Sant'Anna Metterza (Masaccio e Masolino da Panicale)

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Sant'anna metterza 480.jpg
Masaccio e Masolino da Panicale, Sant'Anna Metterza (1424 - 1425), tempera su tavola
Sant'Anna Metterza
Opera d'Arte
Stato

bandiera Italia

Regione Stemma Toscana
Regione ecclesiastica Toscana
Provincia Firenze
Comune

Stemma Firenze

Località
Diocesi Firenze
Parrocchia o Ente ecclesiastico
Ubicazione specifica Galleria degli Uffizi
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Firenze
Luogo di provenienza Chiesa di Sant'Ambrogio
Oggetto dipinto
Soggetto Madonna con Gesù Bambino e Sant'Anna tra angeli
Datazione 1424 - 1425
Datazione
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Ambito culturale
Autori
  • Masaccio (Tommaso di Giovanni Cassai)
  • Masolino da Panicale (Tommaso Fini)
Altre attribuzioni
Materia e tecnica tempera su tavola
Misure h. 175 cm; l. 103 cm
Iscrizioni Ave Maria Gratia Plena Dominus Tecum [Benedicta Tu]
Stemmi, Punzoni, Marchi
Note

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Collegamenti esterni

La Madonna con Gesù Bambino e sant'Anna, detta anche Sant'Anna Metterza, è un dipinto, realizzato tra il 1424 e il 1425, a tempera su tavola, da Tommaso di Giovanni Cassai, detto Masaccio (1401 - 1428) e da Tommaso Fini, detto Masolino da Panicale (1383 - 1440 ca.), proveniente dalla Chiesa di Sant'Ambrogio a Firenze e conservato alla Galleria degli Uffizi di questa stessa città.

Descrizione

Soggetto

Nel dipinto è presentato un gruppo sacro che si trova su un trono, che si può solo immaginare composto di due gradoni, con in basso una pedana, dove compaiono:

  • Sant'Anna, detta Metterza, ossia "messa a fare da terza", cioè dove si evidenziava il rango della santa come terza in ordine d'importanza. La Santa, opera di Masolino, è legata ad un linguaggio ancora medievale, non ha solidità di forme: l'attenzione alla linea fluida prevale sulla comprensione dello spazio, come si vede nel poco convincente scorcio della mano.
  • Madonna con Gesù Bambino: Madre e Figlio formano un gruppo con una struttura compatta piramidale. Le ginocchia divaricate di Maria sotto l'ampio mantello costituiscono la base da cui si eleva il busto solidamente costruito vero perno della struttura figurativa nella testa della Vergine. Il legame tra il Figlio e la Madre si coglie nella posizione delle braccia, chiuse a cerchio e ben salde. Per quanto meno volumetrica e tridimensionale, la figura di sant'Anna completa la piramide in senso simbolico, unificando e comprendendo la Maria e Gesù. La Madonna, opera di Masaccio ha la solidità di una figura reale e l'espressione profonda di una madre che protegge il proprio figlio, ma accettato con rassegnazione il suo destino. Stupendo per il suo realismo è il gesto delle due mani che tengono ferme le gambe di Gesù.
  • Tre angeli reggicortina stendono un drappo preziosamente damascato dietro al gruppo sacro, che crea uno sfondo piatto, più moderno del completo sfondo oro e che crea un piano intermedio, che ha il potere di proiettare verso lo spettatore le figure, facendole risaltare.
  • Due angeli spargi-incenso: fanno oscillare turiboli con l'incenso; le figure angeliche seguono ancora proporzioni di tipo gerarchico, essendo molto più piccoli delle figure sacre.

Note stilistiche e iconografiche

  • L'impianto strutturale dell'opera è inconsueto per l'epoca, poiché mancante di predella, cuspidi e scomparti laterali: infatti, alcuni studiosi ipotizzano che si tratti del pannello centrale di un polittico già smembrato nel 1568, quando lo vide Giorgio Vasari.
  • L'iconografia tradizionale del tema prevedeva che fosse dato maggior risalto alla figura di sant'Anna rispetto alla Madonna con Gesù Bambino, poiché madre di Maria e progenitrice di Gesù; ella era vista come l'immagine unificatrice della composizione, collocata in posizione dominante e con la mano aperta in un gesto di protezione nei confronti di Gesù Bambino.
  • L'aureola, che circonda la testa di sant'Anna ha dimensioni maggiori di quella di Maria per sottolineare il ruolo essenziale della sua persona. L'intervento di Masaccio, tuttavia, rovescia apertamente questo tipo d'iconografia, dando alla Madonna con Gesù Bambino una grande forza plastica da divenire prepotentemente il centro focale della composizione.
  • La luce in Masaccio è molto reale, tanto da arrivare ad oscurare in gran parte il volto del bambino, altro segno inedito che rompe col passato.
  • L'angelo di Masaccio si distingue dagli altri per l'asse delle spalle leggermente spostato in scorcio, che crea una maggiore profondità facendolo arretrare. Il suo vestito è come "scolpito" dagli inattesi toni di rosso e verde, dalla "spietata immediatezza". [1]
  • Recenti indagini diagnostiche hanno mostrato che Masaccio seguì, anche la fase preparatoria, l'innovazione tecnica di Giotto di Bondone che prevedeva una crescita lenta dell'immagine, partendo dalla stesura delle ombreggiature e definendo poi i volumi con stesure seguenti del colore.

Iscrizioni

Nel dipinto vi sono due iscrizioni:

  • in basso, sulla pedana, alla base del trono:
« Ave Maria Gratia Plena Dominus Tecum [Benedicta Tu. »
« Sant'Anna è di Nostra Donna fastigio »

Notizie storico-critiche

Il dipinto si trovava originariamente nella Chiesa di Sant'Ambrogio di Firenze, dove Giorgio Vasari per primo lo ricordava nel 1568, come opera di Masaccio [2].

Nel 1813 entrò nelle collezioni della Galleria dell'Accademia, per poi passare, nel 1919, alla Galleria degli Uffizi.

Nel 1940 lo storico dell'arte Roberto Longhi (1890 - 1970) formulò, già accennata da Giovanni Battista Cavalcaselle e Joseph Archer Crowe [3], di due mani diverse, assegnando a:

La tesi fu poi confermata da altri studiosi e oggi è unanimemente riconosciuta.

L'opera segna l'inizio della collaborazione tra il giovane Masaccio e il più anziano Masolino da Panicale uniti in un sodalizio professionale che li porterà a realizzare insieme anche gli affreschi della Cappella Brancacci nella Chiesa di Santa Maria del Carmine.

Inoltre, secondo una recente ipotesi, la scelta del tema si spiega con la possibilità che Nofri d'Agnolo Buonamici, tessitore di drappi, abbia commissionato il dipinto per l'altare di famiglia, dedicato a Sant'Anna nella Chiesa di Sant'Ambrogio. Infatti, il culto della Santa era, molto diffuso a Firenze, perché legato alla cacciata dalla città di Gualtieri VI di Brienne (1302 - 1356), duca d'Atene, il 26 luglio 1343, giorno della solennità di Sant'Anna.

Note
  1. Paul Joannides, Masaccio and Masolino. A complete catalogue, Editore Phaidon, Londra 2002
  2. Giorgio Vasari, Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri (1568)
  3. Giovanni Battista Cavalcaselle, Joseph Archer Crowe, Storia della pittura in Italia dal secolo II al secolo XVI, Editore Le Monnier, Firenze 1875
Bibliografia
  • Carlo Bertelli et. al., Storia dell'Arte Italiana, vol. 2, Editore Electa-Bruno Mondadori, Firenze 1991, pp. 144 - 145
  • Susanna Buricchi, Galleria degli Uffizi, col. "I Grandi Musei del Mondo", Editore Scala, Roma 2003, pp. 48 - 51
  • Giorgio Cricco et. al., Itinerario nell'arte, vol. 2, Editore Zanichelli, Bologna 1999, pp. 314 - 315 ISBN 9788808079503
  • Chiara Pasqualetti, Il Quattrocento in Italia. Da Masaccio a Piero della Francesca: l'armonia ritrovata, Editore San Paolo, Palazzolo sull'Oglio 2003, pp. 14 - 15
  • John T. Spike, Masaccio, Editore Rizzoli, Milano 2002 ISBN 9788874230079
  • Stefano Zuffi, Episodi e personaggi del Vangelo, col. "Dizionari dell'Arte", Editore Mondadori-Electa, Milano 2002, p. 117 ISBN 9788843582594
  • Stefano Zuffi, La pittura italiana, Editore Mondadori-Electa, Milano 1997, p. 58 ISBN 9788843559114
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 1º giugno 2013 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.