Patena

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Ciccarello di Francesco di Bentevenga, Patena con Annunciazione (XIV secolo), decorata a bulino e smalti figurati; Sulmona, Museo Diocesano d'Arte Sacra

La patena è un piccolo piatto metallico di forma circolare, utilizzato dal celebrante, durante la Messa, per posarvi l'ostia, prima e dopo la consacrazione e per raccogliere eventuali particole.

La patena si fa derivare, per tradizione, dal recipiente in cui venne spezzato il pane, durante l'Ultima Cena. La sua origine è, dunque, collegata, come per il calice al vasellame domestico, come suggerito anche dall'etimologia del suo nome. Infatti, il termine patena deriva dal latino patina che significa "piatto, scodella".

Storia

Patena e calice (prima metà del XIV secolo); Bovino, Museo Diocesano

L'uso di contenitori per il pane, durante il servizio liturgico, è molto antico e risale ai primi tempi del Cristianesimo; infatti, il Liber Pontificalis menziona patene per:

Esistevano, perciò, patene di varie dimensioni, forme e materiali. Tuttavia, fin dal VI secolo, sono documentati contenitori di grandi dimensioni che dovevano accogliere tutto il pane offerto per il sacrificio e che non erano propriamente delle patene, ma recipienti chiamati offertoria.

Bottega francese, Calice e patena (1906), argento dorato cesellato, bulinato e inciso; Salzano, Museo "Pio X"

Per somministrare la comunione esistevano patene di grande formato, qualche volta con anse e manici, dette ministrales, mentre il celebrante né usava una più piccola da collocare sull'altare vicino al calice.

Nel X - XI secolo, essendo state ammesse al posto dei pani, ostie, sottili e rotonde, stampate con appositi utensili (stampi per ostie), tramontò l'uso di patene di grande formato e rimase per il celebrante quello di una patena rotonda, con un diametro non superiore a 20 centimetri e la concavità centrale corrispondente a quella del piede del calice su cui andava posto. Inoltre, la patena continuò per molto tempo ad essere utilizzata anche da contenitore per le ostie consacrate da distribuire ai fedeli, prima di essere per sempre sostituita, per questo uso, dalla pisside.

Le decorazioni erano spesso costituite da pietre incastonate o figurazioni bibliche. Nel periodo romanico vi era spesso rappresentata la Mano benedicente di Dio. In epoca gotica la patena era decorata con gli stessi simboli e moduli del calice; introno al bordo si potevano trovare iscrizioni, decori geometrici raffigurazioni in smalto.

Alla metà del XVI secolo, san Carlo Borromeo prescriveva che la patena fosse d'oro o d'argento dorato, almeno all'interno, che avesse un bordo affinato per facilitare l'eventuale raccolta di frammenti di ostie; decorazioni e incisione erano sconsigliate per evitare che vi rimanessero briciole di particole.

Nei secoli successivi i decori si fecero sempre più rari e il diametro si stabilì intorno ai 15 - 20 centimetri. Queste caratteristiche hanno anche le patene moderne, la cui unica decorazione è, spesso, solo una piccola croce sul bordo, nel punto in cui è baciata dal sacerdote.

Descrizione

Predispozione del calice per la celebrazione

La patena è, normalmente, argento dorato o d'oro e di forma circolare con un diametro di circa 15 - 20 centimetri. Generalmente la stessa del calice (oro, argento o metallo dorato), ma anticamente erano usati anche il vetro, l'avorio, l'onice, l'alabastro, il cristallo di rocca.

Prima della celebrazione eucaristica il calice viene preparato, predisponendo sopra alcuni oggetti liturgici e biancheria sacra, nel seguente ordine:

Funzione

In Occidente

Pierre Brunet, Patena con l'Agnello di Dio (fine XIX - inizio XX secolo), argento dorato e smalti

Nell'uso della Chiesa cattolica e nelle altre chiese occidentali, la patena è un semplice piattino, fatto di materiale metallico e opaco.
La patena deve essere utilizzata anche durante la comunione dei fedeli per evitare che ostie o frammenti di questa possano cadere a terra inavvertitamente, sebbene questa pratica sia spesso dimenticata dai sacerdoti.

In Oriente

Nell'uso della Chiesa Ortodossa e delle altre chiese orientali la patena è chiamata diskos (in greco: δισκάριον, diskarion) e poggia su un piede o basamento fissato al di sotto. Il diskos è solitamente più ornato della patena occidentale. Il diskos può portare incisa un'icona di Gesù Cristo oppure un'icona della Madonna Theotokos, Madre di Dio.

Il diskos simboleggia la Vergine Maria che ha ricevuto Gesù nel suo grembo e lo ha partorito; simboleggia anche la tomba che ha ospitato il corpo di Cristo dopo la sua morte e dalla quale è risorto.

Tipologie particolari

Tipologie particolari di questo oggetto liturgico sono:

Esemplari significativi

Fra gli esempi di maggior rilievo storico-artistico si ricordano:

Note
Bibliografia
  • Rosa Giorgi, Oggetti e arredi liturgici, in Simboli, protagonisti e storia della Chiesa, col. "Dizionari dell'Arte", Editore Mondadori-Electa, Milano 2004, pp. 37 - 41 ISBN 9788837027896
  • Luigi Grassi et al., Dizionario di Antiquariato, Editore A. Vallardi-Garzanti, Milano 1992, p. 839 ISBN 9788811917014
  • Benedetta Montevecchi, I vasi sacri, in Suppellettile ecclesiastica. 1, Editore Centro Di, Firenze 1988, pp. 124 - 126 ISBN 97888703816412
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 19 gennaio 2013 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.