Madonna con Gesù Bambino e san Giovannino (Michelangelo)
Michelangelo Buonarroti, Madonna con Gesù Bambino e san Giovannino (1503 - 1505 ca.), marmo | |
Tondo Pitti | |
Opera d'arte | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Firenze |
Comune | Firenze |
Diocesi | Firenze |
Ubicazione specifica | Museo Nazionale del Bargello |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Firenze |
Oggetto | rilievo |
Soggetto | Madonna con Gesù Bambino e san Giovannino |
Datazione | 1503 - 1505 ca. |
Ambito culturale | |
Autore |
Michelangelo Buonarroti detto Michelangelo |
Materia e tecnica | marmo |
Misure | h. 91 cm; l. 80 cm |
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La Madonna con Gesù Bambino e san Giovannino, detto anche Tondo Pitti, è un rilievo, realizzato tra il 1503 ed il 1505 circa, in marmo, da Michelangelo Buonarroti (1475 - 1564), conservato presso il Museo Nazionale del Bargello di Firenze.
Descrizione
Soggetto
Nel rilievo compaiono:
- Madonna colta in un momento di meditazione sulla sorte, preannunciata dal Libro (Sacre Scritture) aperto sulle ginocchia, del Figlio ancora Bambino.
- Gesù Bambino appoggiato a Maria in un vivace contrapposto.
- San Giovannino, appena visibile alle spalle della Vergine sembra voler prender parte alla scena.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- Nell'esecuzione del rilievo e di altre opere di questo periodo, Michelangelo dovette essere influenzato dall'esposizione del cartone di Leonardo, andato perduto, per la Sant'Anna, Madonna con Gesù Bambino che gioca con l'agnello (1501), ammirato dall'artista al suo rientro da Roma. Infatti, Michelangelo coglie qui l’occasione di studiare il problema del rapporto tra le figure e lo spazio, argomento, questo, che emerge con forza dal disegno leonardesco, cercando un maggior legame e interazione tra i personaggi e graduando i piani dello stiacciato alla ricerca di quel legante atmosferico tipico di Leonardo. Gli stessi contorni non levigati, dovuti al carattere non-finito dell'opera, accentuano quest'effetto.
- Il fulcro dell’opera è la figura di Maria, seduta su un blocco cubico, che, pur piegando braccia e ginocchia per adattarsi allo spazio limitato del rilievo, sembra voler uscirne con forza. Infatti, la sua testa non solo supera il bordo del tondo nella parte superiore, ma girandosi verso sinistra riesce a rompere la rigidità dell’asse verticale del proprio corpo.
- Nella lettura iconologica dell'opera ha particolare interesse il blocco, perfettamente squadrato e levigato, su cui siede Maria, che allude ad una delle promesse messianiche riportate da Isaia: Ecco io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata: chi crede non vacillerà. (Is 28,16 ). Il Nuovo Testamento, menzionando questa pietra simboleggiante Gesù, ricorda anche che essa è: La pietra che, scartata da voi, costruttori, è diventata testata d'angolo (At 4,11 ). L'allineamento del blocco con la sovrastante figura di san Giovannino, futuro profeta del sacrificio di Cristo, suggerisce la misura in cui i suoi non l'hanno accolto. Inoltre, san Pietro esorta i cristiani: Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo (1Pt 2,4-5 ). Con la nascita del Salvatore, cioè, Dio risarcisce i suoi fedeli per la distruzione dell'antico tempio e della città santa, inserendoli nel nuovo tempio che ha Cristo per fondamento: la Chiesa.
Notizie storico-critiche
Il rilievo risale agli anni in cui Michelangelo stava lavorando al David (1501 – 1504), trovando il tempo di dedicarsi anche a qualche remunerativa commissione privata. Quest'opera in particolare fu commissionata da Bartolomeo Pitti, come immagine devozionale ad uso domestico.
Il tondo, però, non rimase per molto tempo nella casa del committente in quanto fu donata da suo figlio, fra' Miniato Pitti, monaco a Monteoliveto, a Luigi Guicciardini (1487 - 1551).
Nel 1823, l'opera fu acquistata dal governo lorenese per duecento scudi nella bottega dell'antiquario Fedele Acciai. Collocata nella galleria degli Uffizi dove rimase fino al 1873, anno in cui venne destinata definitivamente al Museo del Bargello.
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