Utente:Don Paolo Benvenuto/Direttori de La Civiltà Cattolica

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Testo fornito da p. Antonio Spadaro il 31/3/12:

DIRETTORI DELLA «CIVILTÀ CATTOLICA»

1850, dalla fondazione: 1853, dal 24 ottobre: Fatto - Elvezio del Pietro

Carlo Maria Curci, nato a Napoli il 4 settembre 1809 e morto a Careggi (FI) l’8 giugno 1891, apologista e polemista, professore di Esegesi biblica e predicatore. Entra nella Compagnia di Gesù il 13 settembre 1826. Dapprima favorevole al Gioberti (cura un’edizione del Primato morale e civile degli Italiani, Benevento, 1845), ne diventa poi fiero avversario, confutandone le accuse contro i gesuiti (Fatti ed argomenti in risposta alle molte parole di V. Gioberti intorno ai gesuiti, Napoli, 1845; Una divinazione sopra le tre ultime opere di V. Gioberti: «Prolegomeni», «Il gesuita moderno» e l’«apologia», Parigi, 1849). Nel 1850 — con la collaborazione dei pp. Antonio Bresciani, Matteo Liberatore, Giuseppe Oreglia di Santo Stefano, Carlo Piccirillo e Luigi Taparelli d’Azeglio — fonda, con l’appoggio di Pio IX, La Civiltà Cattolica, che egli dirige per alcuni anni, pubblicandovi oltre 200 articoli. Nel 1866, per dissapori interni, cessa la sua collaborazione alla rivista, dandosi soprattutto alla predicazione. Dopo la breccia di Porta Pia, da ardente difensore del potere temporale (La demagogia italiana e il Papa Re. Pensieri di un retrogrado, Parigi, 1850) passa a sostenere la tesi opposta, palleggiando per un’intesa con l’Italia, fondandosi sul principio elaborato dal p. Taparelli d’Azeglio della «legittimità del diritto naturale appoggiato sul fatto» (cfr Prefazione a Lezioni esegetiche e morali sopra i quattro Evangeli, 5 voll., Firenze, 1874-76). Non volendo rinunciare a sostenere le sue tesi, il 22 ottobre 1877 lascia la Compagnia di Gesù e continua a scrivere più liberamente contro il Papa e contro i gesuiti (Il moderno dissidio tra la Chiesa e l’Italia per occasione di un fatto particolare, Firenze, 1878; La nuova Italia e i vecchi zelanti, ivi, 1880; Il Vaticano regio, tarlo superstite della Chiesa cattolica, ivi, 1883; Lo scandalo del «Vaticano regio», duce la Provvidenza buona a qualche cosa; brevi note onde l’autore di quello valedice a siffatte polemiche, ivi, 1884). In queste opere elabora anche un coerente progetto di riformismo ecclesiale teologicamente corretto. Le tre ultime opere vengono inserite nell’Indice dei libri proibiti (1881 e 1883). Nel 1884 egli viene sospeso a divinis e subito si sottomette all’autorità ecclesiastica, vivendo poi privatamente. Il 29 maggio 1891, pochi giorni prima di morire, viene riammesso nella Compagnia di Gesù. Oltre agli scritti sopra citati, tra cui le Lezioni esegetiche..., la migliore sua opera, meritano di essere ricordate: Il paganesimo antico e moderno, Roma, 1862; Il cristianesimo antico e moderno, ivi, 1862; La natura e la grazia, ivi, 1865; Lezioni sopra i due libri dei Maccabei, ivi, 1872; Di un socialismo cristiano, Firenze - Roma, 1885. Lascia pure, incompiute e postume. Memorie utili di una vita disutile serbate a servizio dell’Italia cristiana uscente il 1890, Firenze, 1891. Il 10 gennaio 1989 i resti mortali del p. Curci, che erano stati sepolti nel cimitero di Careggi, sono stati accolti dal Collegio degli scrittori della Civiltà Cattolica con una concelebrazione eucaristica dal carattere volutamente familiare e il giorno seguente sono stati accompagnati e tumulati a Campo Verano, nel sepolcro nel quale i membri della Compagnia attendono la risurrezione.

1853, dal 24 ottobre: Fatto - Elvezio del Pietro
Giuseppe Calvetti, nato a Torino il 27 ottobre 1819 e morto a Roma il 3 febbraio 1855, professore di Scienze. Entra nella Compagnia di Gesù il 12 giugno 1835. Insegna Fisica a Chambéry; per le vicende del 1848 è esule in Francia: a Cambrai, dove insegna Materie scientifiche. meritandosi l’ammissione nella locale Accademia delle Scienze; e in Belgio, a Namur, dove insegna Fisica e Filosofia. Per la sua vasta preparazione culturale e la conoscenza di molte lingue, il 24 ottobre 1851 è chiamato alla Civiltà Cattolica. Dopo due anni gliene viene affidata la direzione, che dura soltanto un anno, ma è di fondamentale importanza: è lui infatti a dare alla rivista la forma, anche tecnica, definitiva e ad ottenere da Pio IX che si costituisca uno speciale «Collegio» degli scrittori della rivista, nella linea già prospettata dal p. C. M. Curci. Dei non molti articoli da lui redatti due sono di importanza storica. Il primo «Conseguenze sociali di una definizione dogmatica dell’immacolato Concepimento della B. V. M.» suscita un’eco mondiale in favore della definizione; il secondo «Del progresso filosofico possibile nel tempo presente» è una sfida nel mondo filosofico in difesa della Scolastica, rinnovando fervide dispute sollevate già dal p. L. Taparelli con «Le due filosofie». Le fatiche, le ansie e la responsabilità del compito affidategli minano la sua fragile costituzione; dopo pochi mesi di malattia, muore a soli 35 anni.

1855, dal 2 gennaio:Fatto - Elvezio del Pietro
Giuseppe Paria, nato a Pocapaglia di Bra (CN) il 15 luglio 1814 e morto a Castelgandolfo (RM) il 13 ottobre 1881, letterato, filologo, grammatico. Entra nella Compagnia di Gesù il 15 giugno 1833. Insegna Lettere a Torino; compone una Grammatica della lingua italiana (Torino, 1846) di uso comune nelle scuole, giudicata, in un Congresso didattico a Milano, «la migliore di quante finora pubblicate in Italia». Nel 1844 è chiamato al Collegio Romano come docente di Teologia, Lettere e lingue classiche, quindi nel 1852 alla Civiltà Cattolica che lo ha come direttore per quasi due anni. Nel 1857 è richiamato al Collegio Romano come prefetto degli studi, docente di Lingua greca e bibliotecario. Oltre agli articoli pubblicati sulla rivista e la grammatica citata, pubblica vari manoscritti, tra cui In Summam Theologicam S. Thomae Enarrationes (Roma, 1869-70) del card. Francisco Toledo, il De Romano B. Petri Pontifìcatu Dissertatio (Roma, 1867) del card. Giovanni Battista Tolomei e ripubblica, adattandola, la celebre Grammatica Latina del gesuita p. Alvarez Emanuel (Torino, 1841).

1856, dal 14 settembre:
CARLO MARIA CURCI: cfr sopra

1861, dal 16 marzo: Fatto (Elvezio del Pietro)
Matteo Liberatore, nato a Salerno il 14 agosto 1810 e morto a Roma il 18 ottobre 1892, filosofo. Entra in Compagnia il 9 ottobre 1826. Insegna a Napoli Filosofia (1837-48) e Teologia (1849-50). Nel 1841 fonda il periodico La Scienza e la Fede. Nel 1850 partecipa alla fondazione della Civiltà Cattolica, alla quale collabora per 42 anni con oltre 900 scritti. Rinnovatore della filosofia neoscolastica, specie tomistica in Italia. Al Concilio Vaticano I (1870) è teologo del card. H. E. Manning. Delle sue numerose pubblicazioni, alcune riedite più volte o compendiate e tradotte in varie lingue, ricordiamo: Institutiones Philosophicae (2 voll., Napoli, 1840-42), Della conoscenza intellettuale (2 voll., Roma, 1857-58) Del composto umano (ivi, 1862), Istituzioni di etica e diritto naturale (ivi, 1863), La Chiesa e lo Stato (ivi, 1871), Dell’anima umana (ivi, 1875), Del diritto pubblico ecclesiastico (Prato, 1887), Principi di economia politica (ivi, 1889) Eminente pensatore cattolico, chiaro ed elegante equilibrato e sereno, fine e profondo.


1865: Fatto (Elvezio del Pietro)
Giuseppe Oreglia di Santo Stefano, nato a Benevagienna (CN)il 27 marzo 1823 e morto a Chieri (TO) il 29 ottobre 1895. Uno dei più brillanti polemisti gesuiti. Entra nella Compagnia di Gesù il 10 agosto 1842 Insegna Lettere a Nizza e Torino. Ancora studente è chiamato a Napoli nel primo nucleo di scrittori fondatori della Civiltà Cattolica. A Roma, per due anni redige la cronaca contemporanea, che interrompe per terminare gli studi teologici ed essere ordinato sacerdote. Tornato in sede, si dedica soprattutto a combattere il liberalismo e la massoneria. Nel 1893 ammalatesi gravemente si ritira a Chieri, dove termina i suoi giorni.

1868:Fatto (Elvezio del Pietro)
Carlo Piccirillo, nato a Napoli il 29 novembre 1821 e morto a Woodstock (Maryland, USA) il 5 luglio 1888 professore di Scienze. Entra nella Compagnia di Gesù il 24 aprile 1835. Insegna Meccanica, Matematica e Fisica e Chimica a Salerno (1843-44), Benevento (1845), Napoli (1850); intanto studia Teologia in privato. Giunto alla Civiltà Cattolica nel 1850, vi collabora trattando di economia di spiritismo, scrivendo cronache e anche un racconto a puntate L’Orfanella. Sia per la sua vasta e profonda erudizione, sia per la sua attitudine negli affari pratici, il p. Liberatore lo definisce «una colonna della Civiltà Cattolica», della eguale diventa anche direttore. È anche confessore di Pio IX, che gli affida non pochi affari delicati. Nel luglio 1875 è inviato a Woodstock, dove insegna Diritto naturale, Diritto canonico, Storia della Chiesa (1875-77), poi anche Sacra Scrittura; nel 1878 è bibliotecario della Facoltà e l’anno seguente responsabile degli studi.

1874:Fatto (Elvezio del Pietro)
Francesco Berardinelli, nato a Gambatesa (MC) il 16 giugno 1816 e morto a Roma il 13 dicembre 1893, letterato, dantista. Entra nella Compagnia di Gesù il 2 settembre 1837. Insegna Lettere a Napoli, a Lecce e di nuovo a Napoli, da dove lo allontana la rivoluzione del 1860. Nel 1861 è chiamato alla Civiltà Cattolica. Dopo l’occupazione di Roma nel 1870, la rivista si trasferisce a Firenze. Qui egli viene prima nominato superiore della comunità e nel 1874 direttore della rivista, uffici che egli conserverà, il primo, per 17 anni, il secondo sino quasi alla vigilia della morte. Come scrittore, il suo interesse va da Dante alla poesia italiana contemporanea, dal razionalismo e positivismo all’indifferentismo religioso. Per lunghi anni cura anche la rubrica della bibliografia. Si adopera molto alla sorte delle religiose cacciate dai moti rivoluzionari, istituendo per loro «L’Obolo per le Monache povere». Oltre agli scritti sulla rivista, egli pubblica anche due volumi: Il concetto della Divina Commedia di Dante Alighieri (Napoli, 1859) e Il dominio temporale de’ Papi nel concetto politico di Dante Alighieri (Modena, 1881).

1891, dal 13 settembre: Fatto (Elvezio del Pietro)
Ruggero Freddi, nato a Macerata Feltria (MC) il 22 marzo 1846 e morto a Roma l’11 giugno 1914, professore di Filosofia. Entra nella Compagnia di Gesù il 21 settembre 1862. È docente al Collegio Romano. Cacciato da Roma nel 1870, è inviato in Francia, a Laval, dove insegna Filosofia. Rientrato in patria, viene nominato collaboratore del maestro dei novizi a Napoli (1882), poi a Castel Gandolfo (1883-84); quindi, successivamente, segretario del Superiore generale dell’Ordine (1885), superiore della Provincia romana (1887-91), superiore e direttore della Civiltà Cattolica (sino al 14 dicembre 1892), assistente d’Italia, vicario generale dell’Ordine (1906), nuovamente assistente d’Italia sino alla morte. Oltre agli scritti sulla rivista, lascia due opere di spiritualità: Gesù Verbo incarnato (Roma, 1888) e Gesù nell’Eucaristia (Roma, 1898).

1892, dal 15 dicembre: Fatto. (Davide Bolis) Alessandro Gallerani, nato a Cento (FE) il 9 aprile 1833 e morto a Roma il 1° dicembre 1905, professore, predicatore e scrittore, soprattutto ascetico. Entra nella Compagnia di Gesù, già sacerdote, il 20 ottobre 1856. Docente di Letteratura a Senigallia (1858), a Tivoli (1859) e a Sant’Andrea in Carinzia (1861). Predicatore di successo nelle principali città italiane e, nel contempo, quasi sempre superiore (Firenze, 1877-81; Bologna, 1882-92). Dopo il 15 dicembre 1892, in cui viene designato quale direttore e rettore della Civiltà Cattolica, egli interrompe ogni predicazione (salvo il panegirico di san Filippo Neri, per espresso desiderio di Leone XIII), impegnando ogni sua energia ai nuovi compiti assegnatigli. Collabora alla rivista con alcuni articoli di fondo, ma soprattutto con un contributo assiduo alla parte bibliografica, dove si incontrano i suoi interessi di sempre: letteratura e storia, soprattutto religiosa. Lascia numerose opere che si possono dividere in: poetiche, come, tra le altre, La musa allegra (Siena, 1892), Granelli di menta e fiori di campo (1894); di pietà e di dottrina, come, tra le altre, la trilogia Gesù buono, Gesù santo, Gesù grande (Modena,1900, con numerose edizioni), biografie (tra le altre, di san Carlo Borromeo, san Luigi, beata Margherita M. Alacoque); esegetiche, come, tra le altre, Il sermone di N.S. G. C. dopo l’ultima cena (Napoli, 1891), I Proverbi di Salomone (ivi, 1892), I due principali sermoni di N .S. G. C. (ivi, 1892). Il successo delle sue opere, che conoscono diverse edizioni e traduzioni, è dovuto al rigore teologico, ascetico e morale e alla vasta conoscenza della Sacra Scrittura e della patristica, il tutto presentato con uno stile gradevole.

1905, dal 3 dicembre: Fatto. La data di morte è errata, non è 1915, ma 1913, corretta. La Treccani dice che è nato il 2 maggio, non il 12. Mancano dati sull'ordinazione sacerdotale. Ho controllato, in un paio di libri lo danno nato il 12. (Davide Bolis)
Salvatore Brandi, nato a Napoli il 12 maggio 1852 e ivi morto il 5 settembre 1915, professore di Filosofia e di Teologia. Entra nella Compagnia di Gesù il 9 marzo 1870. La situazione politica italiana del tempo lo costringe all’esilio nel Principato di Monaco e a Lovanio, dove compie gli studi filosofici. Non potendo rientrare in patria, chiede di essere destinato nei territori di missione e viene perciò destinato al Nuovo Messico. Prima però è inviato a Woodstock (Maryland, USA) per compiere gli studi di teologia. Lì viene trattenuto come professore di filosofia e di teologia, collega e poi successore del futuro card. Camillo Mazzella. Di questo periodo sono le sue prime opere apologetiche in lingua inglese: The true faith of our forefathers (La vera fede dei nostri antenati), New York, s.d. e Why am I a Catholic? (Perché sono cattolico?), Woodstock, 1886. Nel 1891, su segnalazione del card. Mazzella, Leone XIII lo chiama a Roma, quale scrittore alla Civiltà Cattolica. Nel ventennio in cui collabora alla rivista, egli tratta con competenza singolare ed efficacia questioni, allora delicate, politiche, giuridiche, scolastiche, bibliche. La nomina a direttore e, l’anno successivo, anche a rettore della Civiltà Cattolica limitarono notevolmente la sua attività di studioso e di scrittore. L’insorgere poi del modernismo e la polemica, spesso violenta, tra questo e l’integralismo cattolico non gli resero facile il compito. Nell’Epifania del 1913 colpito da paralisi si ritira nella città natia, dove muore. Delle molte sue opere, alcune anche tradotte in altre lingue, ricordiamo: La questione francese e il dovere cattolico (Roma, 1892), La politica di Leone XIII (ivi, 1892), La questione biblica e l’Enciclica «Providentissimus Deus» (ivi, 1894), Dell’unione delle Chiese. Risposta al Patriarca greco di Costantinopoli (ivi, 1896), La condanna delle Ordinazioni anglicane (ivi, 1897), Il matrimonio cristiano (ivi, s. d.), La deformità giuridica del duello (ivi, 1897), Il divorzio in Italia (ivi, 1901), La follia del divorzio (ivi, 1902), II Papato e la schiavitù (ivi, 1903), Di chi è il Vaticano? (ivi, 1904), L’extraterritorialità del Vaticano (ivi, 1904).

1913, dal 5 ottobre: Fatto. La Treccani riposta che si chiama Chiaudano e non Chiaudiano. Mancano dati sull'ordinazione presbiterale. (Davide Bolis)
Giuseppe Chiaudiano, nato a Torino il 20 dicembre 1858 e morto a Roma il 3 aprile 1915, professore di Filosofia e Teologia. Entra nella Compagnia di Gesù il 2 ottobre 1877. Insegna Filosofia e Teologia a Chieri (TO) (1895-1902), superiore della Provincia torinese (1903-10), rettore della Facoltà di Teologia a Chieri, poi chiamato a Roma, per volontà di Pio X, come direttore e rettore della Civiltà Cattolica, per un compito di particolare fiducia nel tempo della crisi modernista. Già nel 1892 collabora alla rivista con articoli contro il darwinismo e contro il positivismo («Il metodo sperimentale e le cause finali», «Il metodo sperimentale e il darwinismo», «La morale del positivismo»). Si interessa di questioni sociali (Democrazia cristiana e movimento cattolico, Torino, 1897), anche sulla rivista («La religione cattolica e il socialismo»: 1898). Le sue posizioni conservatrici e intransigenti rimangono tali anche dopo il suo arrivo alla Civiltà Cattolica. Perciò i suoi scritti si caratterizzano per l’avversione alle forme democratiche e costituzionali. Nel 1912 si impegna nella lega sacerdotale Pro Pontifico et Ecclesia contro il modernismo e contro la «falsa democrazia cristiana». Scrive anche di giornalismo (Il giornalismo cattolico. Criteri e norme, Siena, 1913). Va ricordata la sua opposizione alla fondazione di una confederazione sindacale cattolica, tesi sostenuta in serie di articoli pubblicati nel 1914. Allo scoppio della grande guerra spiega la neutralità della Santa Sede e polemizza contro gli interventisti italiani («La neutralità della Santa Sede...» e «La guerra e l’insegnamento della scuola cattolica»: 1915).

1915, dal 21 aprile: Fatto. Mancano dati sull'ordinazione presbiterale (Davide Bolis)
Enrico Rosa, nato a Selve Marcone (VC) il 17 novembre 1870 e morto a Roma il 26 novembre 1938, teologo, storico e apologista insigne. Entra nella Compagnia di Gesù l’1l ottobre 1886. Insegna Lettere e Filosofia (1901 e 1903), è padre spirituale all’Istituto Sociale di Torino (1904). Nel 1905 è chiamato come scrittore alla Civiltà Cattolica, della quale nel 1915 viene nominato rettore e direttore, uffici che conserva, il primo, sino al 1921 e il secondo sino al 1931. Muore mentre attende alle confessioni dei suoi confratelli. Grazie alla sua formazione umanistica, alla piena conoscenza delle lingue classiche e moderne, al possesso della letteratura italiana studiata nei suoi autori, alla padronanza acquisita in campo filosofico e teologico, etico e sociale, storico e politico, a una memoria non comune e ad una fame insaziabile di sapere, egli fu indubbiamente un principe del giornalismo cattolico, ma soprattutto esercitò la funzione di opinion leader cattolico nel primo trentennio del nostro secolo. Spese ogni energia nella difesa della verità, della Chiesa e del Papato, in un periodo assai difficile, combattendo i vari errori del modernismo, del liberalismo, del socialismo. È difficile elencare i suoi scritti pubblicati sulla rivista e altrove nei 33 anni nei quali fu collaboratore, toccando i più diversi argomenti. Ricordiamo soltanto alcuni volumi: traduzione dal tedesco della Storia universale della Chiesa del card. J. Hergenröther (4 voll., Firenze, 1904-14); Anselmo di Aosta, vescovo cantuariense e dottore della Chiesa (ivi, 1909); L’Enciclica Pascendi e il modernismo (Roma, 1918); Visione cattolica della guerra (ivi, 1925); Lettere e scritti spirituali di san. Luigi Gonzaga (Firenze, 1927); I gesuiti dalle origini ai giorni nostri (Roma, 1934).

1931, dal 3 agosto: Fatto. Mancano dati sull'ordinazione sacerdotale (Davide Bolis)
Felice Rinaldi, nato a Torino il 15 luglio 1878 e ivi morto il 3 settembre 1959, insegnante di Lettere. Entra nella Compagnia di Gesù il 4 agosto 1894. Professore di Lettere a Cozzano (NO) (1908-19), rettore della Facoltà teologica a Chieri (TO) (1919-21). Il 6 ottobre 1921 viene nominato rettore della Civiltà Cattolica, carica che conserverà sino al 1939. Per tutti i 38 anni che rimane alla rivista come scrittore, gli è affidato l’intero settore della cronaca (cioè Santa Sede, Italia ed estero); soltanto negli ultimi anni lascia quella vaticana ed estera, anche a motivo dei molteplici impegni che comporta la direzione della rivista. Nessuno scrittore, neppure il più fecondo della rivista, ha scritto tante pagine quanto lui (in corpo normale, esse formerebbero approssimativamente circa 30 volumi della Civiltà Cattolica). Delle sue cronache si legge sull’Osservatore Romano: «Ci si trova davanti a una vera e propria cronistoria, cui nulla sfugge dei fatti contemporanei italiani e internazionali e vaticani, seguiti e prospettati con una diligenza impeccabile pari all’acume e alla saggezza, all’arte con cui vi si guida il lettore a comprenderli e giudicarli».

1939, dal 15 luglio: Fatto (Davide Bolis)
Giacomo Martegani, nato a Cairate Olona (VA) il 24 luglio 1902 e morto a Roma il 21 gennaio 1981, professore di Lettere. Entra nella Compagnia di Gesù il 22 settembre 1922. Insegna Lettere classiche all’Istituto Leone XIII di Milano (1927-28). Nel 1933 viene assegnato alla Civiltà Cattolica, della ornale è nominato direttore e rettore sino al 1955. Il periodo che l’Italia, la Chiesa e il mondo attraversano nel tempo della sua direzione (seconda guerra mondiale, caduta del fascismo, inquieta situazione politica italiana ecc.) e le gravi, delicate e complesse situazioni che deve affrontare gli lasciano poco spazio per lo studio e lo scrivere. Tuttavia, è importante e decisivo l’influsso da lui esercitato sulla linea della rivista e sui risvolti esterni della presenza della Civiltà Cattolica nel contesto culturale ed ecclesiale in Italia e all’estero. A lui La Civiltà Cattolica deve l’acquisto della nuova sede, dove si trasferisce nel 1952. Dal 1955 è chiamato ad altre responsabilità: per 10 anni è assistente d’Italia per i gesuiti (1955-65); dal 6 gennaio 1967 al 1973 è direttore generale della Radio Vaticana, che lascia per malattia. Tra un infarto e l’altro continua a lavorare, finché nel 1976 è costretto all’inattività fisica.

1955, dal 25 marzo: fatto (Davide Bolis)
Calogero Gliozzo, nato a Cesarò (ME) il 15 gennaio 1904 e morto a Palermo il 30 maggio 1993, professore di Storia della filosofia. Entra nella Compagnia di Gesù il 3 ottobre 1919. Nel 1941 diventa rettore dell’Istituto filosofico e teologico dei gesuiti Ignatianum di Messina, ove è professore di Storia della filosofia. Nel 1944 è nominato provinciale dei gesuiti siciliani per sei anni, durante i ornali si impegna attivamente per la ricostruzione degli edifici distrutti dalla guerra, nonostante le difficoltà economiche del tempo. Dal 1950 al 1954 è di nuovo rettore all’Istituto Ignatianum. Negli anni Sessanta è impegnato a Roma nell’animazione di un istituto che ha lo scopo di favorire la preparazione culturale e spirituale di giovani sacerdoti provenienti dai Paesi del Terzo Mondo. Dopo si ritira a Palermo a causa del suo declino fisico.

1959, dal 24 luglio: voce già presente in Cathopedia. Aggiornata con data direzione e categoria (Davide Bolis)
Roberto Tucci, nato a Napoli il 19 aprile 1921, professore di Teologia. Entra nella Compagnia di Gesù il 1° ottobre 1936. Dopo aver insegnato Teologia dogmatica nella Facoltà di Teologia dei gesuiti a Napoli (oggi Sezione San Luigi della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale), collaborando, tra l’altro alla fondazione del Digest religioso (oggi Rassegna di Teologia), di cui diventa direttore, è chiamato alla Civiltà Cattolica nel 1956. Ne diventa direttore, tre anni dopo, nel 1959. Dal 1961 al 1982 è vicepresidente dell’Unione Cattolica della Stampa Italiana. Membro della Commissione Preparatoria per il documento del Vaticano II sull’apostolato dei laici, come esperto del Concilio è particolarmente impegnato nella redazione del decreto sull’apostolato dei laici e della costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo. Membro e consultore di vari organismi pontifici (tra l’altro, membro del Pontificio Consiglio dei laici al momento della sua costituzione, consultore della Pontificia Commissione delle Comunicazioni Sociali, ove collabora alla stesura dell’istruzione Communio et Progressio), per alcuni anni membro del comitato di direzione della rivista Concilium, partecipa alla IV e alla V assemblea del Consiglio Mondiale delle Chiese. Nel 1973 è nominato direttore generale della Radio Vaticana, incarico che conserva sino al 1985, ornando diventa presidente del Comitato di coordinamento dell’emittente. Nel settembre 1982 gli viene affidata la responsabilità dell’organizzazione dei viaggi pontifici fuori d’Italia.

1973, dal 25 settembre: fatto (Davide Bolis)
Bartolomeo Sorge, nato all’Isola d’Elba (LI) il 25 ottobre 1929, politologo. Entra nella Compagnia di Gesù il 10 ottobre 1946. È destinato alla Civiltà Cattolica l’11 luglio 1960. Dal 1968 al 1979 è rettore della comunità dei gesuiti della Civiltà Cattolica e direttore dal 1973 al 1985. Nel 1976 partecipa al I Convegno nazionale della Chiesa Italiana come vicepresidente insieme al prof. Lazzari e nel 1979 alla III Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano a Puebla. Nel 1985 è chiamato a dirigere il Centro Studi Sociali di Palermo, dove nel 1986 fonda l’Istituto di Formazione Politica «Pedro Arrupe». Nel 1997 è trasferito a Milano come direttore della rivista Aggiornamenti Sociali e rettore dei gesuiti della comunità di San Fedele. Tra le sue opere più note ricordiamo: Le scelte e le tesi dei Cristiani per il socialismo (Torino, 1974); Capitalismo, scelta di classe e socialismo (Roma, 1976); La ricomposizione dell’area cattolica in Italia (Roma, 1979); Uscire dal tempio (Genova, 1989); Cattolici e politica (Roma, 1991); I cattolici e l’Italia che verrà (Casale Monferrato [AL], 1993); Per una civiltà dell’amore. La proposta sociale della Chiesa (Brescia 1996).

1985, dal 31 luglio: fatto (Davide Bolis)
Gianpaolo Salvini, nato a Milano il 3 marzo 1936, economista. Entra nella Compagnia di Gesù l’8 dicembre 1954. Nel 1969 è chiamato a far parte della redazione della rivista Aggiornamenti Sociali dei gesuiti di Milano e si occupa del problemi del sottosviluppo e dell’America Latina, soggiornando anche per alcuni anni nel Nordeste brasiliano, a Salvador (Bahia), e compiendo vari viaggi di studio nel resto dell’America Latina. Studia i problemi economici del Terzo Mondo e la politica internazionale, collaborando anche a corsi di formazione organizzati da organismi di volontariato internazionale. Di Aggiornamenti Sociali è anche direttore per alcuni anni, prima di diventare superiore dei gesuiti della residenza di San Fedele (Milano), ove ha sede la redazione della rivista. Nel novembre 1984 viene inviato alla Civiltà Cattolica, di cui diventa direttore nel luglio 1985. È anche rettore della comunità dei gesuiti, ove ha sede la rivista, per tre anni a partire dal 1° maggio 1988. È consultore del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.

2012, dal 1 ottobre: voce pre-esistente dove è scritto che è direttore dall'8 settembre 2011 - E' un errore ovviamente il 2012. Comunque ho verificato, l'Osservatore Romano dice che è direttore dal 1° ottobre 2011. Lo so che fa ridere, ma l'ho verificato ugualmente. Voce modificata - (Davide Bolis)
Antonio Spadaro, nato a Messina il 6 luglio 1966, Entra nel noviziato della Compagnia di Gesù nel 1988 con una Laurea in Filosofia. Da gesuita consegue la specializzazione in Comunicazioni Sociali e il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana, della quale è stato in seguito docente. Completa la sua formazione negli Stati Uniti, nella Provincia dei gesuiti di Chicago, nel 2003. Nel 1998 viene inviato alla Civiltà Cattolica, per la quale aveva cominciato a scrivere nel 1994. Si occupa soprattutto di critica letteraria, in particolare legata ad autori contemporanei italiani e scrittori statunitensi, oltre che di teoria della letteratura. Tra le materie che tratta vi sono anche la musica, l’arte, il cinema e le nuove tecnologie della comunicazione e il loro impatto sul modo di vivere e pensare. La sua attività in Rete è legata, oltre alla presenza nei social networks, anche alla cura di un blog dedicato alla Cyberteologia. Il 10 dicembre 2011, papa Benedetto XVI lo nomina consultore del Pontificio Consiglio della Cultura e il 29 dicembre anche consultore del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.