Etimasia

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Maestranze ravennati, Trono vuoto con croce gemmata (493526), mosaico; Ravenna, Battistero degli Ariani

Il termine etimasìa proviene dal greco ἑτοιμασία, hetoimasía (τοῦ ϑρόνου, toû thrónou), "preparazione" (del trono), ed indica un motivo iconografico cristiano di origine orientale.

Nei suoi elementi essenziali riproduce un trono vuoto, sormontato da una croce; vi si può trovare anche il Libro della Scrittura o la rappresentazione dell'agnello apocalittico. Sta a significare la presenza invisibile di Cristo nei luoghi di riunione liturgica.

Il trono è quindi quello di Cristo. Verrà da lui occupato al suo ritorno sulla terra per il giudizio universale.

Gli attributi del trono comprendono a volte anche un cuscino, sul quale è deposto il mantello da giudice. Si ha così un chiaro riferimento al giudizio finale, richiamato anche dalla presenza di un libro chiuso, il libro della vita, che sarà aperto alla fine. La Croce e gli strumenti della Passione rimandano all'azione salvifica di Cristo.

Nell'arte

Ambito armeno, Etimasìa, affresco; Turchia, Kaymakli, Monastero armeno

Nell'arte sacra, il tema dell'etimasìa è molto frequente. In Italia, gli esempi di maggior rilievo storico-artistico, sono presenti all'interno di:

Fu utilizzato anche nella pittura medioevale, dove si accompagnò ad istanze devozionali e popolari, determinando un'importante persistenza anche nelle epoche successive.

Bibliografia
Voci correlate