Gesù Cristo e l'adultera (Tiziano)
Tiziano Vecellio, Gesù Cristo e l'adultera (1511 ca.), olio su tela | |
Gesù Cristo e l'adultera | |
Opera d'Arte | |
Stato | |
Nazione | Scozia |
Comune | |
Diocesi | Glasgow |
Ubicazione specifica | Kelvingrove Art Gallery and Museum |
Uso liturgico | nessuno |
Oggetto | dipinto |
Soggetto | Gesù Cristo e l'adultera |
Datazione | 1511 ca. |
Autore |
Tiziano Vecellio |
Altre attribuzioni | Giorgione |
Materia e tecnica | olio su tela |
Misure | h. 139,2 cm; l. 181,7 |
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Gesù Cristo e l'adultera è un dipinto, realizzato nel 1511 circa, ad olio su tela, da Tiziano Vecellio (1490 ca. - 1576), conservato presso il Kelvingrove Art Gallery and Museum di Glasgow (Gran Bretagna). Inoltre, dell'opera esiste un frammento con Busto di giovane soldato (h. 47 x l. 40,5 cm) originariamente a destra della scena raffigurata, oggi esposto nello stesso museo.
Descrizione
Soggetto
La scena del dipinto è ambientata all'esterno del Tempio di Gerusalemme, dove compaiono:
- Gesù Cristo, seduto, dopo aver tenuto in un primo tempo un atteggiamento quasi indolente, saldo e sicuro al centro dell'attenzione, pronunciando la celebre frase: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei.», rispondendo alla trappola ordita dai farisei con una provocazione morale di forte impatto.
- Donna adultera, vestita di bianco, davanti a Gesù, piange di vergogna e di pentimento.
- Scribi e farisei, accorsi nel Tempio, presentano con enfasi la donna adultera: il pittore sottolinea come la possibile lapidazione della donna sia in realtà una vera e propria provocazione nei confronti di Gesù, per mettere alla prova la sua osservanza della Legge di Mosè.
Nel frammento pittorico compare:
- Busto di giovane soldato, dove è raffigurato un ragazzo dal volto intensamente caratterizzato, che con occhi espressivi si volge verso lo spettatore, compiendo una torsione del collo.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- Il carattere innovativo del dipinto è chiaramente evidente se visto nel contesto della tradizione artistica veneziana rappresentata da Giovanni Bellini: le sue composizioni, anche quelle con soggetti narrativi, tendevano, infatti, ad essere dominate da una calma statica, mentre Tiziano impostò pose e gesti in maniera audace ed intensa, con figure in possesso di una loro forza fisica, e i colori dei panneggi accesi di toni brillanti.
- Nessun personaggio è statico e tutti si piegano attorno ad un ipotetico semicerchio della scena, osservato da un punto di vista leggermente rialzato.
Notizie storico-critiche
La prima notizia certa sul dipinto risale al 1689, quando fu inventariata, come lavoro di Giorgione, nella collezione della regina Cristina di Svezia (1626 – 1689), custodita al Palazzo Riario di Roma.
L'opera, dopo alcuni passaggi di proprietà, approdò nel 1856 nelle raccolte del Kelvingrove Art Gallery and Museum di Glasgow (Scozia).
Una copia anonima del dipinto (XVI secolo), conservata all'Accademia Carrara di Bergamo, dimostra come la parte destra venne decurtata in epoca imprecisata, probabilmente poiché rovinata nella parte inferiore.[1]
Un frammento pittorico raffigurante un Busto di giovane soldato, già nei depositi della National Gallery di Londra, in epoca recente è stato affidato al museo scozzese.[2]
Note | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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