Parabola dei ciechi (Pieter Bruegel il Vecchio)
Pieter Bruegel il Vecchio, Parabola dei ciechi (1568), tempera su tela | |
I ciechi | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Campania |
Regione ecclesiastica | Campania |
Provincia | Napoli |
Comune | |
Diocesi | Napoli |
Ubicazione specifica | Museo Nazionale di Capodimonte |
Uso liturgico | nessuno |
Oggetto | dipinto |
Soggetto | Parabola dei ciechi |
Datazione | 1568 |
Ambito culturale | scuola fiamminga |
Autore |
Pieter Bruegel il Vecchio |
Materia e tecnica | tempera su tela |
Misure | h. 86 cm; l. 154 cm |
Iscrizioni | BRVEGEL MDLXVIII |
Note opera firmata e datata | |
|
Parabola dei ciechi, detto anche I ciechi, è un dipinto, eseguito nel 1568, a tempera su tela, dal pittore fiammingo Pieter Bruegel il Vecchio (1527 ca. - 1569), conservato nel Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli.
Descrizione
Soggetto
La scena è ambientata in un tipico villaggio fiammingo, coperto dalla neve, dove, in primo piano, compaiono:
- Gruppo di sei ciechi che avanza in fila indiana, ciascuno appoggiandosi sulla spalla dell'altro, lungo una linea obliqua leggermente spostata rispetto al primo piano. Quattro avanzano poggiando una mano o il bastone sul compagno che lo precede, ma il primo già è caduto nel fossato e il secondo lo sta per seguire, trascinandosi dietro tutti gli altri. Accentuato, quindi, il senso drammatico, con la raffigurazione contemporanea delle diverse fasi della caduta. L'artista rappresenta i ciechi, con grande realismo, con lo sguardo perso nel vuoto e le cavità oculari vuote. Essi sono simbolo della cecità spirituale umana, che riserva una sorte infelice.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- La chiesa sullo sfondo è probabilmente quella di Sint-Anna-Pede nei pressi di Itterbeek, un borgo nel comune di Dilbeek (Belgio).
- I colori sono spenti e freddi e, caso unico nel catalogo dell'artista assieme al dipinto del Misantropo (1568), conservato nel medesimo museo, sono stati stesi con la tecnica della tempera su tela, lasciando visibile in parte la grana sottostante.
Iscrizione
Nel dipinto si trova, in basso a sinistra, la firma del pittore e la data dell'opera:
« | BRVEGEL MDLXVIII » |
Notizie storico-critiche
L'opera si trovava nella collezione del conte Giovanni Battista Masi a Parma, anche se non si conosce la sua ubicazione originaria.
Nel 1612 pervenne, insieme con altre celebri opere, nella collezione Farnese in seguito delle requisizioni dei beni dei feudatari ribelli.
Nel 1732 fa il suo ingresso a Parma, Carlo di Borbone (1716 - 1788), figlio di Filippo V di Spagna e d'Elisabetta Farnese, ultima discendente del casato. Vi rimane solo due anni, poiché nel 1734 inizia la sua campagna anti-austriaca che lo porterà sul trono di Napoli. In questo stesso anno le opere della collezione Farnese, compresa questa, seguiranno il giovane sovrano e verrano trasferite nella città partenopea.
Bibliografia | |
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