Natale ad Agnone
Natale ad Agnone | |
Ndocciata, processione di fuoco | |
Tradizione natalizia Processione | |
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Festa locale | |
Commemorazione celebrata | Natale |
Chiamata anche | ‘Ndocciata di Agnone |
Stato | Italia |
Regione | Molise |
Provincia | Isernia |
Comune | Agnone |
Luogo specifico | vie del centro storico, Piazza Plebiscito |
Diocesi | Trivento |
Periodo | Inverno |
Data inizio | 8 dicembre |
Data fine | 24 dicembre |
Data d'istituzione | X secolo |
Organizzata da | Fondazione, Comune e Pro Loco di Agnone |
Tradizioni religiose | processione del fuoco |
Tradizioni folcloristiche | ndocce (torce di fuoco) |
Tradizioni culinarie | baccalà, pizzelle |
Informazioni |
Ufficio Turistico C.so Vittorio Emanuele, 78 - 86081 Agnone Tel. +39 0865 77249 proloco.agnone@gmail.com, |
Collegamenti esterni Sito web Sito ufficiale dell'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia (IDEA) | |
Il Natale ad Agnone (Isernia) si tiene annualmente nella cittadina molisana, l'8 e il 24 dicembre, per celebrare la Natività di Gesù, caratterizzata da un'immensa processione di fuoco, la più grande e spettacolare del mondo, detta ‘Ndocciata.
Storia
L'origine della ‘Ndocciata risale probabilmente all'anno Mille. Questa antica festa della luce, di origine romana, si è trasformata in festa della luce del Natale cristiano, ossia in una delle sopravvivenze dei fuochi solstiziali che la Chiesa ha inglobato nel proprio rituale non trovandoli in contrasto con la sua teologia, una volta trasformata la simbologia della Nascita del "Sole invitto" con quella di Gesù, come Luce che allontana le tenebre del male.
I contadini usavano le ‘ndòcce come fonte di luce durante gli spostamenti notturni, in particolare quando si voleva illuminare il percorso dalle varie contrade per raggiungere le chiese nella notte di Natale.
Al di là della sua spettacolarità, quella di Agnone è una festa tradizionale, permeata di religiosità popolare, che è rimasta sostanzialmente invariata malgrado il disfacimento della società agricolo-pastorale che l'aveva prodotta. In passato, mentre la ndòccia bruciava, si traevano auspici: se avesse soffiato il vento del nord, l'anno sarebbe stato buono, se a soffiare fosse stato quello del sud, al contrario, l'anno sarebbe stato cattivo.
L'8 dicembre 1996, in Piazza San Pietro, a Roma, la 'Ndocciata fu offerta al papa Giovanni Paolo II in occasione del cinquantesimo anno del sacerdozio, il quale ringraziò con queste parole gli agnonesi:
« | Grazie per questo magnifico spettacolo, grazie per questo "Falò della Fratellanza". Le crepitanti fiaccole splendono nella notte, ricordando che Cristo è la vera Luce che rischiara le tenebre dal Mondo. Recando sulle spalle le gigantesche torce di abete e formando quasi un fiume di fuoco, voi proclamate l'amore di Colui che è venuto a portare sulla Terra il Fuoco del Vangelo. » | |
'Ndoccia
Le ndòcce sono torce di fuoco realizzate con l'abete bianco, le ginestre secche e lo spago. Viene scelto in particolare l'abete, poiché il legno di questa pianta è leggero, quindi facile da portare, anche se estremamente secco. Si preferisce l'abete anche per la semplicità con cui si lascia spaccare. Il legname secco-asciutto e la presenza della resina lo rendono oggetto di una combustione veloce. Inoltre, è proprio la resina a creare il classico scoppiettio della ndòccia.
Una volta preparati, gli alberi vengono caricati sui trattori dagli stessi costruttori e portati davanti alle proprie case di campagna. La ‘ndòccia si giudica dall'altezza, dalla bellezza, dalla consistenza (deve essere ben fatta, robusta e compatta) e, soprattutto, una volta accesa, da come arde. Se la 'ndòccia è buona deve scoppiettare.
Contrade
I gruppi e le contrade che partecipano alla processione sono cinque:
- Sant'Onofrio, il gruppo storico, istituito nel 1932, anno in cui si diede vita alla prima gara delle ndòcce.
- Guastra, contrada situata nella campagna di Capracotta.
- Colle Sente, contrada che si trova in montagna, tra Monte San Nicola e Montecastelbarone.
- San Quirico, quartiere della vallata, caratterizzato dalla presenza di uliveti e vigneti.
- Capammònde e Capaballe, gruppi formati dai giovani agnonesi.
Descrizione
Nelle serate precedenti la Vigilia di Natale si preparano le grandi torce e fra una ‘ndòccia e l'altra, si consuma il vino Moscatello, assaggi di ostie e pizzelle. I membri della Contrada di Sant'Onofrio da sempre allestiscono i torcioni nella mattinata della Vigilia, dopo aver consumato una tradizionale colazione a base di baccalà, preparato in vari modi (arrosto, indorato e fritto, preparato con aglio, olio, prezzemolo e mollica di pane, una pietanza tipica molisana).
Una volta pronte le ndòcce, si aspetta l'imbrunire della Vigilia per trasformare il corso come la brace del fuoco.
Alle 17.30, quando si sente il suono del campanile della Chiesa di Sant'Antonio, i protagonisti, radunati nella periferia settentrionale, nei pressi dell'ospedale civico, accendono le ndocce e si incamminano a turno verso la Chiesa di Sant'Antonio, percorrendo gran parte delle strade della cittadina che diventano come un gigantesco fiume di fuoco. Provenienti dalle maggiori contrade e quartieri agnonesi, i portatori, tutti uomini, con indosso un mantello a ruota di panno nero come protezione, recano sulle spalle singole fiaccole o strutture a ventaglio, che racchiudono fino ad un numero di venti elementi di fuoco, per un peso di circa 150 kg ed un'altezza che sfiora i 4 metri.
Pastori, pecore, cavalli, buoi e maiali, interni di stalle, di masserie e scene di vita contadina integralmente riprodotte su enormi carri, completano una sfilata di grande suggestione, il cui protagonista principale è il fuoco. La sfilata si conclude in Piazza Plebiscito, quando finiscono di ardere i residui delle ndocce in un grande falò, detto "Falò della Fratellanza", che brucia simbolicamente quanto di negativo c'è stato durante l'anno che sta per finire e dà man forte al nuovo, affinché propizi luce e calore.
Il fuoco natalizio suggerisce un messaggio cristiano invitando tutti alla pace ed alla fratellanza.
Nel 2000, anno del Giubileo, hanno sfilato 1.000 torce sia l'8, sia il 24 dicembre, notte della vigilia di Natale.
Sapori di festa
La festa, come vuole la tradizione, vive anche a tavola con i piatti della tradizione:
- baccalà,
- pizzelle.
Riconoscimenti
Il Ministero per il Turismo ha premiato questa manifestazione con il riconoscimento di Patrimonio d'Italia per la tradizione.
Patrimonio d'Italia per la tradizione 2011
L'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia ha riconosciuto l'evento, quale Patrimonio immateriale d'Italia
Patrimonio immateriale d'Italia
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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