Gesù Cristo con l'animula della Madonna (Andrea Mantegna)

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Ferrara PinNaz A.Mantegna Cristo+animulaMadonna 1462ca.jpg
Andrea Mantegna, Gesù Cristo con l'animula della Madonna (1462 ca.), tempera su tavola
Gesù Cristo con l'animula della Madonna
Opera d'arte
Stato

bandiera Italia

Regione Stemma Emilia Romagna
Regione ecclesiastica Emilia
Provincia Ferrara
Comune

Ferrara

Località
Diocesi Ferrara-Comacchio
Parrocchia o Ente ecclesiastico
Ubicazione specifica Pinacoteca Nazionale
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Mantova
Luogo di provenienza Castello di San Giorgio, cappella
Oggetto dipinto
Soggetto Gesù Cristo con l'animula della Madonna
Datazione 1462 ca.
Datazione
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Ambito culturale Ambito veneto
Autore

Andrea Mantegna

Altre attribuzioni
Materia e tecnica tempera su tavola
Misure h. 28 cm; l. 18 cm
Iscrizioni
Stemmi, Punzoni, Marchi
Note
L'opera è un frammento che faceva originariamente parte del dipinto con Transito di Maria Vergine

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Collegamenti esterni

Gesù Cristo con l'animula della Madonna è un dipinto, eseguito nel 1462 circa, a tempera su tavola, da Andrea Mantegna (1431 ca.-1506), proveniente dalla cappella del Castello di San Giorgio a Mantova e attualmente conservato presso la Pinacoteca Nazionale di Ferrara. L'opera è in realtà un frammento che faceva originariamente parte del dipinto raffigurante il Transito di Maria Vergine, oggi al Museo del Prado a Madrid (Spagna).[1]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Transito di Maria Vergine (Andrea Mantegna)

Fonte letteraria

Il dipinto fa riferimento al libro apocrifo del Transitus Mariae (IV secolo), attribuito a san Melitone di Sardi († 190) e ripreso nella Legenda Aurea (1298) dal beato Jacopo da Varagine (1228-1298).

Nel testo si narra che molti anni dopo la Pentecoste, quando ormai gli apostoli si erano dispersi per il mondo, un angelo con un ramo di palma apparve a Maria, annunciandole l'imminente morte. La Vergine espresse il desiderio di rivedere gli apostoli, che si radunarono intorno al suo letto nel momento della morte.[2] Secondo la narrazione, la Madonna si spense ("si addormentò"), e Gesù Cristo scese dal cielo per accoglierne l'anima.

Descrizione

Nel dipinto, entro una mandorla di nuvole, compaiono:

Notizie storico-critiche

Ricostruzione del dipinto con Transito di Maria Vergine e Gesù Cristo con l'animula della Madonna

Il dipinto originariamente faceva parte del Transito di Maria Vergine eseguito intorno al 1462 da Andrea Mantegna per la cappella di Ludovico III Gonzaga (1412-1478) nel Castello di San Giorgio a Mantova, la cui sistemazione architettonica e decorazione fu la prima commissione ufficiale del pittore dal 1460, ma in trattativa già dal 1457. Nel corso del XVI secolo la cappella venne ristrutturata e ridecorata, con la dispersione delle decorazioni quattrocentesche, per poi venire in seguito distrutta, tanto che oggi s'ignora la sua ubicazione, forse sotto la Camera degli Sposi.

Nel 1579 il dipinto con il Transito della Madonna fu portato a Ferrara da Margherita Gonzaga (1564-1618) quando andò sposa ad Alfondo II d'Este (15331597). Infatti, lo troviamo menzionato in un inventario del 1588, che lo elenca tra le opere presenti nella cappella privata della duchessa, che forse proprio per adattarla alla nuova collocazione fu decurtata della parte superiore raffigurante Gesù Cristo con l'animula della Madonna. Rimasta vedova, tornò a Mantova nel 1597, riportando con sé il Transito, mentre il frammento restò a Ferrara.

Dal 1973, il frammento si conserva alla Pinacoteca Nazionale di Ferrara in seguito alla donazione della collezione Vendeghini-Baldi.

Nel 1934 fu lo storico dell'arte Roberto Longhi (18901970) a connettere il Transito di Maria Vergine del Prado con Gesù Cristo con l'animula della Madonna di Ferrara,[3] dimostrando che gli archi che girano sopra e sotto la figura di Cristo combaciano con i pilastri interrotti nella tavola della Dormitio Virginis e il loro accostamento ha confermato il completamento del programma iconografico. Inoltre, il Longhi ipotizzò che il Transito potesse essere stato un quarto scomparto del coevo Trittico degli Uffizi (1460 - 1464), eseguito dal Mantegna per la cappella dei Gonzaga nel castello di San Giorgio, raffigurante:[4]

Note
  1. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri" . URL consultato il 10.04.2018
  2. Secondo i teologi francescani, Maria non "muore", ma "si addormenta", mentre per i domenicani si tratta di una vera e propria morte fisica.
  3. Roberto Longhi, Risarcimento di un Mantegna, in "Bruckmanns Pantheon", nº 13-14, 1934, pp. 503-512
  4. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri" . URL consultato il 10.04.2018
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni