Diocesi di Trivento

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Diocesi di Trivento
Dioecesis Triventina
Chiesa latina
FacciataCattedraleTrivento.png
sede vacante
Trivento
Suffraganea
dell'arcidiocesi di Campobasso-Boiano
Regione ecclesiastica Abruzzo-Molise
Diocesi di Trivento.png
Mappa della diocesi
Nazione bandiera Italia
Parrocchie 58 (4 vicariati )
Sacerdoti 55 di cui 45 secolari e 10 regolari
866 battezzati per sacerdote
10 religiosi 38 religiose 3 diaconi
48.000 abitanti in 1.234 km²
47.640 battezzati (99,3% del totale)
Eretta IV secolo (?)
Rito romano
Cattedrale Santi Nazario, Celso e Vittore
Santi patroni Nazario, Celso, Vittore, Casto di Trivento
Indirizzo
Piazza Cattedrale 15, 86029 Trivento (CB), Italia
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2023 (gc ch)
Dati dal sito web della CEI
Collegamenti interni
Chiesa cattolica in Italia
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica
Il santuario della Madonna del Canneto nel comune di Roccavivara.

La Diocesi di Trivento (latino: Dioecesis Triventina) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Campobasso-Boiano appartenente alla regione ecclesiastica Abruzzo-Molise.

Patroni della diocesi

Patroni della diocesi sono i santi Nazario, Celso e Vittore. Secondo la tradizione, le reliquie dei santi Nazario e Celso furono donate da sant'Ambrogio alla chiesa locale nel 392, quando presiedette a Capua il sinodo dei vescovi della Campania e del Sannio in sostituzione di san Paolino di Nola. Nel 1726 ai due martiri milanesi fu accostato anche il papa e martire san Vittore. La loro festa liturgica è celebrata il 28 luglio.

Insieme ai titolari della cattedrale, è compatrono della diocesi san Casto, il leggendario primo vescovo di Trivento, la cui festa liturgica ricorre il 4 luglio.

Territorio

La diocesi comprende il territorio di 40 comuni a cavallo tra le regioni Abruzzo e Molise:[1]

  • in provincia di Campobasso i comuni di Trivento, Casalciprano, Castropignano, Duronia, Fossalto, Molise, Montefalcone nel Sannio, Pietracupa, Roccavivara, Salcito, San Biase e Torella del Sannio;
  • in provincia di Isernia i comuni di Agnone, Bagnoli del Trigno, Belmonte del Sannio, Capracotta, Carovilli, Castel del Giudice, Castelverrino, Chiauci, Civitanova del Sannio, Frosolone, Montenero Val Cocchiara, Pescolanciano, Pescopennataro, Pietrabbondante, Poggio Sannita, Rionero Sannitico, San Pietro Avellana, Sant'Angelo del Pesco e Vastogirardi;
  • in provincia di Chieti i comuni di Borrello, Castelguidone, Castiglione Messer Marino, Celenza sul Trigno, Roio del Sangro, Rosello, San Giovanni Lipioni, Schiavi di Abruzzo e Torrebruna.

Sede vescovile è la città di Trivento, dove trova la cattedrale dei Santi Nazario, Celso e Vittore. Importante luogo di culto della diocesi è il santuario di Canneto, nel comune di Roccavivara, sulla strada che, costeggiando il Trigno, porta a Trivento, antica badia fondata nel VI secolo e dipendente dall'abbazia di Montecassino dal X secolo.

Il territorio si estende su 1.234 km².

Storia

Sono almeno tre le ipotesi circa l'origine e la fondazione della diocesi di Trivento.

Secondo la tesi tradizionale, che si fonda sulla Vita sancti Casti triventini contenuta in un codice del XIV secolo, la diocesi triventina sarebbe stata fondata da san Casto di Larino su incarico di papa Clemente I alla fine del I secolo. Storici locali, a partire da Ciarlanti nel XVII secolo fino al recente Vincenzo Ferrara, sostengono l'origine antica della diocesi, fondata da san Casto, che avrebbe subito il martirio all'inizio del IV secolo, e documentano una serie di vescovi lungo tutto il primo millennio. La terza tesi si limita a riconoscere che la diocesi è storicamente documentata solo nel X secolo, citata in alcune bolle dei papi Agapito II (947), Giovanni XIII (969), Giovanni XIV (993) e Gregorio V (998); nella bolla del 947 sarebbe citato anche il primo vescovo storicamente certo di Trivento, Leone, destituito da papa Agapito II perché simoniaco.

Sull'origine e l'antichità della diocesi è acceso il dibattito. Secondo Iasiello, «la presunta antichità della diocesi triventina è da tempo oggetto di discussione e, in mancanza di esplicite testimonianze e nella certezza della inaccettabilità di quanto riportato a questo riguardo nella Vita Sancti Casti, rimangono dubbie tutte le ipotesi, più o meno ragionevoli, sulla sua preesistenza rispetto alle prime notizie sicure nel corso del X secolo»[2] Secondo Lanzoni la diocesi risale al X secolo e probabilmente succede all'antica Aufidena, diocesi documentata sul finire del V secolo in una lettera di papa Gelasio I. Lo storico Vincenzo Ferrara[3] sostiene invece l'ipotesi di una origine nella prima metà del IV secolo, «ipotesi accreditata dalla critica come la più attendibile e verosimigliante sia per la logica conseguenziale e non contraddittoria delle più valide argomentazioni finora addotte, sia per la plurima natura delle fonti archeologiche ed epigrafiche oltre che storiche dalle quali sono dedotte».

Anche la ricostruzione della cronotassi dei vescovi è soggetta a molte critiche e perplessità, per l'omonimia nei manoscritti medievali tra la sede di Trivento e quelle di Trevi nel Lazio e di Trevi in Umbria.[4]

Nel X e XI secolo la diocesi era compresa nella provincia ecclesiastica beneventana ma nel 1175 papa Alessandro III la dichiarò immediatamente soggetta alla Santa Sede[5]; l'esenzione, che fu oggetto di disaccordi con gli arcivescovi beneventani, fu confermata da papa Urbano VI nel 1389 e da papa Sisto IV nel 1474.

Tra i vescovi del XIV secolo si distinse in modo particolare Pietro dell'Aquila (1348-1361), francescano, soprannominato «scotello» per la sua conoscenza di Duns Scoto, e autore di diverse opere di filosofia, tra cui un commentario dell'opera di Pietro Lombardo.

Nell'epoca post-tridentina si deve al vescovo Giulio Cesare Mariconda (1582-1606) l'istituzione del seminario diocesano tra il 1582 ed il 1584. Altri vescovi si impegnarono nell'attuazione dei decreti tridentini attraverso sinodi diocesani e visite pastorali; tra i sinodi si ricordano quelli celebrati da Pietro Paolo Bisnetti del Lago nel 1615, da Antonio Tortorelli nel 1686 da Alfonso Mariconda nel 1721 e nel 1727.

Nel corso del Seicento diversi vescovi ebbero l'abitudine di porre la propria residenza ad Agnone, nel centro-nord della diocesi; mentre è accertato che Giovanni Battista Ferruzza (1655-1658) aveva una residenza a Frosolone, da cui firmò gli atti emessi durante il suo episcopato[6] e dov'è tuttora sepolto.

Tra Ottocento e Novecento la diocesi fu guidata da uomini di vasta e preparata cultura, tra cui Luca Nicola De Luca (1792-1819), Benedetto Terenzio (1837-1854), Luigi Agazio (1854-1887) e Carlo Pietropaoli (1897-1913). All'epoca del vescovo Epimenio Giannico furono celebrati un sinodo diocesano (1950), il congresso eucaristico (1951) e il congresso mariano (1955).

Il 21 agosto 1976 la diocesi ha perso la sua secolare indipendenza ed è entrata a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Boiano-Campobasso, che in seguito ha assunto il nome di Campobasso-Boiano.

Nel 1977 Trivento subì alcune lievi modifiche territoriali: il comune di San Pietro Avellana passò dall'abbazia territoriale di Montecassino alla diocesi di Trivento.[7], la quale perse le parrocchie dei comuni di Alfedena e di Castel di Sangro passate alla diocesi di Sulmona-Valva[8]

Cronotassi dei vescovi

Statistiche

Note
  1. Il presente elenco è tratto dal sito web della diocesi.
  2. Op. cit., p. 139.
  3. Cfr. la sezione storica del sito diocesano.
  4. In particolare, lo storico locale Vincenzo Ferrara ricostruisce una lista di vescovi, sottoposta a severi giudizi da parte di altri storici. Secondo Iasiello (op. cit., p. 140, nota 475), le ipotesi del Ferrara non sono suffragati da fatti concreti, e la sua cronotassi è frutto dell'attribuzione a Trivento di vescovi "menzionati senza riferimenti alla sede negli epistolari papali". Giovanni Nigro (Il Molise paleocristiano dalle origini a Gregorio Magno, in Vetera Christianorum 40, 2003, pp. 93-116) non attribuisce a Trivento nessuno dei vescovi che Ferrara invece assegna alla diocesi molisana fino al VII secolo. U. Pietrantonio (Considerazioni e osservazioni su alcune opere di storia del Molise recenti e passate, Campobasso 1992, pp. 11-26 e 35-68) è molto critico nei confronti del Ferrara, in particolare quando questi sostiene che san Casto fu "acclamato primo vescovo di Trivento" post mortem (La diocesi di Trivento tra quelle del Sannio Molisano nel V secolo, in «Almanacco del Molise 1987», II, p. 104).
  5. Italia Pontificia Archiviato il 23 settembre 2015 in Internet Archive., IX, p. 195, nº 5.
  6. V. Cocozza, Chiesa e società a Trivento..., pp. 239-244.
  7. AAS 69 (1977), p. 218.
  8. AAS 70 (1978), p. 58.
  9. Ughelli (Italia sacra, vol. I, col. 1328), Cappelletti e Gams menzionano un anonimo vescovo nel 390, che avrebbe portato a Trivento, con il consenso di sant'Ambrogio, le teste dei martiri Nazario e Celso; Vincenzo Ferrara da invece un nome a questo anonimo vescovo, Ferdinando. Secondo Lanzoni (op. cit.) la traslazione delle reliquie sarebbe stata impossibile.
  10. Vescovo attribuito a Trivento da Vincenzo Ferrara, ignoto a Cappelletti e Gams. Lanzoni (op. cit., p. 134) attribuisce Costanzo (o Costantino) alla diocesi di Trevi nel Lazio, mentre Ughelli (Italia sacra, vol. X, col. 176) alla diocesi di Trevi in Umbria.
  11. Respectus è uno dei due vescovi, con Geronzio, a cui papa Gelasio I affida nel 494-495 il compito di regolare una vertenza fra il vescovo di Aufidena e la città; nella lettera del pontefice non è fatta menzione della sede di appartenenza dei due vescovi. Vincenzo Ferrara attribuisce Respectus alla diocesi di Trivento. Lanzoni, op. cit., p. 378.
  12. Lorenzo e Siracusio sono attribuiti a Trivento da Vincenzo Ferrara, con indicazione cronologica distinta. Questi due vescovi, senza indicazione della sede di appartenenza, furono destinatari, assieme a Costanzo di Venafro, di una lettera di papa Gelasio I nel 496 circa (Giovanni Nigro, Il Molise paleocristiano dalle origini a Gregorio Magno, in Vetera Christianorum 40, 2003, p. 100). Lanzoni (op. cit., p. 134) attribuisce Lorenzo alla diocesi di Trevi nel Lazio, mentre Ughelli (Italia sacra, vol. X, col. 176) alla diocesi di Trevi in Umbria.
  13. Vescovo attribuito a Trivento da Vincenzo Ferrara, ignoto a tutti gli altri autori.
  14. Vescovo attribuito a Trivento da Vincenzo Ferrara, ignoto a Cappelletti e Gams. Lanzoni (op. cit., p. 134) attribuisce Propinquo alla diocesi di Trevi nel Lazio, mentre Ughelli (Italia sacra, vol. X, col. 176) alla diocesi di Trevi in Umbria.
  15. I vescovi Grigo, Valeriano, Paolo e Crescenzio sono assegnati a Trivento da Vincenzo Ferrara. Ughelli, Cappelletti e Gams (p. 729) li attribuiscono alla diocesi di Trevi in Umbria.
  16. Vescovo attribuito a Trivento da Ughelli, Cappelletti e Gams. Klewitz (Zur geschichte der bistumsorganisation Campaniens und Apuliens im 10. und 11. Jahrhundert, in Quellen und Forschungen aus italienischen archiven und bibliotheken, XXIV, 1932-33, pp. 51-52) e Kehr (Italia Pontificia Archiviato il 23 settembre 2015 in Internet Archive., IX, p. 193) invece attribuiscono questo vescovo ad una delle due sedi omonime di Trevi.
  17. Ughelli, Cappelletti e Gams parlano di un Lintulfo, presente al sinodo romano del 1015; lo stesso vescovo tuttavia è attribuito dai medesimi autori anche alla diocesi di Trevi nel Lazio; secondo Klewitz e Kehr, Lintulfo è da eliminare dalla cronotassi di Trivento. Mentre un vescovo di Trivento di nome Gaidulfus sottoscrisse un diploma del 1001: questo è, secondo Kehr, il primo vescovo certo di Trivento.
  18. Kehr, Italia Pontificia, IX, p. 193.
  19. Kehr, Italia Pontificia, IX, pp. 193-194.
  20. Questo vescovo è escluso da storici recenti (Kehr, Di Meo, Klewitz), mentre è ammesso da Ughelli, Cappelletti e Gams.
  21. Vescovo inserito nella cronotassi del sito ufficiale della diocesi.
  22. 22,0 22,1 22,2 22,3 22,4 22,5 Norbert Kamp, Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien. Prosopographische Grundlegung. Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194-1266. 1. Abruzzen und Kampanien, München, 1973, pp. 303-306.
  23. Dopo Raone, le cronotassi tradizionali, a partire da Ughelli, hanno posto il vescovo Ponzio, che avrebbe partecipato al concilio lateranense del 1179. Tuttavia, come spiega Kehr (Italia Pontificia, IX, pp. 196), Raone è certamente documentato fino al 1183; per cui il vescovo Petio o Potio è frutto di una errata trasmissione degli amanuensi, e perciò da emendare in Rao.
  24. La cronotassi del sito ufficiale della diocesi menziona un vescovo Tommaso dal 1226 al 1237.
  25. La diocesi era vacante il 26 gennaio 1237 (Eubel, Hierarchia Catholica, vol. I, p. 494, nota 1 di Trivento).
  26. Questo vescovo, considerato "intruso" da Gams, è da escludere, secondo Eubel, dalla cronotassi di Trivento; anche Kamp non lo riporta nella sua cronotassi.
  27. Gams e Cappelletti conoscono un vescovo di nome Giovanni, menzionato nel 1295. Secondo Kamp, Giacomo è documentato già nel 1280, non solo dal 1290 come afferma Eubel
  28. Vescovo menzionato, assieme al successivo, nella cronotassi del sito ufficiale della diocesi; entrambi però sono ignorati da Eubel, che mette al loro posto un Francesco Marchesi, confermato l'8 novembre 1361 e deceduto (secondo Gams) nel 1379, a cui succede Ruggero de Carcasiis.
  29. Nominato dall'antipapa Clemente VII.
  30. Secondo Eubel succede a Ruggero de Carcasiis: eletto da papa Gregorio XII, confermato dall'antipapa Giovanni XXIII il 1º febbraio 1413.
  31. Il 24 aprile 1536 fu nominato arcivescovo di Capua, ritenendo la diocesi di Trivento
  32. Cocozza, Chiesa e società a Trivento..., p. 72.
  33. Morì il 19 settembre 1835. Cfr. Eubel, vol. 7, p. 378.
  34. Nominato arcivescovo titolare, titolo personale, di Calcide di Grecia.
Bibliografia
Collegamenti esterni