Patena
La patena è un piccolo piatto metallico di forma circolare, utilizzato dal celebrante, durante la Messa, per posarvi l'ostia, prima e dopo la consacrazione e per raccogliere eventuali particole.
La patena si fa derivare, per tradizione, dal recipiente in cui venne spezzato il pane, durante l'Ultima Cena. La sua origine è, dunque, collegata, come per il calice al vasellame domestico, come suggerito anche dall'etimologia del suo nome. Infatti, il termine patena deriva dal latino patina che significa "piatto, scodella".
Storia
L'uso di contenitori per il pane, durante il servizio liturgico, è molto antico e risale ai primi tempi del Cristianesimo; infatti, il Liber Pontificalis menziona patene per:
- il sacrificio,
- funzioni decorative,
- contenere il crisma del Battesimo e della Cresima
Esistevano, perciò, patene di varie dimensioni, forme e materiali. Tuttavia, fin dal VI secolo, sono documentati contenitori di grandi dimensioni che dovevano accogliere tutto il pane offerto per il sacrificio e che non erano propriamente delle patene, ma recipienti chiamati offertoria.
Per somministrare la comunione esistevano patene di grande formato, qualche volta con anse e manici, dette ministrales, mentre il celebrante né usava una più piccola da collocare sull'altare vicino al calice.
Nel X - XI secolo, essendo state ammesse al posto dei pani, ostie, sottili e rotonde, stampate con appositi utensili (stampi per ostie), tramontò l'uso di patene di grande formato e rimase per il celebrante quello di una patena rotonda, con un diametro non superiore a 20 centimetri e la concavità centrale corrispondente a quella del piede del calice su cui andava posto. Inoltre, la patena continuò per molto tempo ad essere utilizzata anche da contenitore per le ostie consacrate da distribuire ai fedeli, prima di essere per sempre sostituita, per questo uso, dalla pisside.
Le decorazioni erano spesso costituite da pietre incastonate o figurazioni bibliche. Nel periodo romanico vi era spesso rappresentata la Mano benedicente di Dio. In epoca gotica la patena era decorata con gli stessi simboli e moduli del calice; introno al bordo si potevano trovare iscrizioni, decori geometrici raffigurazioni in smalto.
Alla metà del XVI secolo, san Carlo Borromeo prescriveva che la patena fosse d'oro o d'argento dorato, almeno all'interno, che avesse un bordo affinato per facilitare l'eventuale raccolta di frammenti di ostie; decorazioni e incisione erano sconsigliate per evitare che vi rimanessero briciole di particole.
Nei secoli successivi i decori si fecero sempre più rari e il diametro si stabilì intorno ai 15 - 20 centimetri. Queste caratteristiche hanno anche le patene moderne, la cui unica decorazione è, spesso, solo una piccola croce sul bordo, nel punto in cui è baciata dal sacerdote.
Descrizione
La patena è, normalmente, argento dorato o d'oro e di forma circolare con un diametro di circa 15 - 20 centimetri. Generalmente la stessa del calice (oro, argento o metallo dorato), ma anticamente erano usati anche il vetro, l'avorio, l'onice, l'alabastro, il cristallo di rocca.
Prima della celebrazione eucaristica il calice viene preparato, predisponendo sopra alcuni oggetti liturgici e biancheria sacra, nel seguente ordine:
- purificatoio
- patena con l'ostia
- palla
- corporale
Funzione
In Occidente
Nell'uso della Chiesa cattolica e nelle altre chiese occidentali, la patena è un semplice piattino, fatto di materiale metallico e opaco.
La patena deve essere utilizzata anche durante la comunione dei fedeli per evitare che ostie o frammenti di questa possano cadere a terra inavvertitamente, sebbene questa pratica sia spesso dimenticata dai sacerdoti.
In Oriente
Nell'uso della Chiesa Ortodossa e delle altre chiese orientali la patena è chiamata diskos (in greco: δισκάριον, diskarion) e poggia su un piede o basamento fissato al di sotto. Il diskos è solitamente più ornato della patena occidentale. Il diskos può portare incisa un'icona di Gesù Cristo oppure un'icona della Madonna Theotokos, Madre di Dio.
Il diskos simboleggia la Vergine Maria che ha ricevuto Gesù nel suo grembo e lo ha partorito; simboleggia anche la tomba che ha ospitato il corpo di Cristo dopo la sua morte e dalla quale è risorto.
Tipologie particolari
Tipologie particolari di questo oggetto liturgico sono:
- Patena da viatico: piccolo piatto che insieme alla pisside, corredano il servizio da viatico.
- Patena del Venerdì Santo: piatto con gancio verticale, che permette l'inserimento all'interno della coppa del calice per custodire l'ostia consacrata destinata alla comunione di chi durante il Venerdì Santo presiede alla celebrazione, l'unico che in questo giorno può comunicarsi.[1]
Esemplari significativi
Fra gli esempi di maggior rilievo storico-artistico si ricordano:
- Patena del Tesoro di Canoscio, composto di 25 oggetti di suppellettile liturgica (piatti, patene, calici e una pisside), databile al VI secolo, rinvenuto nel 1935 presso i ruderi dell'antico Santuario di Canoscio, conservato presso il Museo Diocesano del Duomo di Città di Castello.
- Patena (X - XI secolo), in argento e gemme, di bottega bizantina, esposto presso il Museo di San Marco di Venezia.
- Patena e calice di san Francesco (inizi XIII secolo), in argento, conservate presso la Basilica di San Francesco (Assisi).
- Patena con l'Annunciazione (XIV secolo), decorata a bulino e con smalti figurati, opera di Ciccarello di Francesco di Bentevenga, conservato presso il Museo Diocesano d'Arte Sacra di Sulmona
- Patena e calice (fine XIX - inizio XX secolo), in argento dorato e smalti, dell'orafo parigino Pierre Brunet, conservate presso il Museo Diocesano di Torino.
- Patena e calice (1906), in argento dorato cesellato, bulinato e inciso, opera di bottega francese, conservati presso il Museo "Pio X" di Salzano.
Note | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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