Santuario di Nuestra Señora de las Lajas

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Santuario di Nuestra Señora de las Lajas
Santuariolaslajas.jpg
Santuario di Nuestra Señora de las Lajas
Stato bandiera Colombia
Comune Ipiales
Diocesi Ipiales
Religione Cattolica
Sito web Sito ufficiale
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione Santuario
Dedicazione Maria Vergine
Architetti Gualberto Pérez
Lucindo Espinosa
Stile architettonico Neogotico
Inizio della costruzione 1° gennaio 1916
Completamento 1949
Altezza Massima 100 m.
Larghezza Massima 15 m.
Lunghezza Massima 27,50 m.
Coordinate geografiche
0°48′20″N 77°35′09″W / 0.80541, -77.58590 bandiera Colombia

Il Santuario di Nuestra Señora de las Lajas, è una chiesa della diocesi di Ipiales, in Colombia[1], dedicata a Nuestra Señora de las Lajas titolo con il quale si venera l'immagine della Madonna dipinta su pietra risalente al XVIII secolo lì custodita. Il Santuario fu costruito in stile neogotico durante i primi decenni del XX secolo.

Storia

Il riferimento più antico sull'esistenza di un santuario si trova nel terzo dei quattro libri scritti da Juan de Santa Gertrudis (1724-1799) intitolati Maravillas de la naturaleza e che raccontano il viaggio da lui compiuto dal 1756 al 1762 nei territori meridionali del Virreinato de Nueva Granada[2].

Del 15 settembre 1754, invece, è il riconoscimento da parte delle autorità ecclesiastiche del prodigioso ritrovamento dell'immagine della Madonna dipinta su pietra: la guarigione della piccola Rosa, sordomuta, figlia di María Mueses de Quiñónez una cacique di Potosí. La donna con la sua bambina si erano rifugiate tra le cavità formate da lastroni di pietra (chiamati lajas) per difendersi da una bufera; la bambina iniziò a parlare richiamando l'attenzione della mamma e dicendole Mamita, la mestiza me llama... riferendosi alla Vergine dipinta sulla pietra che aveva per caso scorta[3].

Fu naturale che dopo questo avvenimento e dopo il suo riconoscimento da parte delle autorità il posto diventasse un punto di riferimento per i fedeli di tutta la regione e lì vi si costruisse un santuario.

Il Santuario è stato ricostruito tre volte: il primo santuario, costruito subito dopo gli avvenimenti prodigiosi da Fray Gabriel Villafuerte, fu una costruzione molto semplice di legno e paglia che durò circa una quarantina d'anni; nel 1795 iniziarono i lavori per la costruzione di una cappella in mattoni e calce, lavori che terminarono nel 1802[4]; la seconda ricostruzione fu portata avanti dal 1859 al 1893 da padre José María Burbano España y Lara, sotto la direzione dei lavori di Mariano Aulestia e di Simón Atapuma: l'edificio fu ampliato in direzione sud-ovest e furono fatti lavori per realizzare la cascata artificiale del rio Guáitara.

La terza ricostruzione, l'attuale, fu un desiderio del Vescovo di Pasto, Ezequiel Moreno Diaz, il quale in una lettera pastorale sulla Nuestra Señora de las Lajas espresse l'idea di una nuova chiesa per custodire l'immagine della Vergine. Il 15 settembre 1899 fu benedetta la prima pietra del progettato nuovo santuario ma i lavori non cominciarono che nel gennaio 1916. I cappellani che lavorarono alla nuova costruzione furono José María Cabrera, Angel María Chamorro, Justino Mejía y Mejía sotto la direzione degli architetti Gualberto Pérez e Lucindo Espinosa. I lavori terminarono nell'agosto 1949.

Il 30 agosto 1950 Pio XII dichiarò il Santuario Basilica minore.

Descrizione

Il Santuario, di stile neogotico, è in tre navate ed è costruito sopra un ponte sostenuto da due archi che incrocia il rio Guáitara e che unisce la chiesa all'altro lato del canalone.

La chiesa dalla base alla torre è alta 100 metri. Il ponte è alto 50 metri, largo 17 e lungo 20 metri.

All'interno le tre navate sono coperte da volte. Sono presenti mosaici in fibra di vetro e vetrate colorate.

L'abside di tutte e tre le navate è scavato nella pietra del canalone. Nell'abside centrale è custodita l'immagine di Nuestra Señora de las Lajas.

Il basamento della chiesa è una cripta di stile romanico, in tre navate con volta a botte, dedicata al Sacro Cuore[5].

L'esterno, decorato con rosoni, archi rampanti, contrafforti e pinnacoli, si slancia grazie a tre torri con guglie intarsiate da fioroni e fronde.

I limiti delle stradine di accesso al Santuario, che seguono la topografia del fronte del canalone, sono tappezzati da ex voto, segno della secolare devozione del popolo.

Aspetti religiosi

Il Santuario è anche chiesa parrocchiale. Vi sono pellegrinaggi per tutto il periodo dell'anno che si incrementano, però, in particolare nella prima quindicina di settembre, il Giovedì Santo, in dicembre e nei primi giorni di gennaio.

Galleria

Note
  1. Il Santuario è situato, a 2.600 metri s/m, nel canalone scavato dal fiume Guaítara nel corregimiento di Las Lajas, a sette kilometri da Ipiales e a 10 kilometri dalla frontiera con l'Ecuador.
  2. Fray Juan de Santa Gertrudis, Maravillas de la naturaleza, Tomo III, capitulo 3; il terzo capitolo del terzo tomo ha come titolo lo que me pasó en Taminango hasta que volví a Pasto del viaje de la Virgen de Las Lajas; la pubblicazione digitale è a cura della Biblioteca Luis Ángel Arango del Banco de la República.
  3. Questa versione del prodigio è stata documentata da Justino Mejia y Mejia, storico e cappellano del Santuario dal 1944 al 1977: cfr. Justino Mejía y Mejía, Tradiciones y documentos. Apuntes relativos a la historia de Nuestra Señora de las Lajas, Editorial Pax, cuarta edición, Bogotá, 1950.
  4. La Risoluzione numero 1592 del 20 ottobre 2006 mediante la quale il Ministero della Cultura colombiano dichiarò il Santuario "Bene di interesse culturale di carattere nazionale" così descrive questa tappa della storia del Santuario: «El primero de enero de 1795 se comenzó a trabajar la piedra de cantería para la capilla de Nuestra Señora de las Lajas y en ese día se gastaron veinticinco pesos en socorrer los indios canteros que vinieron de la villa (Ibarra). Seguramente, a principios de 1796, se dio de lleno a la mencionada construcción y, de allí en adelante, siguió el curso de la obra con generosidad, diligencia y constancia, poniendo al servicio de ella los escasos ingresos que percibía la parroquia, el trabajo de las propias manos de los habitantes y la amplia cooperación de varios arquitectos ecuatorianos. Después de siete años de constantes esfuerzos, se construyó la capilla que contaba con 7 m. de largo por 6 m. de ancho» (Resolución 1592 de 2006 del Ministerio de Cultura de Colombia.
  5. Catálogo Monumentos Nacionales de Colombia. Siglo XX, Bogotá 1995, 69.
Voci correlate
Collegamenti esterni