sallum, che abitava nel secondo quartiere di Gerusalemme (2Re 22,14 ).

Culda riferisce la parola del Signore, che annuncia la sciagura su Gerusalemme, a causa del peccato dei suoi abitanti, che hanno abbandonato YHWH e hanno bruciato incenso ad altri dei (2Re 22,15-17 ).

Il fatto che i funzionari di Giosia vadano a consultare Culda colpisce, al considerare che Geremia erano vivi e attivi in quel momenti i profeti Geremia (Ger 1,1.3 ) e Sofonia (Sof 1,1 ). Il tenore della risposta della profetessa ci rivela che ella aveva una grande autorevolezza a Gerusalemme.

Riguardo al re Giosia Culda annuncia che YHWH ha visto la sua umiliazione, e che per questo gli risparmia il castigo di vedere la desolazione del paese (2Re 22,18-20 ).

L'episodio è riferito in maniera praticamente identica in 2Cr 34,22-28 .

Note
  1. Gli esegeti ritengono che si tratti del Libro del Deuteronomio.
Voci correlate