Monastero di Helfta

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Monastero di Helfta
Helfta - Kirche und Liboriushaus.jpg
Monastero e chiesa
Stato Germania
Comune Rodarsdorf
Diocesi Diocesi di Magdeburgo
Religione Cattolica
Oggetto tipo Monastero
Dedicazione Maria Vergine
Sigla Ordine qualificante O.Cist.
Sigla Ordine reggente O.Cist.
Coordinate geografiche
51°30′31″N 11°34′46″E / 51.5085, 11.5795 bandiera Germania
Mappa di localizzazione New: Germania
Monastero di Helfta
Monastero di Helfta
Magdeburgo
Magdeburgo
Berlino
Berlino

La grande abbazia di Helfta, fu fondata nel 1234 a Rodarsdorf in Sassonia, da Burcardo von Mansfeld e sua moglie Elizabeth. Durante il XIII secolo, vi si formarono tre tra le più grandi scrittrici mistiche della storia della Chiesa: Matilde di Magdeburgo, che fu accolta nel convento in tarda età dopo essere stata in gioventù una beghina; Matilde von Hackeborn sorella minore della badessa del convento e Gertrude von Heltra detta la Grande, la più giovane delle tre che fu accolta nel convento giovanissima. Dato che allo stato delle cose esistono poche differenze evidenti tra le loro vite, e anche a causa di ciò che i critici amano definire lo stile Helfta che si riscontra nelle loro opere, non è semplice distinguerne esattamente la paternità.

Nessuna di loro fu mai formalmente canonizzata; a ogni modo Gerturde fu riconosciuta santa, quando le sue opere furono pubblicate in latino nel 1536. Successivamente nel 1677 Papa Clemente XII la canonizzò e su richiesta del re di Polonia e del duca di Sassonia, decretò nel 1738 che la sua festa fosse osservata il 16 novembre in tutta la Chiesa occidentale inserendola nel Martirologio Romano; fu anche nominata patrona delle Indie occidentali su richiesta del re Filippo IV di Spagna.

Nel frattempo, fu permessa la commemorazione di Santa Matilde in molti conventi benedettini; la festa di Santa Gerturde, nell'attuale martirologio è stata mantenuta, sembra meglio, quindi, celebrare sia Gertrude che Matilde von Hackeborn nello stesso giorno, anche se in Germania la prima è commemorata il 17 e la seconda il 19 novembre. L'altra Matilde quella di Magdeburgo è commemorata come santa nella Chiesa anglicana pure il 19 novembre.

Nel 1257, la congregazione si trasferì da Rodarsdorf a Hefta, in quanto la prima sede mostrò subito problemi di approvvigionamento idrico. La seconda sede sorse a Helfta, città della famiglia della badessa Gertrude e di sua sorella Matilde, gli Hackeborn. Nella scuola del nuovo monastero giunse tre anni dopo una bambina di cinque anni chiamata Gertrude, di cui non si conoscevano le origini, probabilmente orfana, come lei stessa affermava. La giovane affidata alle cure di Matilde si rivelò presto di personalità attraente e di profonda intelligenza.

Un decennio dopo nel 1271, venne accolta nel cenobio l'anziana beghina Matilde di Magdeburgo, che vi trascorse in serenità gli ultimi anni di vita.

Le monache seguivano la regola di san Benedetto nella riforma cistercense, senza essere formalmente unite all'ordine. La comunità fu sin dall'inizio molto influenzata da nuovi movimenti religiosi mendicanti, appena giunti nella regione della Sassonia, dei francescani e in particolare dei Benedettini presenti ad Halle.

Declino

Il convento subì nei due secoli successivi varie distruzioni e ricostruzioni, molto importante fu la ricostruzione eseguita nel 1342 ad opera del vescovo di Halberstadt Albrecht von Braunschweig. Nel XV secolo il monastero fu trasferito nei pressi di Halle con il nome di Nuova Helfta. Poco prima della sua secolarizzazione fu di nuovo trasferito nell'antica sede, per essere secolarizzato a causa della Riforma protestante il 19 giugno 1545.

Rinascita

Dopo la caduta della Repubblica denocratica tedesca, alla fine dello scorso secolo si fece avanti l'idea di far rinascere il cenobio femminile benedettino e dopo 457 anni il 13 agosto 1999 dodici monache cistercensi in gran parte provenienti dal monastero di Seligenthal, ripresero la vita monastica in edifici quasi interamente ricostruiti.

Bibliografia
  • Alban Butler, Il primo grande dizionario dei santi secondo il calendarioCasale Monferrato, Edizioni PIEMME S.p.A., 2001 ISBN 88-384-6913-X
Collegamenti esterni