Maleficio

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
La locandina di un film sul maleficio

Il maleficio (dal latino malum facere, "fare del male") è l'azione del demonio di nuocere agli uomini o ai loro beni per via preternaturale attraverso un essere umano che si presta a collaborare con lui; è un intervento occulto di persone, che, per mezzo di ritualità sataniche, intendono colpire qualcuno attraverso appunto una azione straordinaria del demonio.

Le vittime, normalmente innocenti, subiscono tale azione non direttamente, per la malizia diabolica, ma indirettamente, cioè per la volontaria complicità umana associata alla cattiveria diabolica.

Nella Scrittura

La Sacra Scrittura denuncia a più riprese l'operato dei maghi (cfr. Ap 21,8; 22,15 ) e degli stregoni (cfr. Gal 5,19-21 ).

Nel Magistero

Il Catechismo della Chiesa Cattolica, valutando le pratiche di magia e di stregoneria da un punto di vista morale, afferma testualmente:

« Tali pratiche sono ancor più da condannare, quando si accompagnano a una intenzione di nuocere o quando in esse si ricorre all'intervento dei demoni. »
(n. 2117)

La Conferenza Episcopale Toscana emise nel 1994 una nota pastorale che suscitò grande interesse, al punto che si diffuse anche fuori Italia e fu tradotta in molte lingue. Il titolo della nota pastorale è A proposito di magia e di demonologia. La nota è stata confermata come attualmente ancora perfettamente valida dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, interrogata per iscritto qualche tempo dopo la pubblicazione della stessa da un esorcista della Toscana. Riferendosi alla varie forme di occultismo, il documento afferma esplicitamente che, nel caso di maleficio, "non si può escludere, in pratiche di questo genere, una qualche partecipazione del gesto malefico al mondo demoniaco, e viceversa.

Nel Rito degli Esorcismi

Il nuovo rituale degli esorcismi, al n. 15, sembra non ammettere la realtà dei malefici, attribuendoli a frutto di immaginazione popolare:

« L'esorcista sappia distinguere bene i casi di aggressione diabolica da quelli derivanti da una certa "credulità"[1] che spinge alcuni, anche tra i fedeli, a ritenersi oggetto di malefici, sortilegi o maledizioni fatti ricadere da altri su di loro o sui loro parenti o sui loro beni. Non neghi loro l'aiuto spirituale, ma eviti assolutamente di ricorrere all'esorcismo»

Questa norma, a una lettura superficiale, sembrerebbe negare la possibilità del maleficio, ma in realtà essa sta semplicemente invitando l'esorcista a distinguere tra una persona realmente attaccata in maniera straordinaria dal demonio attraverso un maleficio e quei casi in cui invece la persona ha l’opinione sbagliata di essere vittima di un maleficio, che in realtà non gli è stato fatto.

Quando ci si trova di fronte a un caso di vera aggressione diabolica, sia essa causata dal diavolo direttamente o attraverso il maleficio, l'esorcista può procedere all'esorcismo, o nella forma prevista nel Rito per le possessioni e le vessazioni, o in quella prevista per le infestazioni, secondo i casi.

Natura

I malefici possono essere considerati "pseudo-sacramenti", in quanto veicoli o segni efficaci di un'azione malefica. Il demonio, scimmiottatore della Divinità, fa dipendere da determinati elementi sensibili il suo intervento per la rovina dell'uomo, alla stessa maniera in cui i Sacramenti sono segni efficaci della grazia di Dio. Da questo pseudo-ritualismo proviene poi al demonio un certo culto, alla stessa maniera in cui Dio riceve culto attraverso i Sacramenti.

Il maleficio rientra tra gli interventi straordinari del demonio, come l'infestazione, la vessazione, l'ossessione e la possessione diabolica.

Il maleficio non sempre ottiene infallibilmente l'effetto desiderato: esso giunge a pieno effetto raramente. Il più delle l’effetto è nullo, a volte è solo parziale. Come e perché, talvolta, un maleficio possa funzionare, rimane però fondamentalmente un mistero da attribuire a un'insondabile permissione divina.

Il maleficio, quando si presenta o funziona, si manifesta attraverso segni di disturbo demoniaco, ravvisati dall'esorcista non in base alle parole di chi li interpella, convinto di subire un maleficio, quanto da quei segni preternaturali inequivocabili che indicano la presenza di azione demoniaca.

Sono elementi incontrovertibili del maleficio e non spiegabili naturalmente i cosiddetti agglomerati malefici, cioè gli oggetti che vengono ritrovati all'interno di cuscini, materassi o poltrone, senza che alcuno li abbia materialmente introdotti: corde annodate; ciocche di capelli strettamente legati; grumi di sangue; pupazzetti di cera o di stoffa trapassati da spilli o bambole cariche di segni di trafitture; piccole bare; lana fittamente intrecciata; piume in forma di corone o di animali o di figure geometriche; sassi; fili di ferro arrotolati, cuori formati con la stessa sostanza del materiale spugnoso del guanciale e persino rospi o serpenti vivi.

Classificazione e modalità

Secondo gli effetti che dovrebbe produrre il maleficio viene detto:

  • amatorio, se dà luogo a un forte sentimento di amore o di odio verso una persona;
  • ostile o venefico, se deve produrre una malattia o un qualsiasi danno nei riguardi di una persona o dei suoi beni;
  • di possessione, se comporta nel corpo della vittima quella presenza operante di spiriti propria dell'indemoniato.

Il maleficio può essere:

  • Diretto, se viene compiuto direttamente sulla persona scelta come vittima e con un materiale appositamente preparato: sangue, feci, polvere di ossa umane o di gatto o di rospo, ecc.[2]; esso viene somministrato in diversi modi, più comunemente mescolandolo in cibi o bevande, o portandolo a contatto con la persona, o ponendolo nel letto della medesima.
  • Indiretto, quando si attua su oggetti che rappresentano la vittima, in genere cose appartenenti al paziente, come capelli, ritagli di unghia, frammenti di vestiti, avanzi di cibo; altre volte si adoperano oggetti nei quali si considera come trasferita la personalità dell'individuo a cui si vuol fare il male e che vengono perciò chiamati oggetti di trasferimento (transfert); i più adoperati sono le fotografie della vittima, figurine di cera, di creta, di stoffa, il cuore di un animale (quasi sempre il pollo), una candela, qualche frutto, ecc.

Chi opera il maleficio opera per analogia su questo materiale, sostanzialmente in quattro modi:

    • per infissione, pungendo con oggetti acuminati (spilli, oppure chiodi, coltelli, ecc.) ciò che rappresenta la vittima, con lo scopo di agire in modo analogo sulla persona, producendogli sofferenze acute e strazianti;
    • per putrefazione, lasciando putrefare l'oggetto che rappresenta la vittima; la putrefazione rappresenta un deperimento lento ma inesorabile, che, attraverso una malattia inspiegabile, porterà il paziente alla morte; spesso la putrefazione viene ottenuta col seppellimento del materiale; a volte a questa si aggiunge pure l'infissione per rendere così più terribile il maleficio;
    • per distruzione col fuoco, bruciando a più riprese l'oggetto di trasferimento, allo scopo di ottenere nella vittima una consumazione più o meno simile al caso precedente;
    • per annodamento, legando in maniere diverse il materiale di transfert oppure annodando alcune cose, come capelli, fettucce, strisce di stoffa, fazzoletti, ecc.; ciò sta a rappresentare un impedimento (tale è il concetto di nodo), che intende provocare sulla vittima.

Un tipo speciale di maleficio indiretto, di una particolare gravità morale,, è il maleficio sacrilego, che viene compiuto con oggetti sacri, non esclusa la stessa Ostia consacrata, e con un ritualismo estremamente blasfemo e sacrilego; tale tipo di maleficio viene usato per manifestare a Satana in un modo più accentuato la propria perversione morale.

L'uso dell'operatore del maleficio da parte del demonio

Chi realizza il malefico diviene uno strumento nelle mani del demonio, il quale si serve di persone che si prestano ai suoi sinistri disegni per provocare sulla vittima, destinataria del maleficio, uno straordinario e diretto influsso, caratterizzato dalla comparsa di fenomeni effettivamente inspiegabili in termini puramente naturali. Non è chi realizza il malefico ad usare il demonio, ma è il demonio che si serve di lui. Chi realizza il malefico non ha infatti il potere di provocare determinati effetti preternaturali attraverso un rituale o una formula: è piuttosto il demonio che li può produrre.

L'operatore del maleficio, e coloro che a lui si rivolgono, palesano le loro cattive intenzioni esprimendo un desiderio. Il demonio ne viene, in qualche modo, a conoscenza e si inserisce in questo circuito di male, alimentando un clima di grande disordine morale, caratterizzato spesso da invidia, odio, sete di vendetta.

Note
  1. Nella seconda edizione latino del Rito degli Esorcismi (2004) si dice a falsa opinione, "da quella falsa opinione".
  2. La scelta e la manipolazione del materiale con cui si effettua il maleficio dipende dallo scopo che si vuol realizzare, essendo il maleficio regolato dal principio di analogia (il simile produce il simile); per questo motivo l'autore del maleficio si propone di riprodurre nella vittima il carattere peculiare della sostanza usata.
Bibliografia
Voci correlate