Ritorno del figliol prodigo (Mattia Preti)
Mattia Preti, Ritorno del figliol prodigo (1658), olio su tela | |
Ritorno del figliol prodigo | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Campania |
Regione ecclesiastica | Campania |
Provincia | Napoli |
Comune | |
Diocesi | Napoli |
Ubicazione specifica | Palazzo Reale |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Napoli |
Luogo di provenienza | Ubicazione originaria |
Oggetto | dipinto |
Soggetto | Ritorno del figliol prodigo |
Datazione | 1658 |
Autore |
Mattia Preti |
Materia e tecnica | olio su tela |
Misure | h. 202 cm; l. 285 cm |
|
Il Ritorno del figliol prodigo è un dipinto, eseguito nel 1658, ad olio su tela, da Mattia Preti (1613 - 1699), ubicato originariamente nel Palazzo Reale di Napoli.
Descrizione
Soggetto
Il dipinto s'ispira alla Parabola del figlio prodigo, detta più correttamente Parabola del Padre misericordioso. La scena ritratta raffigura la conclusione della vicenda, ovvero il perdono del padre nei confronti del figlio minore pentito della propria condotta sperperante. Nel dipinto compaiono:
- al centro:
- giovane, dopo aver invocato il perdono da parte del padre, sta togliendosi i vestiti laceri da guardiano di porci e riceve gli abiti puliti;
- padre, che si piega verso il figlio minore e lo accoglie con un gesto amorevole e quasi protettivo. L'anziano signore, aiutato da un'altra figura (probabilmente il figlio maggiore o un servitore), si accinge a vestire il figlio pentito. Il pittore rende evidente l'analogia tra il genitore della parabola e Dio: l'aspetto del personaggio ricalca, infatti, i tradizionali lineamenti attribuiti a Dio Padre;
- a sinistra: fanciullo tiene una sedia sulla quale far sedere il giovane;
- a destra: fanciulla sorregge altri indumenti puliti ed eleganti per il giovane pentito;
- sullo sfondo: alcuni personaggi non ben identificati che assistono alla scena.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
Il dipinto è caratterizzato dallo scorcio ravvicinato della scena e dal marcato contrasto tra le zone in piena luce con quelle in ombra, dove si legge una forte influenza caravaggesca che contraddistinguerà la pittura napoletana per tutto il XVII secolo.
Notizie storico-critiche
L'opera fu realizzata da Mattia Preti nel 1657 negli anni del soggiorno napoletano (1653 - 1659), periodo di piena maturità artistica, quando il pittore era occupato nella decorazione della Chiesa di San Pietro a Majella con le Storie della vita di papa Celestino V e santa Caterina d'Alessandria.
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