Trittico di Maria Vergine (Rogier van der Weyden)

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GER Berlino Gemäldegalerie R.vanWeyden TritticoMariaVergine 1490-95.jpg

Rogier van der Weyden, Trittico di Maria Vergine (1440-1445), olio su tavola
Trittico di Maria Vergine o di Miraflores
Opera d'arte
Stato bandiera Germania
Regione - class="hiddenStructure noprint"
Comune Berlino
Diocesi Berlino
Ubicazione specifica Gemäldegalerie
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Burgos (Spagna)
Luogo di provenienza Certosa di Miraflores
Oggetto trittico
Soggetto Sacra famiglia; Compianto su Gesù Cristo morto; Gesù Cristo risorto appare alla Madonna; Risurrezione di Gesù Cristo
Datazione 1440-1445
Ambito culturale
ambito fiammingo
Autore Rogier van der Weyden (Rogier de la Pasture)
Materia e tecnica olio su tavola
Misure h. 220,5 cm; l. 259,5 cm

Il Trittico di Maria Vergine è un dipinto, eseguito tra il 1440 ed il 1445, ad olio su tavola, dal pittore fiammingo Rogier de la Pasture detto Rogier van der Weyden (1399 ca. - 1464), proveniente dalla Certosa di Miraflores a Burgos (Spagna) ed ora conservato nella Gemäldegalerie di Berlino (Germania).

Descrizione

Il trittico ha una struttura compositiva nella quale l'artista trasforma la facciata di una chiesa con i tre portali aperti, nella ricca scenografia di un teatro dove vanno in scena alcuni momenti della vita di Maria Vergine. Ciascun scomparto dell'opera, attraverso la profondità prospettica, rappresenta una specie di macchina del tempo, dove avvengono episodi che appartengono a fasi diverse della vita della Madonna, ma che la finzione prospettica fotografa in una stupefacente contemporaneità.

Soggetto

I tre scomparti, che compongono il trittico misurano ognuno 71×43 cm e presentano, in ordine cronologico:

Scomparto sinistro

Nello scomparto sinistro è presentata la Sacra Famiglia:

  • Maria Vergine tiene Gesù Bambino sulle gambe, mentre lo guarda, ricambiata, con grande tenerezza.
  • San Giuseppe, seduto di fianco a loro, sonnecchia appoggiato ad un bastone, vestito con un copricapo blu e una veste rossa.

Lungo l'archivolto, il finto bassorilievo, rappresenta le Storie dell'infanzia di Gesù.

Scomparto centrale

Nello scomparto centrale è mostrato il Compianto su Gesù Cristo morto, dove compaiono:

Lungo l'archivolto, il finto bassorilievo, mostra le Storie della passione di Gesù.

Scomparto destro

Nello scomparto destro è rappresentato:

  • in primo piano, Gesù Cristo risorto appare alla Madonna, nel quale compaiono:
    • Gesù Cristo avanza con delicatezza mostrando le ferite.
    • Madonna, presentata come Mater dolorosa, chiusa in una veste scura di tipo monacale, il volto affranto e rigato dalle lacrime.
  • in secondo piano, è raffigurato l'antefatto della scena principale, ossia la Risurrezione di Gesù Cristo, dove si vede
    • Gesù esce dalla tomba con l'aiuto di un angelo:
    • Pie donne, s'intravedono in lontananza, incamminate verso il sepolcro.

Lungo l'archivolto, il finto bassorilievo, presenta alcune Storie di Maria Vergine, tra cui la Pentecoste, il Transito della Madonna e l'Assunzione della Madonna.

Nel paesaggio, che fa da sfondo al terzo scomparto, si vede Gesù appena uscito dal sepolcro. Di fronte a lui c'è un sentiero tortuoso che porta alla stanza dove ha luogo la scena principale del dipinto. L'utilizzo del sentiero come mezzo per separare temporalmente la risurrezione di Gesù dalla sua apparizione alla Madonna.

Cornice

Gli scomparti sono inquadrati da una cornice, in legno intagliato e dorato con tre archi a tutto sesto che ricordano i portali di una chiesa. Si tratta di archi più immaginari che reali, la cui funzione è quella di ospitare nell'archivolto alcuni finti bassorilievi marmorei che approfondiscono il significato simbolico della scena che decorano, come avviene nel Trittico di San Giovanni Battista (1454 ca.). All'apice di ciascun archivolto è posto:

Rogier van der Weyden, Trittico di Maria Vergine (part. Compianto su Gesù Cristo morto), 1440-1445, olio su tavola

La parte inferiore delle cornici forma uno scalino che, secondo lo storico dell'arte Jeffrey Chipps Smith, implica:[2]

« La vicinanza dell'osservatore al palcoscenico divino e il suo potenziale immaginativo per salirci. »

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

  • L'opera presenta il rapporto tra la Madonna e Cristo nei diversi momenti della sua vita, dando così forma ad una lettura cronologica della nascita, morte e resurrezione di Gesù, con Maria come protagonista degli scomparti, in particolare quelli laterali.
  • La veste della Madonna ha un colore diverso in ogni scomparto: nel primo, che raffigura la nascita di Gesù, è azzurro-bianca per ricordare la sua perpetua verginità, nel secondo è rossa e rappresenta la compassione per il Figlio morto che giace tra le sue braccia, mentre il blu del terzo simboleggia la sua perseveranza mentre Cristo risorto le appare davanti.
  • Il trittico si distingue per l'uso del colore (in particolare per i bianchi, i rossi e i blu), delle linee (soprattutto quelle del corpo di Cristo nello scomparto centrale) e per il suo impatto emotivo, una caratteristica quest'ultima tipica dello stile di van der Weyden.

Iscrizioni

Nel dipinto murale figurano alcune iscrizioni fra le quali si notano, in lettere capitali, sull'orlo della veste della Madonna alcuni versi del Magnificat (Luca 1,46-49):

(LA) (IT)
« MANGNIF[i]CAT A[nima mea] DOMIN[um] ET ET EXA[lt]AVIT [spiritus] ME[us in deo salutari meo qui]A RESPEXIT HUMILITATEMANCIL[a]E [suae] ECCE ENIM [ex hoc] BEATEM ME [dicent] ... AB[?] ... POTENSESTE[t sanctum nomine eius.]  » « L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome. »

Stato di conservazione e restauri

Gli scomparti sono in buone condizioni di conservazione e sono stati restaurati nel 1981, rimuovendo dalla superficie alcuni strati di sovradipinture successive. Inoltre, le indagini scientifiche, condotte in questa occasione, con l'aiuto della riflettografia a infrarossi hanno rivelato che il pittore fece vari cambiamenti prima di arrivare alla composizione definitiva.

Notizie storico-critiche

Il trittico, commissionato dal re Giovanni II di Castiglia (14051454), venne da lui donato nel 1445 circa alla Certosa di Miraflores a Burgos (Spagna), dove il sovrano fu successivamente sepolto.

Fortuna dell'opera

Quest'opera ha influenzato vari pittori contemporanei come Petrus Christus, Dieric Bouts e Hans Memling specialmente per l'uso simbolico delle decorazioni dei portali.

Esiste una copia quasi identica, ma leggermente più piccola, del trittico di Miraflores, del quale uno scomparto è attualmente conservato al Metropolitan Museum di New York (USA),[3] mentre gli altri due sono nella Cappella reale di Granada (Spagna). Il dipinto fu a lungo considerato l'originale, invece il trittico di Berlino era ritenuto una copia di epoca successiva. Tuttavia, uno studio approfondito, condotto in occasione del restauro, presso la Gemäldegalerie nel 1981 ha rivelato che proprio questa opera era l'autografo di van der Weyden.

Il trittico di Granada-New York fu probabilmente eseguito nel 1496 circa da Juan de Flandes (1450 ca. – 1519) su commissione della regina Isabella di Castiglia (14511504), figlia del re Giovanni II per il quale era stata realizzata l'opera originale da Rogier van der Weyden.

Note
  1. La scena presentata nel primo scomparto è stata per molto tempo considerata una Natività di Gesù, finché lo storico dell'arte Erwin Panofsky ha dimostrato che si trattava in realtà di una Sacra Famiglia.
  2. J. Chipps Smith (2004), p. 173
  3. Scheda dello scomparto nel sito ufficiale del Museo
Bibliografia
  • Alfred Arces, The Columba Altarpiece and the Time of the World, in The Art Bulletin, vol. 80, n. 3, 1998, pp. 422-451
  • Martin Davies, Rogier van der Weyden, Editore: Electa, Milano
  • G. Grosshans, Rogier van der Weyden, Der Marienaltar aus der Kartause Miraflores, in Jar buch der Berliner Musse, vol. 23, 1981, pp. 49–112
  • Barbara Lane, Rogier's Saint John and Miraflores Altarpieces Reconsidered, in The Art Bulletin, vol. 60, n. 5, dicembre 1978, pp. 655–672
  • Erwin Panofsky, Early Netherlandish Painting. Its Origins and Character, Editore: Harvard University, 1953
  • Jeffrey Chipps Smith, The Northern Renaissance, Editore: Phaidon, Londra 2004, pp. 172-174 ISBN 0714838675
Voci correlate