Patriarcato di Babilonia dei Caldei
Patriarcato di Babilonia dei Caldei | |
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patriarca | Louis Raphaël I Sako |
Sede | Baghdad |
Nazione | Iraq |
Ausiliari | Shlemon Warduni |
Rito | caldeo |
Indirizzo | |
Collegamenti esterni | |
Chiesa cattolica in Iraq Tutte le diocesi della Chiesa cattolica |
Il Patriarcato di Babilonia dei Caldei (in latino: Patriarchatus Babylonensis Chaldaeorum) è la guida della Chiesa cattolica caldea.
Territorio
Il patriarcato estende la sua giurisdizione su tutti i fedeli cattolici caldei ovunque essi abitino.
A partire dalla metà circa del XX secolo i patriarchi caldei hanno trasferito la loro sede da Mossul a Baghdad. Diocesi propria del patriarcato è l'arcieparchia di Baghdad dei Caldei, dove si trova la cattedrale patriarcale di Nostra Signora dei Sette Dolori.
In particolare, dipendono direttamente dal patriarca di Babilonia dei Caldei: [1]
- Gerusalemme, territorio non costituito in circoscrizione ecclesiastica; nel 2010 protosincello (ossia vicario generale) è monsignor Paul Collin, la cui sede è a Gerusalemme;
- Giordania, altro territorio non costituito in circoscrizione ecclesiastica; nel 2010 protosincello è il sacerdote Raymond Moussalli, la cui sede è a Amman; sono censiti 7.000 cattolici in una sola parrocchia.
Il patriarca cattolico caldeo è membro di diritto del Consiglio dei Patriarchi cattolici d'Oriente.
Storia
Il patriarcato, che trae origine dalla diocesi di Seleucia-Ctesifonte eretta nel secolo III è stato istituito il 20 aprile 1553.
Il Patriarcato cattolico caldeo tra origine da una scissione all'interno della Chiesa assira, verificatasi nel XV secolo, quando dell'allora patriarca Mar Shimun IV (c. 1437-1497) venne emanato un decreto per il quale il titolo di Patriarca assiro poteva essere assegnato solo ai familiari. Ciò scatenò l'opposizione di gran parte della gerarchia ecclesiastica e nel 1552 venne eletto un patriarca antagonista nella persona di Yochanan Sulaqa. Quest'ultimo si recò a Roma, accompagnato da alcuni missionari francescani, per incontrarsi con papa Giulio III. Ristabilì la comunione con il papa e nel 1553 il papa creò il «Patriarcato della Chiesa cattolica di rito caldeo».
La Chiesa assira ebbe allora due capi antagonisti:
- Shimun VII, patriarca ereditario con sede ad Alqosh (nell'odierno Iraq settentrionale);
- Yochanan Sulaqa VIII, patriarca nominato dal Papa, con sede a Diyarbakir (oggi nel Kurdistan turco). Nel 1555, due anni dopo la nomina a patriarca, Yochanan Sulaqa fu ucciso dai musulmani, dietro istigazione di Shimun VII.
Il contrasto ebbe fine nel 1662 quando l'allora patriarca di Diyarbakir, Mar Shimun XIII Denha, interruppe le relazioni con Roma, riprese i contatti con il suo pari ad Alqosh, e trasferì la sua sede nel villaggio di Qochanis (nell'odierna Turchia).
Il Pontefice rispose eleggendo un nuovo patriarca di Diyarbakir per governare sui fedeli assiri ancora fedeli a Roma. Quest'ultimo gruppo divenne allora la Chiesa cattolica caldea. Nel 1804 la linea ereditaria di Alqosh cessò di esistere e la gerarchia ecclesiastica dell'epoca decise di riconoscere l'autorità dei patriarchi cattolici caldei, mentre i patriarchi di Qochanis rimasero indipendenti.
Collegio di Babilonia
Il Pontificio Collegio di Babilonia per la Filosofia e la Teologia è la massima istituzione teologica del Patriarcato caldeo di Babilonia. Fondato nel 1991 per decreto di Raphaël I Bidawid, dal 1997 è riconosciuto dalla Pontificia Università Urbaniana, con la quale è associato dal 2000. Nel 2003 il Collegio si è trasferito a Erbil per motivi di sicurezza. La sede centrale è in corso di restauro e dovrebbe riaprire entro il 2010. Attualmente vi studiano 50 seminaristi in formazione e quasi 400 studenti laici[2].
Cronotassi dei patriarchi
- Shimun VIII (Yukhannan) Sulaga † (28 aprile 1553 - gennaio 1555 deceduto)[3]
- Audishu IV (Yukhannan) Maroun † (17 aprile 1562 - 1567 o 11 luglio 1570 deceduto)[4]
- Yau-Alaha IV (Yau-Alaha Shimun) † (1567 o 1578 - 1580 deceduto)
- Shimun IX Denha † (16 giugno 1581 - 1600)[5]
- Shimun X † (1600 - 1625 o 1638 deceduto)[6]
- Shimun XI † (1638 - 1656 deceduto)
- Shimun XII † (1656 - 1662 deceduto)
- Yosep I † (8 gennaio o 20 maggio 1681 - 1695 dimesso)[7]
- Yosep II (Sliba) Bet Ma'aruf † (21 maggio o 18 giugno 1696 - 1713 deceduto)[8]
- Yosep III (Timotheos) Maraugin † (18 marzo 1714 - 23 gennaio 1757 deceduto)[9]
- Yosep IV (Lazare) Hindi † (24 marzo o 5 aprile 1759 - 1781 dimesso)[10]
- Yukhannan VIII Hormizd † (5 luglio 1830 - 14 agosto 1838 deceduto)
- Nikholas Eshaya † (25 settembre 1838 - maggio 1847 dimesso)
- Yosep VI Audo † (11 settembre 1848 - 14 marzo 1878 deceduto)
- Eliya XIV Abulyonan † (26 luglio 1878 - 27 giugno 1894 deceduto)
- Audishu V (Georges Ebed-Iesu) Khayyath † (28 ottobre 1894 - 6 novembre 1899 deceduto)
- Yousef Emmanuel II Thomas † (9 luglio 1900 - 21 luglio 1947 deceduto)
- Yousef VII Ghanima † (17 settembre 1947 - 8 luglio 1958 deceduto)
- Paul II Cheikho † (13 dicembre 1958 - 13 aprile 1989 deceduto)
- Raphaël I Bidawid † (21 maggio 1989 - 7 luglio 2003 deceduto)
- Emmanuel III Delly (Emmanuel-Karim), (3 dicembre 2003- 19 dicembre 2012 dimesso)
- Louis Raphaël I Sako[12], eletto il 31 gennaio 2013
Statistiche
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
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battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per sacerdote |
uomini | donne | |||
1949 | 85.000 | 3.049.697 | 2,8 | 59 | 52 | 7 | 1.440 | 50 | 39 | 21 | |
1970 | 150.000 | 3.500.000 | 4,3 | 28 | 21 | 7 | 5.357 | 18 | 97 | 22 |
Note | |
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Fonti | |
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Collegamenti esterni | |
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