Inginocchiatoio

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Inginocchiatoio con cassetti

L'inginocchiatoio è un piccolo mobile utilizzato per pregare in ginocchio, specialmente davanti al tabernacolo.

L'inginocchiatoio viene anche detto con termine improprio, o comunque non preferibile, "pregadio".

Storia

L'inginocchiatoio ha avuto origine in Italia nel XV secolo, diffondendosi poi in tutta Europa. I primi esempi erano costituiti da una base e da un corpo verticale, realizzati con assi sagomati.

Nel XVI secolo, il corpo verticale venne munito di cassetti e scomparti, presentando forme sobrie e diritte, corredata solo di modanature e, talvolta, d'intarsi, mentre nel XVII - XVIII secolo la sua struttura si arricchì di elementi decorativi e parti intagliate, comprendenti spesso vere e proprie sculture (angeli, fogliami, ecc.). Inoltre, da quest'ultimo periodo in poi, furono costruiti modelli nei quali al legno erano uniti altri materiali (avorio, bronzo, ecc.), secondo il variare degli stili e introducendovi le nuove tecniche decorative.

Descrizione

L'inginocchiatoio è normalmente in legno, ed è costituito da un gradino, a volte mobile, sul quale inginocchiarsi e da un piccolo ripiano, detto "alzata", su cui posare le mani conserte in preghiera. Questo ripiano consente anche di appoggiarvi il testo di preghiera senza essere obbligati a sostenerlo con le mani.

Può presentare anche uno scaffale, un armadietto o dei cassetti, generalmente sotto il piano d'appoggio o sotto il leggio o, più raramente, sopra il leggio.

In francese quando l'inginocchiatoio comprende:

  • un armadietto viene detto "prie-Dieu a' armoire";
  • alcuni cassetti è chiamato "prie-Dieu-commode".

Nei modelli più preziosi è corredato da una copertura.

Tipologie particolari

Tipologie particolari di questo arredo sacro sono:

Bottega veneta, Inginocchiatoio di papa Pio X (1893), legno intagliato dipinto e dorato; Salzano, Museo "Pio X"
  • Inginocchiatoio da sacrestia[1]: mobile utilizzato dal sacerdote per recitare le preghiere di preparazione per la Messa prima di entrare in chiesa; presenta talora un'alzata nella qual è inserita un'immagine sacra e spesso una tabella con le preghiere da recitare come preparazione prima della Messa e ringraziamento dopo la stessa.
  • Inginocchiatoio da comunione [2]: mobile a forma d'inginocchiatoio munito di piano d'appoggio che serve ad inginocchiarsi per ricevere la comunione in assenza del ripiano della balaustrata d'altare, della balaustra di una cappella o del coro.
  • Inginocchiatoio nominativo[3]: mobile riservato ad una determinata persona per uso proprio; può essere contrassegnato da un'iscrizione con il nome o le insegne d'appartenenza.
  • Inginocchiatoio (sgabello)[4]: banchetto basso per inginocchiarsi. Può essere un arredo mobile, oppure parte integrante di un banco da chiesa o di un arredo più complesso, detto anch'esso inginocchiatoio, che presenta spesso un piano d'appoggio o un ripiano per i libri.
  • Sedia-inginocchiatoio [5]: sedia con basso sedile che funge, anche da inginocchiatoio e con un'alzata dotata spesso di un piano d'appoggio e talora decorata con motivi sacri.
  • Sedia-inginocchiatoio a ribalta[6]: sedia con inginocchiatoio collocato sotto il sedile ribaltabile e con alzata dotata di un piano d'appoggio.

Esemplari significativi

Fra gli esempi di maggior rilievo storico-artistico si ricorda:

Note
  1. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  2. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  3. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  4. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  5. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
  6. ICCD - Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico[Sito web disconnesso]
Bibliografia
  • Luigi Grassi et al., Dizionario di Antiquariato, Editore A. Vallardi-Garzanti, Milano 1992, p. 561 ISBN 9788811917014
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 15 agosto 2013 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.