Incoronazione di Maria Vergine (Raffaello)
Raffaello Sanzio, Incoronazione di Maria Vergine (1502 - 1504), olio su tavola trasportata su tela | |
Pala degli Oddi | |
Opera d'arte | |
Stato | Città del Vaticano |
Regione | - class="hiddenStructure noprint" |
Comune | Città del Vaticano |
Diocesi |
Roma Vicariato Generale dello Stato della Città del Vaticano |
Ubicazione specifica | Pinacoteca Vaticana |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Perugia |
Luogo di provenienza | Chiesa di San Francesco al Prato, cappella degli Oddi |
Oggetto | pala d'altare |
Soggetto | Incoronazione di Maria Vergine; Annunciazione; Adorazione dei Magi; Presentazione di Gesù al Tempio. |
Datazione | 1502 - 1504 |
Ambito culturale | |
Autore | Raffaello Sanzio |
Materia e tecnica | olio su tavola trasportata su tela |
Misure | h. 272 cm; l. 165 cm |
L'Incoronazione di Maria Vergine (detta Pala degli Oddi) è una pala d'altare, eseguita tra il 1502 ed il 1504, ad olio su tavola trasportata su tela, da Raffaello Sanzio (1483 - 1520), proveniente dalla cappella degli Oddi nella Chiesa di San Francesco al Prato di Perugia ed ora conservata presso la Pinacoteca Vaticana nella Città del Vaticano.
Fonte letteraria
Il testo apocrifo del Transitus Mariae (IV secolo), attribuito a san Melitone di Sardi e ripreso nella Leggenda Aurea (1260-1298) dal beato Jacopo da Varagine, si conclude con l'immagine della Vergine assunta in cielo, mentre gli apostoli lodano Gesù Cristo che:
« | Vive e regna con il Padre e lo Spirito Santo in perfetta unità e in una stessa sostanza di divinità nei secoli dei secoli. » |
Questa citazione può essere applicata anche a Maria, che secondo l'interpretazione di san Girolamo, con l'Assunzione viene subito portata "fino al trono di Dio", come rappresentato nel dipinto in esame con l'Incoronazione di Maria Vergine.
Descrizione
Soggetto
Pannello centrale
La scena, articolata su due registri sovrapposti, presenta:
- in alto, nel cielo, su una sorta di cuscino di nuvole che funge da separazione con il mondo terreno sottostante, compaiono:
- Gesù Cristo, seduto, incorona la Madonna;
- Maria Vergine china la testa, abbassa gli occhi e congiunge le mani, in atto di sottomissione e di preghiera, come spesso viene raffigurata nelle Annunciazioni, mentre riceve la corona dal Figlio;
- Schiera di angeli, festosi e gioiosi, cantano e suonano inni di lode, circondando i due protagonisti. Tra essi si notano: quattro angeli musicanti, altri due distesi sulle nuvole, oltre a vari cherubini alati.
- in basso, sulla terra, davanti ad un realistico e verdeggiante paesaggio umbro, sono raffigurati:
- Dodici apostoli assistono attoniti e meravigliati all'assunzione ed incoronazione della Vergine. Essi sono disposti ad emiciclo intorno al sepolcro vuoto della Madonna da cui fuoriescono candidi gigli e rose, segno della vittoria della vita sulla morte e delle virtù della Vergine, quali la purezza e la bontà. Tra essi si notano: san Tommaso, l'apostolo dubbioso, con lo sguardo rapito a guardare il cielo ed in mano la cintola che secondo la tradizione ha ricevuto in dono da Maria come segno tangibile della sua assunzione; al centro, l'anziano san Pietro con la chiave; san Paolo, pensieroso, con la spada.
Predella
La pala d'altare è completata da una predella (39 × 190 cm), costituita da tre scomparti di 27 x 50 cm, dove sono raffigurate altrettante Storie dell'infanzia di Gesù:
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
La suddivisione netta del dipinto in due registri ha fatto supporre soprattutto per ragioni stilistiche, in assenza di documenti storici, che l'esecuzione dell'opera sia avvenuta in due momenti diversi: ipotesi apparentemente confermata anche dalle indagini diagnostiche (radiografie e riflettografie). Nella parte superiore, infatti, le evidenti influenze dei modi di Perugino (presso il quale il giovane Raffaello aveva perfezionato la sua tecnica pittorica), soprattutto nelle pose eleganti delle figure, ma più statiche e con gesti non troppo accentuati, in particolare quelle degli angeli musicanti fanno pensare agli studiosi ad una prima fase di stesura intorno al 1502. Nella parte inferiore, invece, per la posizione scorciata del sarcofago di realistica profondità prospettica, per la plasticità ed espressività più incisiva e consapevole degli apostoli, sono ritenute caratteristiche che Raffaello potrebbe aver assorbito nel corso dei viaggi che intraprese nel 1503 tra Roma, Firenze e Siena, dove poté ammirare le opere dei grandi maestri del Trecento e Quattrocento, in particolare la solidità monumentale delle figure dipinte da Giotto e Masaccio.
Raffaello Sanzio, Predella con Storie dell'infanzia di Gesù (1502 - 1504), olio su tavola
Notizie storico-critiche
La pala, destinata alla cappella della famiglia Oddi nella Chiesa di San Francesco al Prato a Perugia, fu commissionata nel 1502 a Raffaello da Alessandra Baglioni, vedova di Simone degli Oddi, morto in esilio nel 1498.[1]
Il dipinto rimase nella cappella fino al 1797, quando venne requisito dai francesi, come molte altre opere, e trasportato a Parigi, dove fu trasferito su tela. Nel 1815, dopo la caduta di Napoleone, venne restituito e fu allora che per volontà di papa Pio VII (1800 - 1823) entrò a far parte della Pinacoteca Vaticana.
Note | |
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Bibliografia | |
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