Santa Matilde di Hackeborn
Santa Matilde di Hackeborn, O.S.B. Vergine · Mistica | |
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al secolo Mechthild von Hackeborn | |
Santa | |
Usignolo di Dio | |
Santa Matilde di Hackeborn | |
Età alla morte | circa 58 anni |
Nascita | 1240 ca. |
Morte | Helfta 1298 |
Venerata da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 19 novembre |
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Nel Martirologio Romano, 19 novembre, n. 8:
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Santa Matilde di Hackeborn, al secolo Mechthild von Hackeborn (1240 ca.; † Helfta, 1298) è stata una vergine e mistica tedesca.
Vita
Della sua vita si sa ben poco, le scarse notizie che si trovano nel libro da lei scritto e in quello dell'Araldo del divino amore di Santa Gertrude di Helfta, sono tutto quanto sappiano di questa importante mistica medioevale.
Nacque attorno al 1240 nel castello di Helfta, in Sassonia, da una delle più nobili e potenti famiglie della Turingia, i von Hackeborn; era imparentata con l'imperatore Federico II.
La sorella maggiore, Gertrude, fu badessa nel convento di Helfta.
All'età di sette anni Matilde venne accolta come educanda nel monastero benedettino di Roderdsdorf. Qui la sua vocazione crebbe e la giovane decise di indossare il velo.
Nel 1258 raggiunse la sorella maggiore a Helfta dove, tre anni più tardi, le venne affidata la cura di una giovane monaca che resterà nella storia con il nome di santa Gertrude la Grande o di Helfta. Proprio a quest'ultima Matilde confessò le proprie visioni mistiche.
Da queste confidenze nascerà poi uno dei libri più noti della mistica medievale: il Libro della Grazia speciale (Liber Gratiae specialis).
Matilde, particolarmente dotata nel canto, diresse il coro del monastero e per questa sua qualità sembra che lo stesso Dante Alighieri si sia ispirato a lei per la figura della Matelda nella Cantica del Purgatorio della Divina Commedia.
Si spense silenziosamente nel monastero di Helfta 19 novembre 1298.
Il Libro della grazia speciale
L'opera fu scritta attorno al 1280, era da poco morta la sorella badessa quando rivelò il suo grande segreto. Due suore raccolsero quelle confidenze e una sembra che fosse la stessa Santa Gertrude.
L'opera è suddivisa in sette capitoli. I primi due raccolgono le esperienze mistiche che la santa ebbe durante le grandi feste liturgiche. Nel terzo e quarto si trovano insegnamenti riguardo alla salvezza degli uomini e alle virtù umane. Il quinto parla delle anime dei defunti. Nel sesto si trova una breve biografia della sorella Gertrude. L'ultimo descrive gli ultimi giorni della santa e la sua morte.
Il libro è incentrato sulla spiritualità della vita monastica: Liturgia delle ore, Lectio Divina, Eucaristia. Al centro di tutto si trova il Sacro Cuore di Gesù, simbolo dell'amore divino ed è uno dei riferimenti più antichi a questa devozione. La santa ebbe anche l'esperienza mistica della immersione nel Cuore del Redentore.
Vengono trattati anche importanti temi mariologici vi si afferma l'Immacolata Concezione di Maria, la sua Maternità divina e il concepimento verginale di Gesù. In questo libro nacque la devozione mariana che chiedeva la speciale protezione della Vergine recitando giornalmente tre Ave Maria.
L'opera fu diffusa da Giovanni Gerecht (lat. Justus), detto Lanspergio. La prima edizione latina preparata con seria diligenza dallo stesso Lanspergio, venne pubblicata nel 1536; ma il libro era già stato diffuso dopo la morte della Santa sotto il titolo di "Lode di dama Metilde" in particolare a Firenze dove le preghiere presenti nell'opera erano diventate pratica comune nel popolo.
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