Scuola Cretese

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Emmanuel Tzanes Bounialis, icona della deposizione di Gesù, XVII secolo - Atene, Paul and Alexandra Canellopoulos Museum

Con il termine scuola cretese si indica una importante scuola pittorica, conosciuta anche con il nome di scuola Post-Bizantina, che fiorì sull'isola di Creta sotto il controllo della Serenissima tra il 1204 e il 1669. Grazie a questa situazione politica, in particolare dopo la caduta di Costantinopoli, fu il principale centro artistico cristiano di matrice greca dal XV al XVII secolo. In questo ambiente si sviluppò un particolare stile pittorico che fu marcato dalla tradizione e dai movimenti di matrice sia bizantina che latina. Il più grande artista di questa scuola fu El Greco, il quale, dopo aver mosso i suo primi passi in questo ambiente, presto lasciò l'isola per Venezia, abbandonando progressivamente questa sua impronta iniziale.

XV secolo

Durante il medioevo in Europa era divenuta importante la domanda di icone bizantine; Creta, possedimento veneziano sin dal 1204, fu presto un centro di produzione di queste opere d'arte. Un probabile esempio di questa produzione è la famosa icona raffigurante Nostra Madre del Perpetuo Soccorso, conservata oggi a Roma dove ne è attestata la presenza dal 1499. In questo momento iniziale vi erano poche differenze di stile rispetto alle classiche icone bizantine e la qualità era inferiore rispetto a quanto prodotto a Costantinopoli.

Di questo periodo sono anche i numerosi affreschi, circa 850, datati al XIV e XV secolo, che si possono ancora ammirare in chiese e monasteri dell'isola; gli affreschi di questo periodo sono molto più numerosi di quelli del periodi precedente o successivo[1].

Alla fine del XV secolo, gli artisti cretesi crearono un distinto stile di pittura di icone, caratterizzato da contorni precisi, una modulazione dell'incarnato ottenuta sotto tinteggi in marrone scuro e denso, una maggior messa in evidenza delle guance dei volti, i colori brillanti delle vesti con un disegno geometrico delle pieghe, il tutto con una composizione del quadro più equilibrata[2]; oppure da immagini nitide, corpi sottili, tendaggi lineari e movimenti trattenuti.[3]. I più famosi artisti di quel periodo furono Andreas Ritzos (c. 1421-1492), il figlio Nicholas e Angelos Akotantos; quest'ultimo fino a poco tempo fa era ritenuto un pittore di stile conservativo del XVI secolo, ma oggi, dopo la scoperta di un dipinto firmato e datato 1457, si riconosce che era invece un innovativo artista quattrocentesco, che tra i primi fuse gli stili orientali e occidentali in quella che verrà riconosciuta come la Scuola cretese. Dal 1457 infatti si data l'inizio di questo nuovo stile, con molte icone presenti in chiese sia cattoliche sia ortodosse e la loro presenza è ben documentata[4]. Pure rinomati furono gli artisti Andreas Pavias (morto dopo il 1504), il suo pupillo Angelos Bizamanos e Nicholas Tzafuris (morto prima del 1501)[5].

Già prima della caduta di Costantinopoli vi sono evidenze di una migrazione di artisti da Costantinopoli a Creta; migrazione che si accrebbe con la caduta dell'impero Bizantino nel 1453, quanto l'isola divenne il più importante centro artistico dell'arte greca, che influenzò lo sviluppo artistico del resto della regione. Icone cretesi vennero commissionate in particolare dai monasteri del monte Athos e da altri monasteri della regione[6]. Questa scuola ebbe una piccola concorrenza da parte della scuola di Rodi fino al 1522 quando cadde in mano turca; tuttavia la produzione rodiese fu comunque meno numerosa e influente di quella cretese[7].

Gli archivi veneziani conservano una abbondante documentazione del commercio di icone tra Creta e Venezia che verso la fine del XV secolo divenne una produzione di massa. A tal proposito esiste il documento di un ordine del 1499 da Venezia per 700 icone della Madonna, di cui 500 in stile occidentale e 200 in stile bizantino. La commissione venne fatta a tre artisti cretesi da due commercianti, uno veneziano e l'altro greco, e i lavori dovevano essere consegnati entro 45 giorni. Probabilmente questo tipo di lavori fu di scarsa qualità, visto il tempo esiguo per la consegna e l'opera di artisti che oggi definiremmo madonnari. Questa enorme produzione comunque scemò rapidamente nei decenni successivi, con una forte diminuzione della domanda da parte dell'Europa occidentale[8]. Resta comunque il fatto che in quel tempo le migliori opere di questa arte furono prodotte a Creta.

XVI secolo

El Greco, Dormizione di Maria, ante 1567, tempera e oro a pennello, 61,4 x 45 cm - Syros (El), chiesa della Dormizione. Dipinta probabilmente alla fine del periodo cretese dell'artista, contiene elementi post-bizantini e del manierismo italiano.
Georgios Klontzas, La Seconda venuta, fine XVI secolo, particolare, l'inferno - Venezia, Istituto Ellenico di Studi bizantini e post-bizantini, Museo delle icone
XVII secolo Crocifissione opera di Emmanuel Lambardos

Circa 120 artisti sono documentati a Candia tra il 1453 e il 1526: essi erano organizzati attorno alla Scuola di San Luca, una corporazione di pittori dell'isola che si rifaceva a modelli d'arte latina.[9]. La fusione tra le tradizioni bizantina e latina e una amichevole relazione tra le chiese ortodossa e cattolica furono alla base del Rinascimento cretese, un periodo aureo per le arti sull'isola, nel quale fiorirono sia la pittura che la letteratura. Alcuni pittori scelsero di continuare nel solco della tradizione bizantina di Costantinopoli, altri subirono l'influenza dei maestri del rinascimento veneziano, come Giovanni Bellini e Tiziano[10]. Più tardi fu il Veronese a influenzare questa scuola. Alcuni lavori di questi maestri o copie erano presenti sull'isola, così come opere di scuola fiamminga si trovavano nella chiese cattoliche di Candia o presso le collezioni private di ricchi mercanti veneziani e greci[11].

Documenti dell'epoca indicano due stili di pittura: quello detto alla maniera greca, in linea con lo stile bizantino, e quello alla maniera latina; entrambi questi stili erano padroneggiati dai maestri cretesi con spiccato eclettismo e venivano utilizzati secondo le committenze[12]. Era possibile ritrovare i due stili nella stessa opera, uno accanto all'altro.[13]. La fama di questi artisti si diffuse non solo in Grecia, ma per tutto il bacino del Mediterraneo e anche in Europa, dove tornò in auge agli inizi del secolo, quando i pittori della scuola cretese rinnovarono i motivi e adeguarono l'iconografia ai nuovi gusti della clientela occidentale.

Gli artisti del XVI secolo

Oltre al famosissimo El Greco, i maggiori artisti di questo periodo furono Theophanis Strelitzas (Θεοφάνης Στρελίτζας), conosciuto come Teofane di Creta, Michael Damaskenos (Μιχαήλ Δαμασκηνός), e Georgios Klontzas (Γεώργιος Κλόντζας)[14]. Vari membri della famiglia Lambardos furono pure validi artisti che fortunatamente avevano l'abitudine, forse assunta prima che in occidente, di firmare le loro opere, cosa che non esisteva nella tradizione orientale[15].

El Greco

La formazione intellettuale e artistica giovanile di El Greco crebbe in questo ambiente. Nel 1563, all'età di ventidue anni, è descritto in un documento come maestro (maestro Domenigo), quindi già probabilmente responsabile di una bottega[16]. Ma pochi anni dopo abbandonò l'isola per Venezia e non vi fece più ritorno.

Teofane di Creta

Fu un artista relativamente conservatore. Il suo primo lavoro è datato 1527 e tutti i lavori conosciuti di questo pittore sono situati nell'area del mar Egeo. Fu il più importante artista di questa scuola del suo tempo; unì alcuni elementi iconografici e stilisti di tipo latino, ma rimase essenzialmente un pittore di spirito bizantino.

Michael Damaskenos

Migrazione degli artisti cretesi

Dopo la metà del secolo, molti artisti cretesi si trasferirono a Venezia, sperando in una maggiore notorietà e lavoro. A differenza di El Greco, gli altri artisti della scuola cretese non modificarono sostanzialmente il loro stile e i loro metodi di lavoro, ma semplicemente incorporarono alcuni motivi di stile latino in un contesto che rimaneva sostanzialmente bizantino. Jonathan Brown parte da una analisi percettiva del modo in cui El Greco si distinse dagli altri artisti cretesi attivi a Venezia mentre Richard G. Mann sostiene che nessun altro pittore, di quella scuola, accettò i cambiamenti portati dal Rinascimento, restando sostanzialmente fedeli al proprio stile [17]. Michael Damaskenos ritornò sull'isola dopo tre anni, e vi rimase per il resto dei suoi giorni.

XVII secolo

Prominenti rappresentanti della scuola cretese di questo secolo furono Emmanuele Tzanes (Εμμανουήλ Τζάνες, 1610-1690), Emmanuele Lambardos e Theodoros Poulakis (Θεόδωρος Πουλάκης, 1622-1692). La scuola cretese continuò a fiorire, fino a metà di questo secoli, quando l'impero Ottomano occupò l'isola tranne Candia, che cadde dopo una resistenza durata venti anni nel 1669[18]. Dopo l'occupazione ottomana dell'isola, il centro della pittura greca si spostò a occidente sulle Isole Ionie, che rimasero sotto controllo della Serenissima fino alle Guerre napoleoniche. In questo ambiente fiorì un nuovo movimento artistico chiamato scuola delle isole Ionie che subì un maggiore influsso occidentale. Molti artisti cretesi si spostarono nelle Ionie usufruendo della libertà artistica che vi regnava; anche quando le isole vennero occupate dalla Francia e successivamente dall'Inghilterra, rimasero un punto di riferimento dell'arte greca fino all'indipendenza nel 1830.

Note
  1. Manolis Chatzidakis, in From Byzantium to El Greco, op.cit., 1987, pag. 42.
  2. Nano Chatzidakis, From Byzantium to El Greco, op.cit., 1987, pag. 49.
  3. Anne Met-Gravgaard, Post-Byzantine art, Grove Art Online, accesso 31 gennaio 2008.
  4. Robin Cormack, op.cit., 1997, pp. 182-191. Per le precedenti classificazioni, vedi David Talbot-Rice, op.cit..
  5. Manolis Chatzidakis, op.cit., 1982, pagg. 311-12.
  6. Nano Chatzidakis, From Byzantium to El Greco, op.cit., pag. 48.
  7. Robin Cormack, From Byzantium to El Greco, op.cit., pag. 27.
  8. Maria Constantoudaki-Kitromilides, From Byzantium to El Greco, op.cit., pagg. 51-52.
  9. Manolis Chatzidakis, op.cit., 1982, pag. 310.
  10. Maurizia Tazartes, op.cit., 2004, pagg. 23-24.
  11. In particolare a Candia si trovava una importante chiesa francescana e un monastero ortodosso di monache che possedevano una importante collezione delle rispettive scuole pittoriche.
  12. Marina Lambraki-Plaka, op.cit, 1999, pagg. 40-41; Maurizia Tazartes, op.cit., 2004, pagg. 23-24.
  13. Marina Lambraki-Plaka, op.cit, 1999.
  14. Marina Tazartes, op.cit., pagg. 23-24.
  15. David Talbot-Rice, op.cit., 1968, pag. 384; Robin Cormack, op.cit., 1997, pagg. 172-174 e passim.
  16. Nikolaos M. Panayotakis, op.cit., 1986, pag. 29
  17. Jonathan Brown, op.cit., 1982, pagg. 76-78; Richard G. Mann, op.cit., 2002, pag. 88.
  18. Senofonte Papaefthimiou, op.cit..
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni