Trittico dell'Annunciazione di Mérode (Robert Campin)
Robert Campin, Trittico dell'Annunciazione di Mérode (part. Annunciazione), 1427 - 1432 ca., olio su tavola | |
Trittico dell'Annunciazione di Mérode | |
Opera d'arte | |
Stato | Stati Uniti |
Stato federale | New York |
Regione ecclesiastica | [[|]] |
Comune | New York |
Diocesi | New York |
Ubicazione specifica | The Metropolitan Museum of Art |
Uso liturgico | nessuno |
Oggetto | trittico |
Soggetto | Annunciazione; Donatori in preghiera; San Giuseppe al lavoro |
Datazione | 1427 - 1432 ca. |
Ambito culturale | |
Ambito fiammingo | |
Autori |
|
Materia e tecnica | olio su tavola |
Misure | h. 117,8 cm; l. 64,5 cm (aperto) |
Stemmi, Punzoni, Marchi | Stemma di Peter Engelbrecht |
|
Il Trittico dell'Annunciazione di Mérode è un dipinto, eseguito tra il 1427 e il 1432 circa, ad olio su tavola, dal pittore fiammingo Robert Campin (1378 ca. - 1444), conservato nel Metropolitan Museum of Art di New York (Stati Uniti d'America).
Descrizione
Il trittico, composto da tre scomparti, poteva essere chiuso, ed era probabilmente destinato alla devozione privata.
Scomparto centrale
Nello scomparto centrale è raffigurata l'Annunciazione che si svolge all'interno di una stanza da letto, dove compaiono:
- Maria Vergine, seria nel volto, mentre sta leggendo un libro (le Sacre Scritture), che sorregge con le mani. La Madonna è vestita con un corposo abito da camera rosso, di tessuto pesante, ricadente con un elegante gioco di pieghe, con i capelli sciolti sulle spalle.
- San Gabriele arcangelo ha appena toccato il pavimento, le ali splendenti sono ancora aperte e le ginocchia sono piegate nel gesto dell'inchino.
- Gesù Bambino, raffigurato molto piccolo, mentre porta una croce, immerso nei raggi di luce, che entrano dall'oculo-finestra aperta sulla parete sinistra, indica che il soggetto principale dell'opera è l'Incarnazione, il momento in cui Dio si è fatto uomo.
La scena si svolge all'interno di un ambiente domestico borghese descritto dal pittore con grande attenzione ai dettagli, resi con grande cura, come:
- le finestre, aperte dalla quale filtra la luce cristallina, con vetrata e solide imposte di legno;
- il paiolo di rame appeso in una nicchia, dai perfetti riflessi di luce sia nel metallo che nel liquido;
- un panno steso tramite una mensola mobile;
- la cassapanca di legno massiccio, finemente intagliato con cuscini di velluto;
- il camino spento con due portacandele fissati al bordo di pietra;
- il comodino su cui è posato il lavamani di bronzo dorato e la brocca;
- il tavolo una candela appena spenta, probabilmente per effetto dell'arrivo dell'Arcangelo e un libro, simbolo delle Sacre Scritture che si avverano nell'Incarnazione di Gesù Cristo e una brocca in maiolica con tre gigli bianchi, simbolo di purezza di Maria Vergine.
Scomparti laterali
Negli scomparti laterali compaiono
- a sinistra, Committenti inginocchiati in preghiera, i quali guardano, attraverso la porta aperta, l'incontro mistico che sta avvenendo nella stanza.
- a destra, San Giuseppe al lavoro, vestito di colore bruno e seduto su una panca di legno, è intento alle quotidiane occupazioni di falegname nella sua bottega. Davanti a lui un banco sul quale sono deposti alcuni strumenti, mentre altri sono sparsi sul pavimento. Il Santo, intento a trapanare una tavoletta di legno, è rivolto verso gli spettatori. La bottega è luminosamente aperto verso una piazza, delimitata da case e animata da persone. Gli oggetti sparsi sul banco di lavoro richiamano sotto vari aspetti la passione del Signore: la croce (in alto), la tenaglia, il martello e soprattutto numerosi chiodi. L'attenzione è attirata, tuttavia, dalla strana presenza di una piccola "trappola per topi". Gli studiosi vi vedono un riferimento a sant'Agostino, che considera l'Incarnazione come muscipula diaboli, ossia una "trappola per il diavolo". Nascondendo sotto la natura umana quella divina, Gesù aveva ingannato in tal modo il diavolo, che ignorava così la sua vera identità; il diavolo, accanendosi contro l'umanità di Gesù, veniva a realizzare in pratica la volontà di Dio di salvare l'umanità attraverso la morte di Cristo.
Note stilistiche, iconografiche e iconologiche
- La luce è nitida e invita a soffermarsi sugli innumerevoli particolari, all'insegna di una lettura lenta del dipinto che rivela sempre nuove sorprese.
- La prospettiva contiene ancora incertezze, come si vede nel piano del tavolo che è impostato secondo un'intuitivo disegno ribaltato, oppure nel pavimento molto ripido.
Stemmi
Nello scomparto centrale del trittico compare, sulla vetrata della finestra, per due volte:
- Stemma di Peter Engelbrecht.
Notizie storico-critiche
Il trittico venne realizzato da Robert Campin, tra il 1427 ed 1432, su commissione di Roger Engelbrecht di Malines (Belgio), che vi è ritratto, insieme alla moglie, nello scomparto sinistro.
Analisi ai raggi X dello scomparto sinistro hanno evidenziato la sovrapposizione degli strati pittorici, permettendo di dimostrare che che la donna e l'uomo sulla porta furono aggiunti successivamente da un allievo del pittore, forse Rogier van der Weyden. Infatti, la donna potrebbe essere Heylwich Bille, seconda moglie del committente. È possibile che il suo ritratto, eseguito intorno al 1456, abbia sostituito quello della prima moglie, nel frattempo defunta.
L'opera, dopo alcuni passaggi in varie collezioni, nel 1956 è stata acquistata dalla Metropolitan Museum of Art di New York.
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