Desidero ricordare in questo momento don Roberto Malgesini, il sacerdote della diocesi di Como che ieri mattina è stato ucciso da una persona bisognosa che lui stesso aiutava, una persona malata di testa. Mi unisco al dolore e alla preghiera dei suoi familiari e della comunità comasca e, come ha detto il suo Vescovo, rendo lode a Dio per la testimonianza, cioè per il martirio, di questo testimone della carità verso i più poveri. Preghiamo in silenzio per don Roberto Malgesini e per tutti i preti, suore, laici, laiche che lavorano con le persone bisognose e scartate dalla società.
Nacque nel 1969 a Morbegno, in provincia di Sondrio. Dopo il diploma da ragioniere lavorò in banca per tre anni fino a maturare il desiderio di entrare in Seminario.
La mattina del 15 settembre 2020 don Roberto, mentre stava consegnando la colazione ad alcuni dei numerosi senzatetto della città di Como che assisteva, è stato colpito con più coltellate fino alla morte. L'assassino, un immigrato 53enne da lui assistito e irregolare sul territorio nazionale, era stato più volte destinatario di decreti di espulsione, l'ultimo dei quali nell'aprile 2020, provvedimento poi rinviato a causa dell'entrata in vigore delle misure anticovid.
Onorificenze
Medaglia d'oro al merito civile
«Con generosa e instancabile abnegazione si è sempre prodigato, quale autentico interprete dei valori di solidarietà umana, nella cura degli ultimi e delle loro fragilità, offrendo amorevole accoglienza e incessante sostegno. Mentre era intento a portare gli aiuti quotidiani ai bisognosi, veniva brutalmente e proditoriamente colpito con numerosi fendenti, fino a perdere tragicamente la vita, da un uomo al quale aveva sempre dato piena assistenza e pieno sostentamento. Luminoso esempio di uno straordinario messaggio di fratellanza e di un eccezionale impegno cristiano al servizio della Chiesa e della società civile, spinti fino all’estremo sacrificio.[1]» — Roma, 7 ottobre 2020