Ecclesia de Eucharistia
Ecclesia de Eucharistia Lettera enciclica di Giovanni Paolo II XIV di XIV di questo papa | |
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Data | 17 aprile 2003 (XXV di pontificato) |
Traduzione del titolo | La Chiesa (vive) dell'Eucaristia |
Argomenti trattati | Eucaristia |
Enciclica precedente | Fides et Ratio |
Enciclica successiva | Deus Caritas est |
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Ecclesia de Eucharistia[1] è un'enciclica di papa Giovanni Paolo II pubblicata il 17 aprile 2003.
Tratta dell'eucaristia e del fatto che dall'eucarestia si forma la Chiesa. Riprende e sviluppa, nel corso di tutta l'enciclica, l'espressione di Henri de Lubac: "L'Eucaristia fa la Chiesa e la Chiesa fa l'Eucaristia".
Schema
- Introduzione
- Capitolo I - Mistero della fede
- Capitolo II - L'Eucarestia edifica la Chiesa
- Capitolo III - L'apostolicità dell'Eucarestia e della Chiesa
- Capitolo IV - L'Eucarestia e la Comunione ecclesiale
- Capitolo V - Il decoro della celebrazione eucaristica
- Capitolo VI - Alla scuola di Maria, donna "eucaristica"
- Conclusione
Insegnamento
L'enciclica vuole suscitare lo "stupore eucaristico"[2]: provocare cioè alla meraviglia come una sempre nuova forma di conoscenza dinanzi al mistero[3].
Richiama fortemente il valore sacrificale dell'Eucaristia (n. 12). Nell'atto del sacrificio come dono totale di sé, Cristo esprime al massimo la sua libertà. L'eucaristia è il sacrificio con il quale si rinnova quel sacrificio unico e originario compiuto da Gesù sul Calvario.
La Messa non è quindi solo l'evocazione del mistero della morte e risurrezione del Signore, ma ne è la ri-presentazione sacramentale (n. 11); essa è a tutti gli effetti e in maniera piena il sacrificio di Cristo. Ciò che cambia è solo il modo di offrirsi, non la realtà del sacrificio. Ogni volta che si celebra l'Eucaristia, quindi, Cristo si offre al Padre e chiede alla sua Chiesa di diventare lei pure un'offerta gradita a Dio.
L'enciclica, comunque, non si ferma a considerazioni teologiche, ma sottolinea e prospetta forme che ispirano e sostengono comportamenti pratici, esistenziali. Uno di essi è certamente il richiamo al valore e alla cultura del sacrificio. Nessuno può pensare di compiere gesti di autentica libertà se non è capace di rinuncia.
Note | |
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Fonti | |
Voci correlate | |
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