Etsi causae nostre

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L'imperatore Federico II dall' Exultet di Salerno

Etsi causae nostre (Sebbene noi per un preciso dovere) è l'incipit (inizio) della lettera enciclica che l'imperatore Federico II di Svevia inviò ai sovrani e principi dell'impero romano nell'estate del 1245.

L'imperatore svevo voleva dimostrare con questa lettera enciclica la nullità della sentenza di deposizione pronunciata da Innocenzo IV il 17 luglio del 1245 contro di lui, durante il concilio di Lione (tredicesimo della serie degli ecumenici) Al Concilio presero parte tre patriarchi, circa centocinquanta vescovi, nonché esponenti del mondo monastico e laici, fra i quali l'imperatore latino di Costantinopoli, Roberto di Courtenay, e Taddeo da Sessa, legato di Federico II. In maggioranza i vescovi erano francesi, spagnoli, inglesi e italiani. Assenti i siciliani e i tedeschi per timore dell'imperatore.

Bibliografia
  • Testo latino in Monumenta Germaniae Historica, Leges, Sectio IV, Constitutiones, II, 1098-1275.
  • G.B. Lo Grasso, Etsi causae nostre in Dizionario storico religioso, Ed. Studium, Roma 1966.
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