I Disordini

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I Disordini
Lettera apostolica di Pio XI
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Data 6 agosto 1922
(I di pontificato)
Lettera apostolica precedente Annus Fere
Lettera apostolica successiva Officiorum omnium

(IT) Testo integrale sul sito della Santa Sede.
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I Disordini è una Lettera Apostolica di Pio XI rivolta ai vescovi italiani il 6 agosto 1922.

Nel contesto sociale delle violenze avvenute con l'ascesa dello squadrismo fascista, il papa chiede ai vescovi italiani di adoperarsi affinché venga ristabilita la pace.

Contesto

I disordini ai quali ci si riferisce sono le violenze politiche che, a partire dal 1919 aveva iniziato a insanguinare l'Italia[1]. Nel luglio del 1921 si ebbero i Fatti di Sarzana, che posero lo squadrismo al vertice del fascismo.

Nel primo semestre del 1921 si registrano in tutto 726 distruzioni operate dalle squadre fasciste: 17 giornali e tipografie, 59 case del popolo, 119 camere del lavoro, 107 cooperative, 83 leghe contadine, 8 società mutue, 141 sezioni socialiste, 100 circoli di cultura, 10 biblioteche, 28 sindacati operai, 53 circoli operai ricreativi, una università popolare.

Contenuto

La Lettera fa riferimento ai "disordini che funestarono l'Italia nelle passate settimane", definite "guerra fratricida", e stigmatizzate fortemente:

« Purtroppo la tempesta immane che è passata sulla terra, ha lasciato anche in Italia, anzi più in Italia che altrove, tristissimi germi di odio e di violenza, mentre ha sopito in molti l'orrore naturale del sangue. Quindi vediamo le fazioni moltiplicarsi, i loro seguaci inasprirsi ogni giorno più, trascorrendo spesso, ora da una parte ora dall'altra, a sanguinose offese con uno strascico interminabile di rappresaglie che sconvolgono tutta la compagine della vita sociale. Di qui danni immensi, così all'estero pel compromesso prestigio, come all'interno, sia nell'ordine materiale, economico e finanziario, sia nell'ordine morale e religioso, ai quali andrà anche congiunta, se non si prendono in tempo i necessari provvedimenti, una inevitabile decadenza intellettuale. »

Il pontefice auspica una riconciliazione, nella quale vede come protagonisti i vescovi del Paese.

« Ora, come con tanta eloquenza ed efficacia insegna Leone XIII nella sua Enciclica Immortale Dei del 1° novembre 1885, e nel discorso agli Em.mi Cardinali dell'11 aprile 1899, la missione della Chiesa si è appunto di riconciliare gli uomini con Dio e così ricondurre fra essi la pace e la fratellanza cristiana ed insieme la prosperità sociale. »

Il papa motiva tale missione citando vari passi biblici (Is 47,18;32,18 ; 1Pt 2,13 ; 2Cor 5,18 ).

Note
  1. Le fazioni principali di tali violenze erano:
    • Il Partito Socialista Italiano, intenzionato ad emulare l'esempio sovietico ed a portare la Rivoluzione Bolscevica in Italia: i socialisti molto contavano, a questo scopo, sull'opera di Nicola Bombacci, noto seguace di Lenin e presunto suo emulatore.
    • Il variegato movimento di cui facevano parte sindacalisti rivoluzionari, interventisti, futuristi, fascisti, nazionalisti, legionari fiumani, reduci di guerra ed arditi. Questi, a partire dal 1919, confluirono nei Fasci italiani di combattimento e nello squadrismo, decisi da una parte a frustrare le intenzioni dei socialisti, dall'altra a proporre una loro propria rivoluzione nazionale dei lavoratori e dei trinceristi. Dai Fasci venne formato nel 1922 il Partito Nazionale Fascista.
    • Il Governo italiano (Governo Orlando, Governo Nitti I, Governo Nitti II, Governo Giolitti V, Governo Bonomi I, Governo Facta I, Governo Facta II) e più in generale le istituzioni, generalmente deboli e spesso pronte a chiudere un occhio sulle violenze fasciste (interpretate come il "male minore"). Lo stesso Giovanni Giolitti tenne nei confronti del movimento fascista un atteggiamento benevolo volto ad utilizzarlo per contrastare la sinistra, con l'intenzione poi di "costituzionalizzarlo" dopo essere arrivato al potere.
Voci correlate
Collegamenti esterni