Nata a Cesarea e appartenente alla gens Albina, un'antica stirpe romana, era una fanciulla molto bella e nota in città perché dotata di grande intelligenza, ma anche di grande pietà verso il prossimo. Quando l'imperatore Decio, al potere dal 249 al 251, decise di restaurare e promuovere la religione romana, stabilì l'obbligo per tutti i cittadini romani di sacrificare agli dei dello Stato; in cambio avrebbero ricevuto un libellus, una sorta di certificato attestante l'espletamento del sacrificio.
Albina si rifiutò di sacrificare agli dei dichiarando:
«
Io mai cesserò di confessare la mia fede in Cristo, mio Signore, nel quale confida l'anima mia e in onore del quale io elevo la mia lode. »
Fu quindi decapitata e il suo corpo, posto in un'imbarcazione assieme a quello di altri cristiani, fu lasciato andare alla deriva nel Mediterraneo, approdando alla spiaggia di Scauri, dove fu pietosamente raccolto e seppellito a Gaeta insieme a quello di sant'Erasmo.
Culto
Fu Cesare Baronio ha introdurre la sua passio, tratta da antichi documenti della Chiesa di Gaeta, nel Martirologio Romano, ma non più presente nell'attuale.