Miracolo eucaristico di Asti
Segui @CathopediaIl miracolo eucaristico di Asti avvenne nel 1535 nell'omonima città: mentre un sacerdote celebrava la messa, allo spezzare dell'ostia stillarono gocce di sangue nel calice e sulla patena[1].
La storia
Ad Asti, il 25 luglio 1535, nella chiesa collegiata di San Secondo, don Domenico Occelli stava celebrando la messa quando, allo spezzare dell'ostia consacrata, stillarono alcune gocce di sangue, cadendo sul calice e sulla patena. I presenti gridarono al miracolo, ma la messa non fu interrotta: la particola ritornò poi all'aspetto normale e fu assunta dal celebrante.
Monsignor Scipione Roero, vescovo della città, istituì un regolare processo canonico che accertò la veridicità dell'episodio, e inviò una relazione a papa Paolo III, che emise una bolla concedendo l'indulgenza plenaria a quanti avessero visitato la chiesa nel giorno del miracolo, recitando tre Padre Nostro e tre Ave Maria.
Secondo un'antica tradizione[2], al fatto assisterono alcuni soldati luterani, appartenenti all'esercito dell'imperatore Carlo V: la loro conversione sarebbe la spiegazione dell'evento. Lo stesso imperatore visitò l'anno successivo la chiesa, in occasione della festa del Corpus Domini.
Nella chiesa collegiata la seguente iscrizione ricorda l'episodio: "Hic ubi Christus ex sacro pane effuso sanguine exteram vi traxit fidem astensem roboravit" (Qui Cristo dal sacro pane avendo sparso sangue, trasse con forza estranei alla fede e confermò quella degli astigiani).
Si conservano ancor oggi il calice e la patena legati all'episodio, ma forse la mancanza di reliquie più esplicite non favorisce la memoria e il culto di quanto accaduto.
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