San Giovanni evangelista (Donatello)
Donatello, San Giovanni evangelista (1409 - 1411), marmo | |
San Giovanni evangelista | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Firenze |
Comune | |
Diocesi | Firenze |
Ubicazione specifica | Museo dell'Opera del Duomo |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Firenze |
Luogo di provenienza | Cattedrale di Santa Maria del Fiore, facciata, portale maggiore |
Oggetto | statua |
Soggetto | San Giovanni evangelista |
Datazione | 1409 - 1411 |
Ambito culturale | ambito fiorentino |
Autore |
Donatello (Donato de' Bardi) |
Materia e tecnica | marmo scolpito |
Misure | h. 210 cm; l. 88 cm; p. 54 |
San Giovanni evangelista è una statua, eseguita tra il 1409 ed il 1411, in marmo, da Donato de' Bardi detto Donatello (1386 - 1466), proveniente dalla Cattedrale di Santa Maria del Fiore ed attualmente conservato presso il Museo dell'Opera del Duomo di Firenze.
Descrizione
La statua raffigura:
- san Giovanni evangelista seduto, indossa un abito stretto in vita da un cintura e, sopra di esso, un ampio mantello che ricade su ampie pieghe sulle gambe; tiene il suo Vangelo nella mano sinistra e la mano destra sulla coscia. Il panneggio crea forti effetti di chiaroscuro, con ampie pieghe, soprattutto nella parte inferiore, che accrescono il senso del volume delle membra sottostanti, senza nasconderle e senza lesinare su giochi lineari tardogotici. Le spalle sono curve, le braccia sono abbandonate e inerti, il busto è semplificato geometricamente secondo una calotta semicircolare. Grande risalto è dato alle potenti mani, scolpite basandosi su un accurato studio dal vero. La testa, barbuta e con una folta capigliatura ricciuta, scatta verso destra con uno sguardo fisso e intenso, creando un senso di energia trattenuta tipico delle migliori opere di Donatello. Le folte sopracciglia sono lievemente aggrottate e l'espressione contratta e concentrata è sottolineata anche dalla profonda ruga orizzontale sulla fronte e dalla bocca serrata, in uno schema forse ispirato da una Testa di Giove Capitolino.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- Alla statua Donatello imprime un dinamismo del tutto nuovo, coordinando il movimento verso destra delle gambe con quello verso sinistra della testa così da suggerire l'autonomia psicofisica di una persona vivente. Questa integrazione del movimento corporeo con quello dello spirito, insieme all'aspetto maestoso dell'evangelista ed all'intensità del suo sguardo, un secolo più tardi, saranno d'ispirazione a Michelangelo per il suo Mosè (1513 - 1515 ca.).[1]
- Le statue degli Evangelisti, sebbene di diverso valore artistico, sono un'importante testimonianza delle tendenze della scultura del primo rinascimento fiorentino, nel quale spiccavano proprio le personalità di Donatello e Nanni di Banco. Entrambi gli artisti rifiutarono lo stile tardogotico, prendendo piuttosto ispirazione dalle opere dell'arte romana che numerose si trovavano nella stessa Firenze e nella vicina Fiesole; entrambi, inoltre, cercavano di collocare le figure nello spazio secondo schemi innovativi, di maggiore libertà, dando un forte rilievo plastico e accentuando la resa fisionomia individuale dei personaggi.
Notizie storico-critiche
La statua faceva parte, di una serie di quattro sculture, in marmo, realizzate tra il 1408 e il 1415, poste sulla facciata della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, dove erano collocate entro altrettanti grandi nicchie ai lati del portale maggiore:
- a sinistra:
- San Matteo (1410 - 1415), di Bernardo Ciuffagni;[2]
- San Luca (1408 - 1413), di Nanni di Banco;[3][4]
- a destra:
- San Giovanni evangelista (1409 - 1411), di Donatello;
- San Marco (1408 - 1415), di Niccolò di Pietro Lamberti.
Dopo lo smantellamento della facciata, nel 1587 per volere del granduca Francesco I de' Medici, le quattro statue degli Evangelisti vennero collocate dentro il Duomo, dove rimasero fino al 1936, quando furono trasferite nel Museo.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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