Discorso della montagna (Beato Angelico)

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Firenze MuS.Marco BeatoAngelico DiscorsoMontagna 1438-40ca.jpg
Beato Angelico, Discorso della montagna (1438 - 1440 ca.), affresco
Discorso della montagna
Opera d'arte
Stato

bandiera Italia

Regione Stemma Toscana
Regione ecclesiastica Toscana
Provincia Firenze
Comune

Stemma Firenze

Località
Diocesi Firenze
Parrocchia o Ente ecclesiastico
Ubicazione specifica Museo Nazionale di San Marco, primo piano, dormitorio, cella 32
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Firenze
Luogo di provenienza ubicazione originaria
Oggetto dipinto murale
Soggetto Discorso della montagna
Datazione 1438 - 1440 ca.
Datazione
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Ambito culturale Ambito fiorentino
Autore

Beato Angelico (Guido di Pietro) e bottega

Altre attribuzioni
Materia e tecnica affresco
Misure
Iscrizioni
Stemmi, Punzoni, Marchi
Note

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Collegamenti esterni
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20Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. 21Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: «Beati Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 22Beati gli afflitti, perché saranno consolati. 23Beati i miti, perché erediteranno la terra. 24Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati....
25Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 26Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 27Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 28Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 29Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 30Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.»
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Il Discorso della montagna è un dipinto murale, eseguito tra il 1438 ed il 1440 circa, ad affresco, da Guido di Pietro, detto Beato Angelico, ubicato nella cella 32 del dormitorio, al primo piano, nel Convento di San Marco, oggi sede del Museo Nazionale di San Marco di Firenze.

Descrizione

Ambientazione

La scena è ambientata su un monte, immerso in un paesaggio spoglio che si perde in lontananza, che ricorda il monte Sinai, dove Dio rivelò a Mosè la sua Legge.

Soggetto

Nella scena compaiono:

  • in alto, al centro, Gesù Cristo, seduto su una roccia rialzata, appare come in "cattedra", mentre sta pronunciando il suo discorso ai dodici Apostoli. Egli stringe con la mano sinistra un rotolo chiuso, a significare che la Parola di Dio si manifestata in Lui, e ha la mano destra alzata con l'indice teso verso l'alto, a suggerire l'origine e la fonte delle sue parole: Dio Padre. Il rotolo chiuso suggerisce che egli sta parlando ai Dodici come legislatore, poiché fin dall'epoca paleocristiana il rotolo in mano a Gesù allude alla nova legge dell'amore che Cristo ha donato al mondo.
  • in basso, Apostoli, seduti intorno a Gesù Cristo, come degli "alunni", pronti a prestare grande attenzione agli insegnamenti del loro Maestro. La gravità degli atteggiamenti e dei volti fa comprendere che stanno ascoltando parole di particolare importanza. Gli abiti degli apostoli sono di colori diversi per indicare la varietà delle persone che, intorno a Gesù, formano un unico popolo che ascolta la sua parola.

Note stilistiche, iconografiche e iconologiche

  • La sobrietà e semplicità dell'opera è sicuramente influenzata dalla destinazione particolare dell'ambiente nel quale è ubicato, dove i frati vivevano una vita fatta di contemplazione, preghiera e meditazione. Ciò porta ad una lettura dell'episodio evangelico più essenziale e quindi più efficace, scevra da distrazioni decorative superflue e adeguata più che mai all'immediatezza narrativa.
  • I corpi dei personaggi sono scolpiti dalla luce cristallina, che dà una forte sensazione, tramite il chiaroscuro, di rilievo plastico. Le fisionomie sono dolci, ma incisive, il panneggio realistico, la collocazione spaziale è solida e ben calibrata.

Notizie storico-critiche

Il Convento di San Marco, appartenuto ai monaci silvestrini, fu affidato nel 1436 ai domenicani di Fiesole dal papa Eugenio IV. L'edificio, che era gravemente degradato, venne radicalmente ristrutturato e trasformato dall'architetto fiorentino Bartolomeo Michelozzi (13961472) a partire dal 1437 su incarico di Cosimo de' Medici (13891464). I lavori si prolungarono fino al 1452, iniziando dalle celle e proseguendo con la sistemazione del chiostro, della sala capitolare e della biblioteca (1444); veniva intanto ultimata la chiesa, consacrata nel 1443.

La decorazione pittorica fu affidata a Beato Angelico, che ne curò l'esecuzione fra il 1438 e il 1446, parallelamente al progredire dei lavori architettonici di Michelozzo, sino alla partenza per Roma, avvenuta nel 1446-1447. Secondo lo storico dell'arte John Pope-Hennessy, il pittore ritornò a dedicarsi alla decorazione del convento anche dopo il ritorno dal soggiorno romano. Si può, quindi, complessivamente stabilire un periodo di attività nell'edificio dal 1438 al 1446-1450.

L'opera, in particolare, fa parte del ciclo di dipinti murali, che decorano le 44 celle del dormitorio al primo piano, affrescate dall'Angelico e dai suoi aiuti, primo fra tutti Benozzo Gozzoli (1420-1497), fra il 1438 ed 1450, e costituiscono uno degli insiemi più celebri e stilisticamente maturi di tutta l’arte del Quattrocento. L’esecuzione dei singoli dipinti (uno per cella) è semplice ed essenziale, poiché questi sono dedicati ai frati secondo quanto si conviene a degli uomini di fede. I soggetti, tratti in gran parte dal Nuovo Testamento, con particolare insistenza sul tema della Passione di Gesù Cristo, costituiscono una sorta di spunto per la preghiera e la meditazione quotidiana.

Bibliografia
  • Gabriele Bartz, Beato Angelico, Editore Konemann, Colonia 1998, pp. 64-93 ISBN 3829045476
  • Guido Cornini, Beato Angelico, Editore Giunti, Firenze 2000, pp. 27-33 ISBN 9788809016026
  • John Pope-Hennessy, Fra Angelico, Bologna 1974, p. 208
  • Timothy Verdon, La bellezza nella Parola. L’arte a commento delle letture festive. Anno C, Editore San Paolo, Milano 2008, pp. 203-205 ISBN 9788821566134
Voci correlate
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