Papa Leone XIII

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Leone XIII, T.O.F.
Papa
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al secolo Gioacchino Pecci
battezzato
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Papa Leone XIII
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 93 anni
Nascita Carpineto Romano
2 marzo 1810
Morte Roma
20 luglio 1903
Sepoltura Roma, Basilica di San Giovanni in Laterano
Appartenenza
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Professione religiosa [[{{{aPR}}}]]
Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale Roma, 31 dicembre 1837 da padre Carlo Odescalchi
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Consacrazione vescovile 19 febbraio 1843 dal card. Luigi Lambruschini
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pseudocardinale
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Creazione
a Cardinale
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Creazione
a Cardinale
19 dicembre 1853 da Pio IX (vedi)
Cardinale per 49 anni, 7 mesi e 1 giorno
Cardinale per
Cardinale elettore
Incarichi ricoperti
prima dell'elezione
Eletto Antipapa {{{antipapa}}}
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Sostenuto da {{{Sostenuto da}}}
Scomunicato da
Riammesso da da
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
256° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
20 febbraio 1878
Conclave del 1878
Consacrazione 3 marzo 1878
Fine del
pontificato
20 luglio 1903
(per decesso)
Durata del
pontificato
25 anni e 5 mesi
Segretario {{{segretario}}}
Predecessore papa Pio IX
Successore papa Pio X
Extra Encicliche
Leone XIII
Anni di pontificato

Ordinazioni
e
Successione apostolica

Cardinali 147 creazioni in 27 concistori
Proclamazioni Venerabili Beati Santi
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi
Venerato da {{{venerato da}}}
Venerabile il [[{{{aV}}}]]
Beatificazione [[{{{aB}}}]]
Canonizzazione [[{{{aS}}}]]
Ricorrenza [[{{{ricorrenza}}}]]
Altre ricorrenze
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Attributi {{{attributi}}}
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
Casa reale {{{casa reale}}}
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
Biografia su vatican.va
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Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
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Leone XIII, al secolo Gioacchino Pecci (Carpineto Romano, 2 marzo 1810; † Roma, 20 luglio 1903) è stato il 256º vescovo di Roma e papa italiano a partire dal 20 febbraio 1878 fino alla morte.

Leone XIII, che trovò ispirazione nella sua opera di rinnovamento della Chiesa nel pensiero di Tommaso d'Aquino, è ricordato nella storia dei papi dell'epoca moderna come il pontefice che ritenne che fra i compiti della Chiesa rientrasse anche l'attività pastorale in campo socio-politico. Se con lui non si ebbe la promulgazione di ulteriori dogmi dopo quello dell'infallibilità papale, solennemente proclamato da papa Pio IX durante il Concilio Vaticano I, egli viene tuttavia ricordato quale primo papa delle encicliche. Egli ne scrisse infatti ottantasei, con lo scopo di superare l'isolamento nel quale si trovava la Santa Sede dopo la fine dello Stato Pontificio con la perdita del potere temporale in seguito alla presa di Roma (20 settembre 1870) e l'Unità d'Italia.

La sua enciclica più famosa fu la Rerum Novarum con la quale si realizzò una svolta nella Chiesa cattolica, ormai pronta ad affrontare le sfide della modernità come guida spirituale internazionale. In questo senso gli fu giustamente attribuito il nome di "Papa dei lavoratori" e di "Papa sociale": scrisse infatti la prima enciclica esplicitamente sociale nella storia della Chiesa cattolica e formulò quindi i fondamenti della dottrina sociale della Chiesa, traendone i principi soprattutto dal pensiero di Tommaso d'Aquino.

Nella sua opera a favore della Chiesa venne aiutato dal fratello Giuseppe, creato cardinale dallo stesso Leone XIII nel 1879.

Leone XIII è noto anche per essere il primo papa, dopo quasi mille anni di storia, a non esercitare più in forma attiva il potere temporale, fatta eccezione per l'ambito della Città leonina, fino alla soluzione della Questione romana sancita con i Patti lateranensi l'11 febbraio 1929.

Biografia

Gioacchino Pecci nacque il 2 marzo 1810 a Carpineto Romano da Ludovico Pecci e Anna Prosperi Buzzi. La famiglia apparteneva alla piccola nobiltà rurale. Il padre era commissario di guerra e colonnello.

Già in gioventù Gioacchino Pecci si segnalò quale ragazzo dotato con una particolare predilezione per lo studio della lingua latina. Egli fu allievo del collegio dei gesuiti di Viterbo e, dal 1824 al 1832, studiò teologia presso il Collegium Romanum.

La formazione per il servizio diplomatico e amministrativo pontificio presso l'Accademia dei Nobili a Roma occupò Vincenzo Gioacchino Pecci dal 1832 al 1837, anno in cui egli fu ordinato presbitero. Già nel 1838 fu inviato quale delegato papale a Benevento, città appartenente allo Stato pontificio. In seguito, con la stessa funzione, fu mandato a Perugia. Nel 1843 Gregorio XVI lo nominò vescovo titolare; la cerimonia si svolse in San Lorenzo in Panisperna.

Dopo essere stato inviato nel 1843 quale nunzio in Belgio[1], fu nominato arcivescovo di Perugia.

Nella città umbra Pecci restò dal 1846 al 1877, ossia per più di trent'anni, si dice perché fosse considerato un ribelle dal potente Cardinale Segretario di Stato Giacomo Antonelli. In questi anni, nonostante i difficili rapporti col nuovo stato italiano, realizzò nel territorio diocesano oltre cinquanta chiese (dette chiese Leonine) e altri edifici. Fu fatto cardinale nel concistoro del 19 dicembre 1853 e successivamente Camerlengo del collegio cardinalizio, dopo la morte del cardinal segretario di Stato Antonelli. Il 20 febbraio 1878 fu eletto papa come successore di papa Pio IX, al termine di un conclave di soli due giorni, il primo dopo la fine del potere temporale dei papi.

Il pontificato

Papa Leone XIII
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Conclave del 1878

L'incoronazione di Leone XIII ebbe luogo nella Cappella Sistina il 3 marzo 1878. La sua salute cagionevole lasciava presagire un pontificato di transizione. Esso si sarebbe, invece, rivelato addirittura il terzo per durata all'epoca[2] (considerando anche san Pietro) e, solo recentemente, è stato superato da quello di papa Giovanni Paolo II[3].

La scelta del nome "Leone", in omaggio a papa Leone XII, che ammirò molto in gioventù, costituì un primo segno che il nuovo Papa intendeva perseguire un mutamento nell'impostazione del papato rispetto al proprio predecessore.

Attività diplomatica

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Chiesa cattolica alla fine del XIX secolo

Il pontificato di Leone XIII s'inserì in un'epoca di progressiva laicizzazione della società. Tale circostanza comportò una serie di tensioni fra il Vaticano e vari governi. Papa Leone XIII seppe fare opera di mediazione tra le istanze legate alla modernità e la posizione intransigente presa dal suo predecessore papa Pio IX. In Italia egli proseguì tuttavia la ferma opposizione al Regno d'Italia, mantenendo il Non expedit e impedendo dunque la partecipazione dei cattolici italiani alle elezioni e, in generale, alla vita politica dello Stato.

In Germania, invece, con una serie di concessioni a Bismarck, Leone XIII seppe (opponendosi anche al Partito cattolico tedesco, la Zentrumspartei) porre termine al Kulturkampf. Pure in Francia invitò i cattolici al rappacificamento con la Terza Repubblica, malgrado quest'ultima, governata da maggioranze in prevalenza radicali e anticlericali, avviasse un programma di progressiva secolarizzazione delle istituzioni, a iniziare dal settore scolastico. Ciò suscitò in Francia il malcontento dei settori cattolici più conservatori. Tale evoluzione sfociò, nel 1905, dopo la morte di Leone XIII, nella separazione fra Stato e Chiesa.

Maggior successo ebbe la politica del Pontefice nelle controversie aperte con la Svizzera e con i Paesi dell'America latina. Vi furono i primi contatti con gli USA e con la Russia e pure le relazioni con il Regno Unito e la Spagna migliorarono. La statura internazionale del Papa, pur non raggiungendo il livello di coinvolgimento politico e di influenza a cui Leone XIII mirava, si accrebbe anche grazie alla mediazione che egli svolse sia nel conflitto delle Isole Caroline sia per la guerra di Cuba del 1898.

Attività pastorale

Nella sua enciclica Immortale Dei del 1885 affrontò il problema del ruolo dei cattolici negli stati moderni, negando il conflitto tra scienza e religione nell'Aeterni Patris del 1879.

La sua enciclica Rerum Novarum, pubblicata nel 1891, è considerata il testo fondativo della moderna dottrina sociale cristiana. La Rerum Novarum affronta il problema dei diritti e dei doveri del capitale e del lavoro, non tanto cercando di mediare tra le posizioni di orientamento socialista e rivoluzionario e quelle proprie del liberismo economico di impronta capitalista, quanto recuperando le dottrine di Tommaso d'Aquino e inaugurando una riflessione sui problemi del lavoro nel mondo moderno successivamente ripresa e approfondita nel 1931 dalla Quadragesimo Anno di Pio XI, nella Mater et Magistra di Giovanni XXIII del 1961, e, più di recente (1991), dalla Centesimus Annus di Giovanni Paolo II e dalla Caritas in Veritate (2009) di Benedetto XVI.

Fu particolarmente attivo dal punto di vista dell'insegnamento, fondando istituti di filosofia e università cattoliche in diverse città (Lovanio, Washington) e aprì agli studiosi parte degli archivi segreti del Vaticano.

Riallacciate le relazioni diplomatiche con le varie potenze europee ed extra-continentali, si preoccupò di dare alla Chiesa un ruolo nuovo nel mondo moderno, spingendo i cattolici, non più a un austero isolamento, ma a un impegno concreto nel loro tempo per permeare di spirito cristiano tutte le attività umane.

Grandissimo fu l'impegno di papa Leone XIII per l'unità delle Chiese separate e durante il solenne Giubileo del 1900 consacrò l'intero genere umano al Sacro Cuore di Gesù

Le abitudini private negli ultimi anni di pontificato

Foto del 1898

Gli tremava la mano per un salasso mal fatto.

Anche quando era sulla novantina il Pontefice continuava ancora assiduamente lo studio della lingua latina, nella quale fu pensatore profondo e poeta elegante, come dimostra il sapore di classicismo e il non comune pregio letterario delle sue encicliche.

Il suo metodo di vita era molto semplice: dormiva pochissimo, parco di cibi e amante delle passeggiate in giardino. Non fumava[4].

Oltre alle passeggiate, nel mite autunno romano si dilettava uccellando al roccolo fatto piantare appositamente nei giardini del Vaticano, ma, quando riusciva a prendere gli uccelli che cadevano nelle reti, li accarezzava e quindi li rimetteva in libertà. Altrettanto faceva con le tortore che gli venivano offerte come simbolo nelle funzioni di beatificazione e di canonizzazione.

Il suo regime nutritivo era modestissimo: qualche tazzina di brodo ristretto, molti tuorli d'uovo con un po' di marsala, un'ala di pollo al mattino, appena un mezzo petto alla sera. In tutto il giorno due dita di vino di Bordeaux, del più vecchio e del più generoso fornitogli dai conventi locali. Fu grande amante del vino Mariani, del quale vantava i prodigiosi effetti.

La sua memoria era molto sviluppata: non solo ricordava tutti i più piccoli incidenti della sua vita giovanile e dell'adolescenza, ma anche le letture fatte sia di recente che nel più lontano passato. Fu un dantista appassionato ed era un lettore assiduo di giornali. Sua grande letizia era dialogare con persone più anziane di lui, dai quali si informava con vivo interesse delle abitudini di vita.

La sua tarda età lo costringeva a servirsi, nel passeggio, di un bastone, sul quale appoggiava il corpo sul lato destro; ma quando scorgeva da lontano una persona estranea alla famiglia pontificia faceva ogni sforzo per camminare senza l'aiuto del bastone, facendolo passare con disinvoltura da una mano all'altra.

Fu il primo pontefice a essere ripreso da una cinepresa. In quell'occasione il Papa si apprestò a dare la sua prima benedizione mediatica[5].

Nelle insonnie della sua tarda età a volte formava nella mente un distico latino. Egli allora scendeva dal letto[6] si accostava al tavolo, senza rumore per non svegliare il suo fidato cameriere Pio Centra che dormiva in anticamera e al fioco lume della lampada da notte scriveva i versi che aveva pensato. E talvolta indugiava ad aggiungerne altri che gli sgorgavano dalla lucida mente.

Aveva una vista eccezionale e né per leggere né per scrivere usava gli occhiali.

Lo coglievano talvolta dei raffreddori che poi, al divenire di dominio pubblico, erano scambiati per reali malattie. Non voleva saperne di stufe e caloriferi, voleva soltanto il braciere ciociaro in mezzo alla camera. Solo negli ultimi tempi, grazie al dottor Lapponi, si lasciò persuadere a un adeguato sistema di riscaldamento[7].

La morte

La salma di Leone XIII esposta nella Cappella del SS.mo Sacramento nella Basilica Vaticana

Dopo una lunghissima agonia Leone XIII morì il 20 luglio 1903 alle ore 16.

« La storia ricorderà a lungo la lotta che il pontefice sostenne con la morte, quantunque tutti prevedessero che in causa della tarda, eccezionale età egli non potesse giacere a lungo malato. Dal 5 luglio i fedeli s'attendevano ogni mattina l'annuncio del decesso. I romani accorrevano in piazza San Pietro per osservare la finestra della camera da letto e trarre oroscopi dalla durata del tempo che rimaneva aperta per il cambio d'aria, ma ognuno apprendeva tosto con lieto stupore che l'illustre infermo aveva ricevuto i suoi cardinali, s'era occupato delle faccende relative al governo della chiesa, era passato dal letto su la poltrona e persino aveva all'indomani dell'estrema unzione corretto le bozze della sua ultima poesia in latino. Con l'ostinazione dei fanciulli e dei vecchi vigorosi, Leone XIII si è spesso ribellato alle ingiunzioni dei suoi medici, a dir la verità senza immediato suo danno. »

Pochi mesi prima di morire, l'ultranovantenne pontefice incise su di un disco alcune preghiere e la benedizione apostolica: la parola del papa poté arrivare così ai cattolici di ogni parte del mondo.

Il suo pontificato durò 25 anni, nonostante che alla sua elezione egli apparisse già vecchio, stanco, malaticcio. In quell'occasione qualcuno aveva suggerito: "Dovrete far presto un nuovo conclave". Si dice che, più avanti, tra i suoi collaboratori circolasse una battuta: "Credevamo di eleggere un Santo Padre, abbiamo eletto un Padre Eterno""[8].

È sepolto nella Basilica di San Giovanni in Laterano.

Il conclave alla sua morte fu più breve del previsto: iniziò la sera del 31 luglio e terminò il 4 agosto. Fra i 62 cardinali convenuti, le tendenze furono due: continuare la politica del pontefice scomparso, eleggendo colui che era stato accanto al papa come Segretario di Stato, Mariano Rampolla del Tindaro), o cambiare rotta. A sorpresa[9] venne eletto il cardinale Giuseppe Sarto, patriarca di Venezia, che prenderà il nome di Pio X.

Encicliche

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Elenco delle encicliche#Leone XIII (1878-1903)


Concistori per la creazione di nuovi cardinali

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Concistori di Leone XIII

Papa Leone XIII durante il suo pontificato ha creato 147 cardinali nel corso di 27 distinti concistori.

Papa Leone XIII scrisse moltissime encicliche nel suo lungo pontificato. Il sito ufficiale del Vaticano ne censisce ben 86.

Alcune tra le principali encicliche, in cui è forte la presenza del pensiero di Tommaso d'Aquino:

Monumento funebre di papa Leone XIII; Roma, Basilica di San Giovanni in Laterano
  • Inscrutabili Dei Consilio (1878).
  • Quod Apostolici Muneris (1878): fu la prima enciclica papale di carattere sociale; tra l'altro vi si sostengono: l'uguaglianza naturale tra gli uomini; la disobbedienza alle leggi contrarie al diritto naturale.
  • Aeterni Patris (1879): con questa enciclica Leone XIII volle rilanciare la filosofia tomista reputata come la più adeguata per la riforma di una società in via di secolarizzazione e la più congeniale al messaggio cristiano.
  • Arcanum Divinae Sapientiae (1880): fu la prima enciclica di un Papa dedicata al tema della famiglia e del matrimonio cristiano. In difesa della famiglia, insidiata da rinascenti errori, il Pontefice esaltò il valore del matrimonio, elevato da Gesù alla dignità di Sacramento. Ricordata l'origine del matrimonio e le successive aberranti degenerazioni della poligamia, Leone XIII riaffermò gli scopi e la disciplina del matrimonio cristiano; condannò il matrimonio civile e il divorzio; riaffermò l'esclusivo potere legislativo e giudiziario della Chiesa in materia di vincolo nuziale.
  • Diuturnum Illud (1881): la Chiesa non fa preferenza di regime politico, purché esso rispetti il diritto di Dio. Attraverso un modo di elezione non si dà la potestà (che viene solo da Dio), ma si stabilisce soltanto chi debba essere a gestirla, chi debba tenerla: perciò l'elezione dei governanti non è contraria alla dottrina cattolica. Anche su questo punto, con cui la Chiesa supera l'alleanza tra trono e altare, tipica dell'età moderna, si sente l'influsso tomista.
Monumento funebre di papa Leone XIII (part.); Roma, Basilica di San Giovanni in Laterano
  • Supremi Apostolatus Officio (1883)
  • Immortale Dei (1885): in cui, sulle tracce di Tommaso d'Aquino, si affermano i seguenti principi: coordinazione tra potere civile e potere ecclesiastico (ognuno dei quali è "potestas maxima": si noti che la formula ritorna nell'attuale Costituzione Italiana nella versione: "lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani"); liceità della partecipazione popolare alla vita politica; tolleranza politica; anche verso forme religiose che la Chiesa cattolica non approva; proibizione di ogni tentativo di obbligare qualcuno al cattolicesimo; tutela della libertà (non della licenza).
  • Libertas (1888): si affermano: accettazione della distinzione, ma non della separazione fra Chiesa e Stato perché irragionevole, in quanto l'individuo singolo è in sé religioso e non si vede perché non debba esserlo un'intera società; libertà dell'uomo, anche di coscienza (tolleranza); opposizione alle leggi arbitrarie; validità del regime democratico (repubblica popolare moderata); liceità del rifiuto di servire un dominio esterno, o un ingiusto regime politico interno.
  • Christianum (1890): contro la schiavitù.
  • Rerum Novarum (1891)
  • Humanum Genus (1884): contro la massoneria. Anche la Inimica Vis (1892)
  • Annum Sacrum (1899): sulla consacrazione al Sacro Cuore.
  • Graves de communi (1901): stabilisce le basi della democrazia cristiana.

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale

Onorificenze

Gran maestro dell'Ordine supremo del Cristo - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro dell'Ordine supremo del Cristo
Gran maestro dell'Ordine dello Speron d'oro - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro dell'Ordine dello Speron d'oro
Gran maestro dell'Ordine Piano - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro dell'Ordine Piano
Gran maestro dell'Ordine di San Gregorio Magno - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro dell'Ordine di San Gregorio Magno

Successione degli incarichi

Predecessore: Vescovo titolare di Damiata
Titolo personale di arcivescovo
Successore: Bishopcoa.png
Giovanni Giacomo Sinibaldi 1843 - 1846 Luigi Oreglia di Santo Stefano I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Giovanni Giacomo Sinibaldi {{{data}}} Luigi Oreglia di Santo Stefano
Predecessore: Nunzio apostolico per il Belgio Successore: Flag of the Vatican City.svg
Raffaele Fornari 1843 - 1846 Innocenzo Ferrieri I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Raffaele Fornari {{{data}}} Innocenzo Ferrieri
Predecessore: Arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve Successore: Arcbishoppallium.png
Alessandro Maria Odoardi 19 gennaio 1846 - 20 febbraio 1878 Federico Pietro Foschi I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Alessandro Maria Odoardi {{{data}}} Federico Pietro Foschi
Predecessore: Cardinale presbitero di San Crisogono Successore: Kardinalcoa.png
vacante 22 dicembre 1853 - 20 febbraio 1878 Friedrich Egon von Fürstenberg I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
vacante {{{data}}} Friedrich Egon von Fürstenberg
Predecessore: Camerlengo di Santa Romana Chiesa Successore: Camerlengo.gif
Filippo de Angelis 22 settembre 1877 - 20 febbraio 1878 Camillo Di Pietro I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Filippo de Angelis {{{data}}} Camillo Di Pietro


Predecessore: Papa Successore: Emblem of the Papacy SE.svg
Papa Pio IX 20 febbraio 1878 - 20 luglio 1903 Papa Pio X I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Papa Pio IX {{{data}}} Papa Pio X
Note
  1. Tale esperienza giovanile gli lasciò una particolare predilezione per il mondo francofono, la cui stampa egli leggeva regolarmente, tanto che, anche una volta divenuto papa, non ritenne lesivo della propria dignità il rilasciare interviste alla stampa, precisamente nel febbraio 1892 al Le petit Journal e nel marzo 1899, al giornale parigino Le Figarò.
  2. Dopo San Pietro (34 Anni) e Pio IX (31 anni, 7 Mesi, 22 Giorni).
  3. È il papa più longevo della storia essendo deceduto a 93 anni compiuti, circa 1 anno in più di Celestino III (secondo papa dell'elenco per longevità), 2 anni in più di Giovanni XXII e Gregorio XII (terzo e quarto papa dell'elenco) e 6 anni circa in più di Clemente XII (quinto dell'elenco), anche se c'è la leggenda che Papa Agatone sia stato eletto a 103 anni e sia morto a 106
  4. Prendeva tabacco, ma mai in presenza di estranei, anche se l'abitudine nascosta veniva a volte tradita da qualche granellino di tabacco caduto sulla talare bianca.
  5. Cfr. Filmoteca vaticana.
  6. Usava coricarsi abbigliato di calze, mutande e camicia di finissima flanella bianca.
  7. Domenica del Corriere n. 11 del 19 marzo 1899.
  8. L'Italia del XX secolo, I volume 1899-1908, ed. Rizzoli, 1977, p. 109.
  9. Anche per influenze esterne. Infatti il cardinal Puzyna, arcivescovo di Cracovia, sollevò il veto dell'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe contro il cardinale Rampolla, peraltro preannunciato discretamente già prima dell'apertura del conclave stesso. L'Austria-Ungheria era, in effetti, una delle tre nazioni cattoliche che godevano del privilegio del cosiddetto ius exclusivae. Il cardinale Puzyna fu poi ricompensato con l'attribuzione della più alta decorazione austriaca. Uno dei primi atti del nuovo pontefice fu l'abolizione del ius exclusivae
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni