Simbolo
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Il Simbolo è un oggetto o evento naturale di carattere immaginoso che, per la sua natura o per la sua forma, evoca, in un dato gruppo sociale, un naturale riferimento a qualcosa di non percepibile ai sensi.
La relazione tra il simbolo e la realtà significata ha il suo fondamento nell'analogia tra il simbolo e la realtà simboleggiata. Dato il suo carattere analogico, il simbolo non si identifica con ciò che significa, ma lo indica attraverso una situazione che comprende aspetti di non identità.
Origine
Etimologicamente, il termine deriva dal latino symbolum, che deriva a sua volta dal greco σύμβολον, sýmbolon, ottenuto dall'unione delle due radici σύμ- (sým-, "insieme") e βολή (bolḗ, "lancio"). Il prefisso sým- indica un confronto, un incastro, un essere, un "essere con", che nello stesso tempo sottolinea la diversità delle parti messe insieme. Ne viene il significato di "riassunto", "condensato"[1].
La situazione a cui il sýmbolon fa riferimento è una relazione tra due soci o alleati, che prendevano ognuno una parte di un oggetto spezzato in due, allo scopo di conservarla e di trasmetterla ai loro discendenti, in modo che i due elementi complementari, nuovamente riavvicinati, attraverso il loro perfetto combaciamento, permettessero ai loro possessori di riconoscersi e di attestare i vincoli provenienti da un patto contratto in antecedenza[2].
I simboli delle realtà cristiane
Un ricco simbolismo percorre la Bibbia e continua nella Tradizione della Chiesa.
I simboli di DioSono molteplici le realtà che diventano simboliche del mondo di Dio:
I simboli di CristoAncora più ricca è la simbologia che si riferisce a Cristo:
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I simboli dello Spirito SantoMeno sviluppata, ma significativa, è la simbologia riferita allo Spirito Santo:
I simboli della ChiesaLa Chiesa è espressa attraverso vari simboli, sviluppati poi dai Padri e dal Magistero della Chiesa:
I simboli dei sacramentiI Sacramenti usano una ricca simbologia:
I simboli dell'uomoAnche l'uomo è indicato attraverso il linguaggio simbolico:
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I simboli marianiMaria viene riferita attraverso molti simboli:
I simboli delle virtù teologaliSimboli della fede: Simboli della speranza: Simboli della carità: Simboli escatologiciLe realtà ultime sono oggetto di vari simboli: In particolare, sono simboli dell'inferno: Sono simboli del purgatorio:
Sono simboli del paradiso: I simboli del diavoloIl diavolo è il termine di molti simboli: Altri simboli indicano il suo habitat, o sono un riferimento alla realtà del male: |
Nella storia della tradizione occidentale
La tradizione cristiana ha usato il termine simbolo per indicare la Professione di Fede: essa è allo stesso tempo un condensato della dottrina cristiana e una formula di riconoscimento per i cristiani, che in essa ritrovano la loro comunione e la loro identità di fede nelle verità credute; la Professione di Fede viene consegnata al catecumeno, il quale, a sua volta, la restituisce dopo aver confrontato al sua fede con quella della Chiesa di cui diventa membro.
Il simbolo ha avuto diversa considerazione secondo le varie epoche storiche:
- è stato molto usato presso gli antichi popoli del vicino oriente;
- il razionalismo greco lo ha disprezzato;
- è riemerso nel Medioevo, con i lapidari, i bestiari e l'araldica;
- in epoca illuminista ha ceduto il posto all'allegoria;
- ha ritrovato spazio nel romanticismo;
- si è nuovamente eclissato con l'epoca positivista;
- nell'epoca attuale sta ritrovando diritto di cittadinanza.
Teologia del simbolo
Il simbolo ha una valenza molto ricca:
- "Il simbolismo è l'espressione estetica della partecipazione ontologica"[3]. Il simbolo non sostituisce il concetto; non appartenendo all'ordine razionale, esprime della realtà una verità esistenziale più globale di quella che si può raggiungere con il semplice concetto[4]. Conseguentemente, i tentativi di razionalizzare il simbolo finiscono per tradirlo.
- Il simbolo ha significato se non è considerato in maniera isolata, ma riconoscendone l'appartenenza a una complessa trama di legami. Esso non è isolabile.
- Il simbolo rimanda, esige e invita all'azione: la montagna spinge all'ascensione, il giardino al riposo.
- Il simbolo ha una stretta relazione con la realtà che significa; tale relazione è espressa da Platone con vari termini complementari: méthexis ("partecipazione"), parousía ("presenza"), koinonía ("comunione"), mímesis ("imitazione"); perciò il simbolo può essere considerato la realtà stessa nella dinamica della sua manifestazione.
- Il simbolo crea comunità: introduce e sviluppa una comunione tra tutti coloro che ne colgono il significato. "Non è la società che crea il simbolismo, ma il simbolismo che crea la società" (Claude Lévi-Strauss).
- Il simbolo ha una capacità di affascinare; in ciò ha un impatto sull'uomo spesso più forte della stessa realtà, e, più che la parola, coinvolge nell'azione in un modo che trascende i puri aspetti razionali.
- Il simbolo occupa un posto privilegiato nell'arte e nella letteratura e più ancora nell'esperienza religiosa; nel cristianesimo sono ricchi di simbolismo la Bibbia e l'iconografia e usano fortemente il linguaggio simbolico i Padri della Chiesa e i mistici. Si può dire che il linguaggio religioso, mistico o liturgico non può essere che un linguaggio simbolico.
- Del simbolismo fanno uso in maniera trasversale discipline diversissime. "La conoscenza scientifica non è meno simbolica della conoscenza religiosa"[5].
Al tempo stesso, il simbolo manifesta vari limiti:
- Molti simboli sono ambigui: lo stesso oggetto può rappresentare un'idea e il suo opposto; ciò significa che per comprendere un simbolo occorre situarlo nel contesto nel quale è utilizzato[6].
- Nonostante alcuni aspetti di universalità, la maggior parte dei simboli non sono comprensibili se non in aree ed epoche culturali ben determinate[7].
- Il linguaggio simbolico non si lascia imbrigliare nelle censure della critica razionale, ma mantiene sempre una valenza equivoca, ambigua; in tal senso, così come può essere un fattore di movimento, di crescita, di progresso, può essere altresì fattore di regressione.
- Il simbolo può diventare un ostacolo: invece di condurre alla realtà significata, può arrestare lo slancio del pensiero, che finisce per compiacersi nel simbolo stesso; così nella catechesi biblica, le immagini antropomorfiche di Dio possono forgiare concetti di Dio molto limitati.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |